"Milleproroghe" meno una, il Centrodestra boccia la proroga per i canoni demaniali chiesta dal deputato Ds Sergio Gambini, alla quale hanno aderito numerosi esponenti dell'Ulivo. Il parlamentare riminese aveva proposto un articolo aggiuntivo al decreto Milleproroghe 2, l'ennesimo tentativo per scongiurare gli aumenti elevatissimi e indiscriminati alle concessioni demaniali, per varare invece nuovi canoni, che consentano maggiori introiti allo Stato a partire dal recupero di un'ingente evasione fiscale ormai accertata. "L'applicazione degli aumenti era stata rinviata fino al 15 dicembre 2004 - ha detto Gambini all'Aula di Montecitorio - A questo punto però se non verrà disposta una proroga l'aumento diventerà operativo. E non sarà soltanto di 140 milioni di euro, come afferma erroneamente il rappresentante del Governo, ma molto superiore. E' stato calcolato, infatti, che un incremento del 300% degli attuali canoni, porta ad una maggiorazione del gettito attorno ai 200 milioni di euro, un colpo durissimo per l'attività delle imprese turistiche, che aggiunge al danno la beffa di un ulteriore aggravio della stangata, dovuto esclusivamente alla colpevole inerzia del Governo nel varare il decreto di rideterminazione dei canoni".
Gambini ha ricordato ai colleghi deputati che "tali aumenti costituiscono un grave salasso per le imprese, mentre in molti casi finiscono per rendere addirittura impossibile l'esercizio dell'attività. di impresa. E' intollerabile che questo esito sia prodotto dal rifiuto del Governo di perseguire la larghissima evasione accertata dagli stessi uffici ministeriali: infatti i canoni demaniali non verrebbero corrisposti nel 50 per cento delle aree demaniali italiane utilizzate a scopo turistico - ricreativo. È assurdo pensare che gli imprenditori in regola con il canone debbano farsi carico dell'aumento del 300 per cento, mentre molte attività imprenditoriali analoghe non pagano nulla. Essendo stata accertata l'esistenza di una così vasta area di evasione, la disposizione finisce per ledere un elementare principio di equità e giustizia, oltre a rappresentare una grave penalizzazione della competitività della nostra offerta turistica".
La maggioranza per respingere la proroga si è trincerata dietro la promessa di interventi riparatori non meglio precisati, che saranno contenuti nell'annunciato disegno di legge sulla "Competitività". Gambini ha denunciato questa autentica presa in giro nei confronti delle imprese balneari, alle quali da mesi viene promessa la risoluzione del problema, rinviandolo poi di settimana in settimana. "Nel frattempo il 15 dicembre è passato, come sono passati invano i primi giorni di gennaio, quando doveva essere varata la correzione. Adesso si invoca il calderone del provvedimento sulla competitività, che nessuno sa quando verrà presentato, né tanto meno quando verrà definitivamente approvato. E' evidente che senza proroga prima o poi l'amministrazione delle Finanze richiederà la corresponsione dei nuovi canoni". Bocciati alla Camera per pochi voti, 190 voti contrari a 182, gli emendamenti Ds verranno proposti dal senatore Sergio Zavoli al Senato, quando il decreto approderà nell'Aula di palazzo Madama.