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O una legge sui frontalieri o la franchigia a 12 mila euro. Gambini presenta in commissione Finanze una risoluzione.

Finanziaria alle porte, il Governo preveda di risolvere i problemi fiscali dei frontalieri già in fase di predisposizione del testo di legge. E' cominciata ieri la battaglia di Sergio Gambini per arrivare ad una soluzione più equa per i lavoratori italiani a San Marino, presentando in commissione Finanze una risoluzione, cioè l'atto di indirizzo del Parlamento che, se approvato, costruirà un obbligo per il Governo. "Presto l'Esecutivo dovrà redigere e presentare alle Camere al Finanziaria 2006 - spiega il parlamentare riminese, che è sostenuto nella sua azione dai colleghi liguri del centrosinistra - la stessa legge che nel 2003 ha introdotto la nuova imposizione. Forse non siamo in tempo per emanare la legge di ratifica dell'accordo italo - sammarinese che gli oltre 5500 lavoratori attendono. E nemmeno per la legge ordinaria, prevista dalla Convenzione, che regoli, una volta per tutte il loro regime fiscale. Però forse possiamo far sì che il Governo riveda la franchigia degli 8000 euro, ormai inadeguata per le recenti modifiche al Testo unico sulle imposte sui redditi, elevandola a 12 mila euro almeno".

Rispetto a quanto prevedeva la legge Finanziaria 2003, infatti, si è verificato un nuovo aggravio per gli italiani che lavorano sul Titano (e per i colleghi liguri impiegati nel Principato di Monaco), aggravio avvenuto con l'entrata in vigore, nel 2004, del nuovo articolo 165 del Testo unico delle imposte sui redditi. In particolare, quanto previsto dal comma 10 in merito al concorso del reddito prodotto all’estero alla formazione del reddito complessivo, i lavoratori frontalieri non hanno più la possibilità di portare in detrazione l’intera somma delle imposte versate all’estero. "Questo ha notevolmente ridotto la già insufficiente franchigia di 8.000 euro - spiega il parlamentare riminese - è stato calcolato che ciò abbia causato un aggravio di imposta rispetto all’anno precedente superiore al 15%. Alla fine le nuove condizioni fiscali finiscono per penalizzare ingiustamente lavoratori che sono costretti ad affrontare la precarietà e i disagi del lavoro all’estero, mentre portano invece importanti risorse finanziarie nel nostro paese". Da queste considerazioni nasce la risoluzione che, se approvata, impegnerebbe il Governo a "presentare rapidamente al Parlamento la ratifica dell’accordo internazionale, già sottoscritto tra l’Italia e la Repubblica di S. Marino e una legge ordinaria che sottragga dalla "precarietà della determinazione annuale stabilita in legge Finanziaria". E se i tempi parlamentari non permettono di operare sulla tassazione del 2005, almeno elevare la quota esente dagli attuali 8 mila euro a 12 mila euro", per "assorbire i costi delle modifiche peggiorative nate con l’entrata in vigore dell’articolo 165 del Testo unico delle imposte sui redditi".

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