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Stangata sui canoni demaniali confermata: nel maxiemendamento del Governo l’aumento del 150 o del 300%.

Canoni demaniali, entro aprile il governo dovrà varare un regolamento nel quale “sono assicurate maggiori entrate non inferiori a 140 milioni di euro”, ma se non rispetterà il termine gli aumenti saranno quelli previsti dal decretone. E’ questo il contenuto del maxiemendamento presentato dal Governo oggi alla legge Finanziaria, maximendamento che fa piazza pulita di tutti i tentativi di mitigare gli aumenti per i concessionari. Per Gambini, in ogni caso “è stangata, fino ad oggi si è stimato che l’ammontare dei canoni sia attorno ai 100 milioni di euro, altri 140 milioni di introiti significa che i bagnini devono aspettarsi di mettere mano al portafoglio per più del doppio di quanto pagano. Poi c’è la beffa: i bagnini devono solo sperare che il Governo rispetti i tempi che lui stesso si è dato, altrimenti come bonus riceveranno un aumento del 300%. Sono molto preoccupato per i contraccolpi che questi aumenti potranno causare alla competitività della nostra offerta turistica”.

Non c’è stata storia quindi sui tentativi di riportare la questione canoni in alvei più equi, come sperava il deputato riminese. “L’unica strada seria e credibile era di azzerare il decretone – spiega Gambini - e individuare il percorso che coinvolga Regioni e associazioni di categoria per revisionare la classificazione e i canoni previsti dalla legge 494 del ’93. Così non è, purtroppo, e il centrodestra va avanti sulla sua strada, nemmeno certa per i contribuenti. Da questa vicenda dobbiamo trarre un insegnamento, dobbiamo aprire un tavolo che veda insieme i soggetti imprenditoriali che agiscono sull’arenile e i rappresentanti delle comunità locali, per avanzare una proposta credibile ed equa di revisione dei canoni. Altrimenti saremo schiacciati da lobby più unite e con maggiori santi nel paradiso di palazzo Chigi, che finiranno per scrivere il regolamento di aprile a loro più favorevole”.

“Non mi do per vinto – prosegue il deputato riminese – Il decreto, come anche l’articolo della legge Finanziaria, possono essere impugnati. Segnalerò sia all’assessore regionale al Turismo Pasi sia alle associazioni di categoria che queste nuove norme presentano profili di illegittimità, poiché la legge di riforma del turismo, la n. 135 del 2001, prevedeva modalità diverse per la rideterminazione dei canoni. Più precisamente alla lettera L comma 4 art 2 la riforma prevede che la rideterminazione dei canoni debba avvenire attraverso le linee guida fatte dal ministero d’intesa con le Regioni e dopo aver sentito le categorie, norme ignorate sia dal decreto, sia dalla Finanziaria”.

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