Aumenti dei canoni demaniali, alla fine una proroga c'è: il decreto che stabilisce le cifre e modalità di rincaro per gli operatori sulle aree del Demanio verrà varato entro il 31 ottobre. Lo stop è parziale, in ballo restano la definizione dei rincari per 2004, 2005 e quelli futuri. Alla Camera, nel decreto omnibus sulla Pubblica Amministrazione approvato, infatti è stata inserita la "clausola" del rinvio. "Meglio tardi che mai - dice Gambini, ad approvazione definitiva avvenuta - è dal dicembre del 2004 che sollecito la proroga in Parlamento, ma solo ora il Governo ammette che le richieste delle imprese erano sensate, al Turismo viene arrecato un danno, il prelievo, condito dalla beffa dell'ulteriore aumento dovuto alla mancata emanazione del decreto, un provvedimento insensato e ingiustificato".
La legge approvata, anche se rinvia il decreto ad ottobre, ribadisce i termini economici posti dal Governo e le sue aspettative di cassa: un maggiore introito per l'erario di 140 milioni di euro per il 2004, altrettanti nel 2005. "Il provvedimento doveva essere assunto entro il 15 dicembre - ricorda Gambini - non è mai stato deciso dal Governo e, in mancanza di questo decreto, sarebbe dovuta scattare la maggiorazione del 300%, pari a circa 190 - 200 milioni di euro, molto superiori alle stesse previsioni di cassa. Questa insensatezza è stata fermata per ora, e speriamo che il grave ritardo del provvedimento non ne infici l'efficacia. Si dice che la Corte dei Conti, in una lettera, abbia già sollecitato l'incasso degli aumenti. A questo punto occorrono decisioni chiare, rapide ed accettabili, questo chiedono le imprese turistiche, attraverso le loro associazioni".
Entro ottobre bisogna decidere come sarà fatto il decreto, che tipo di rideterminazione dei canoni verrà svolta. "Sarà importante tutelare le nostre imprese balneari, sono in regola e vengono penalizzate dall'evasione contributiva di vaste aree del demanio italiano, che lo stesso Governo ammette. Un'evasione pagata anche da noi - dice Gambini, che sposta l'attenzione sul futuro di questa partita - Abbiamo già visto, durante il recente decreto in materia finanziaria, le due soluzioni possibili di questo problema, raccolte in nei due emendamenti della maggioranza e dell'opposizione. Per l'opposizione, ho proposto ovviamente di cancellare il 300%, l'immediata definizione dei canoni, seguendo il documento presentato dai sindacati balneari: un ricalcalo più equo dei canoni, con aumenti dal 30 al 50%. Per quanto già maturato nel 2004 - 2005, si deve rispondere con un accertamento dell'evasione entro il 31 dicembre 2005, e per la quota restante provvedere con i proventi dei nuovi canoni. L'emendamento della maggioranza, "ispirato" direttamente dal Governo ma poi dichiarato inammissibile per estraneità di materia, analogamente al mio disapplica la norma del 300% ma impegna il 2006 per definire i nuovi canoni, sui quali rimarrà completa incertezza, e chiama gli imprenditori a pagare comunque la maggiorazione degli anni 2004 e 2005. La posizione del Governo è pericolosa per due ragioni - conclude Gambini - perché conferma la stangata ai danni della nostra offerta turistica, anche se il versamento viene spostato al 2006. E inoltre lascia nel vago tutta la materia, senza raccogliere la disponibilità ad aumenti ragionevoli che le associazioni di categoria dei balneari hanno da tempo avanzato".