Procedure per i visti più celeri nei paesi dell’est e aumento del personale delle ambasciate: queste le novità contenute nella risposta del ministero degli Affari Esteri ad una interrogazione rivolta dal senatore Sergio Gambini al governo nelle settimane passate. Il parlamentare si è attivato alla notizia di un rallentamento degli iter di concessioni dei visti nelle ambasciate d’Italia in Russia e in Ucraina, rallentamento che potrebbe creare gravi problemi al turismo e agli operatori, in vista della prossima stagione estiva. Secondo il ministero degli Affari Esteri l’ambasciata d’Italia a Kiev (Ucraina) per i controlli si è attenuta strettamente alla normativa Schengen e a quella nazionale, trattandosi di un paese ad alto rischio immigratorio, alle prese con una difficile situazione economica e sociale. A causa dei frequenti casi di falsificazione e di inattendibilità della documentazione presentata da alcune agenzie turistiche, dal 1° marzo la documentazione è stata presentata direttamente dai richiedenti il visto. Nonostante l’intensificazione dei controlli - ha concluso il ministero - “nei primi sei mesi del 2000 sono stati concessi il 25,7% dei visti in più e i tempi d’attesa per il rilascio dei visti (che sono inferiori a quelli di altri paesi Schengen, come Francia e Germania) sono dovuti all’esiguità dell’organico dell’Ambasciata, che si sta provvedendo a rafforzare”. La risposta chiarisce, inoltre, come peraltro si era già saputo da più recenti incontri, che fin dai prossimi giorni anche a Kiev si tornerà ad utilizzare le agenzie di viaggio per facilitare l’ottenimento dei visti sbloccando la grave paralisi del mercato turistico in Ucraina.