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Letterina di Natale

La casa di Kikko (il mio blog) - Sab, 08/12/2012 - 04:15

Davanti a me ho la lettera di licenziamento. Per conoscenza. Perché è indirizzata alla direzione territoriale del lavoro. La forma non è ancora raffinata nella cooperazione. Ma è solo questione di tempo, impareranno. E in fondo non ha importanza: lo sapevo. Me l'hanno detto in un colloquio. Tutti lo sapevamo. Era nell'aria. Abbiamo perso l'appalto e in genere questa è la trafila: si può passare alla coop che subentra. La Direzione Territoriale convoca il tavolo con le Parti e si definisce la trattativa. A fine mese si può scegliere. O si passa di là, all'altra cooperativa (non sociale) – e il lavoro riprende - o la disoccupazione. Poteva andare peggio. Molto peggio.

Il lavoro perduto dalla mia futura ex cooperativa sociale è la logistica (vedi wikipedia), in appalto da un'azienda leader (si dice così e in effetti lo è) nella distribuzione di libri a prezzo intero e a metà prezzo. La quale esternalizza (outsourcing) parti della lavorazione. La logistica, appunto. Una volta si chiamava facchinaggio. La sede di lavoro è l'azienda appaltante. Per chi non sapesse cos'è una cooperativa sociale, è una forma di società di lavoro che prevede almeno il 30% dei dipendenti diversamente abili o di categorie protette. Tra i miei compagni ci sono (o c'erano, a seconda della scelta che farò) disabili psichici o con ritardi cognitivi, ex carcerati, ex tossicodipendenti, disabili fisici. Io non ho fatto ancora le pratiche, ma con l'infarto mi beccherei il 40% di disabilità. Prima o poi presenterò la documentazione. E comunque, visto da vicino, nessuno è normale. Per cui, sono e mi sento pienamente integrato.

Ho iniziato il 16 giugno 2010 occupandomi delle rese dei clienti del metà prezzo. Avevo il mio computer, uno scanner, come quelli del supermercato, e su un grande banco di lavoro ci passavo sopra i codici a barre dei libri. Ero le Rese, nome proprio di settore. Se il libro era stato acquistato lì, il programma (una robaccia in AS400) lo accreditava al cliente. Se no, no. Se il libro era integro, lo mettevo in un bancale di libri misti, ben ordinato con il dorso all'esterno, se era rotto nel bancale che andava al macero, se era un dizionario lo mettevo con i dizionari, se era un illustrato lo mettevo tra gli illustrati, se era un net price (mai capito cosa volesse dire) lo mettevo in uno dei tre tipi di net price e via così. Ero una specie di cassiera del supermercato che lavorava al contrario. Un privilegiato, rispetto agli altri nel capannone. Otto ore al giorno dalle 7,30, una pausa alle 10, una alle 11,30, una pausa pranzo di mezz'ora alle 12,30, una alle 14,30, fine turno alle 16.

Il caposquadra mi disse che dovevo lavorare 1800 libri al giorno per pagarmi lo stipendio. Calcolando un giorno di otto ore, ovvero 480 minuti, ovvero 28800 secondi fa un libro passato allo scanner ogni 16 secondi. Compresi naturalmente lo spostamento dei bancali – tra i 400 e i 600 kg - , la creazione dei file di pratiche nel computer, l'apertura delle scatole, il posizionamento dei libri in entrata sul bancone, quelli in uscita, l'ordinamento dei libri lavorati sul bancale, lo smistamento negli altri bancali se libri di tipo “speciale”. Più altre mansioni che rientravano nell'appalto per il settore Rese. Non era vero, ne bastavano 1650. Era solo un trucchetto per farmi aumentare la produttività. Roba imparata probabilmente alla scuola di Muccioli (sì, proprio quello della porcilaia). Niente in confronto a quello che gli ho visto fare.

Quando finivo tutte le rese (ci son voluti sei mesi: avevamo molto lavoro arretrato), andavo a dare una mano a quelli di là dal mio banco di lavoro, alle Lavorazioni (con la elle maiuscola, nome proprio di settore). Il che significava togliere le etichette dai libri a metà prezzo con un taglierino, attaccarne di nuove con stampigliato il prezzo e la promozione di cui facevano parte, confezionarli in confezioni. Parliamo di bancali, roba da Grande Distribuzione Organizzata, tipo iper – ultra - mega centri commerciali. Ognuno si metteva al proprio banco- faccia la muro -, un bancale di libri ai quali attingere, una pila sul banco, un nastro di etichette e via così ad attaccare, libro dopo libro, pila dopo pila, bancale dopo bancale, ordine dopo ordine. Otto ore al giorno. In piedi al freddo d'inverno – il capannone non è riscaldato – in piedi al caldo d'estate – il capannone non è refrigerato – la polvere del vicino cementificio tutto l'anno. Dopo un paio d'ore di sto stacca e attacca mi sbarluggicavano gli occhi e barcollavo. Per questo mi consideravo un privilegiato, dietro il mio computer.

Per i disabili psichici invece era un "toccasana". Il lavoro deve essere semplice e ripetitivo, devi dargli istruzioni chiare, devono poter lavorare sereni e quindi tutto fila liscio. Senno entrano in difficoltà. Ci sono persone che si preoccupano di questo in cooperativa, credo in tutte le cooperative sociali. Gente che si preoccupa di trovare le commesse adatte. E nella commessa il lavoro adatto. Che seguono i lavoratori fuori dal lavoro e che intervengono se danno segni di difficoltà, per permettergli di fare la loro parte. Di guadagnarsi il loro stipendio. Insieme ai colleghi, ovvio. Perché tutti hanno le loro magagne. E gestire il proprio lavoro non è facile, se sei uno “svantaggiato”. Gestire le cose, non è facile. Gestire i rapporti, non è facile. Se un amico mi dice «Sono preoccupato un po' per mio figlio, lo vedo irrequieto, ricorda me alla sua età» siamo nell'ordinaria amministrazione di padre di famiglia. Se me lo dice un collega che zoppica perché ha un tendine reciso dal proiettile di un rappresentante di gioielli, esploso mentre lo stava rapinando quando aveva l'età del figlio, beh, capisco il suo tono preoccupato. E siccome tutti hanno le loro magagne, il clima viaggia verso una solidale armonia. Con qualche piccolo scazzo e antipatia, chiaro. Se il clima non viaggia così, è perché qualcuno le proprie magagne non se le ricorda. O le nasconde dietro la sua “responsabilità”.

Quando ho iniziato a lavorare, il 16 giugno 2010, avevo paura. L'infarto mi aveva ridotto a pezzi. Tutto ciò che riguardava il mio vecchio lavoro connesso con la politica mi era proibitivo. Quando sul display del telefono compariva il nome del mio cliente sentivo una fitta alla sinistra del petto. Quando facevo un po' più di fatica sentivo la stessa fitta. Ero terrorizzato. Dopo l'elettrocadiogramma sotto sforzo, a due mesi dall'infarto, ho chiesto alla dottoressa a bruciapelo: «Ma io, che aspettativa di vita ho?». Mi ha guardato come se fossi matto. Matto non so, ma stupido sì: il cuore è sotto lo sterno, ben lontano da dove sentivo la fitta. Ma la psiche viaggia per cazzi suoi e finché non la incocci con una buona analisi, governa lei. Pure dopo, ma un po' meno. Anche l'affitto viaggia per cazzi suoi, come il supermercato e il benzinaio. E le uniche parole che stendevo sulla carta che avessero senso erano quelle per l'Unità. Le altre, non le riconoscevo. La gestione dei siti, l'Html, i Css, non esistevano più. Le entrate quindi erano un po' pochine per tutta quella roba che viaggiava. E avevo bisogno di lavorare. Mesi dopo, a un corso di formazione un cooperatore sociale ferrarese raccontava dei loro servizi di orientamento al lavoro per persone in difficoltà. Non roba da Ufficio di collocamento. Roba un po' più pesa. «Da noi vengono persone vinte. Vinte dalla vita». Parlava di me. Ero un vinto. Il mio cuore mi aveva sconfitto. E sapevo che anche lui era stato vinto. Da tutto il resto. Dovevo cambiare.

Continua

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Renzi e gli amici di destra che vogliono votare alle primarie

La casa di Kikko (il mio blog) - Gio, 22/11/2012 - 23:29

Ognuno ha gli amici che si merita. I miei erano berlusconiani. Prima. Ora sono accesi renziani. Non quello di borgo Marina. Quello di Firenze. E sono certo che ci sia un nesso, nel profondo del loro Io di destra. Ultra destra. Venerdì sera, canonica decompressione post lavorativa per soli uomini. All'ordine del giorno chiacchiere che, curiosamente, concedono poco al calcio e quasi tutto alla politica. Donne: niente. Son tutti sposati da anni, meno se ne parla e meglio è. Ma anche se ci fosse quest'ultimo ingrediente, sarebbe comunque una palla galattica perché A) son tutti di destra e quindi mi tocca fare o il sacco delle botte o lo spalanuvole (bella immagine, Niky, massimo rispetto) o il comunista; B) finita la mia striminzita birra mi devo cartonare il culo aspettando che si schiodino dalle loro triple medie con sgranocchiamento; C) devo sentire sproloqui sull'amministrazione della cosa pubblica senza che sappiano minimamente di cosa parlano. Per dirne una, Italo è ancora convinto che il nostro sia un sistema elettorale maggioritario. E invece è proporzionale. Ma sono amici veri e e non li cambierei per niente al mondo.

Ora il tormento è per le primarie. E Italo è saltato su che vuol venire a votare. Alla prima uscita ignoro. Tattica da vittima. Speri che il primo colpo sia estemporaneo. Non lo è. Ricolpisce. «Ah, ho deciso, io vado a votare Renzi». «Renzi?- sonnecchia Marco – vuoi andarlo a votare?» «Sì, io lo voterei». «Ma Italo – gli faccio – tu non sei un elettore del centrosinistra. Te sei di destra. Anzi, più che di destra, cosa vuoi venire a votare Renzi». «Io lo voterei, invece. Se fosse il candidato premier, io lo voterei». «Ma va là, te non c'entri niente con il centrosinistra, lo voteresti alle primarie, ma poi alle elezioni voteresti come al solito». Pigo, che sta maturando una verve più moderata, contraddice il fratello: «ma cosa vai a votare alle primarie del Pd, tu cosa c'entri?» «Io niente, ma Renzi lo voterei, ci vuole un po' di novità». «Ma sono le loro primarie, te non c'entri niente». «Perché, se sono le loro primarie io non posso votare?». ««Puoi votare – gli faccio – però devi registrarti all'albo degli elettori del centrosinistra. E te non sei un elettore del centrosinistra. Non lo sei mai stato e non lo sarai mai». «Ma io voglio votare Renzi anche se non sono del centrosinistra». «E Pigo: «Ma sono le loro primarie, te non c'entri niente. E' come se venissero in azienda da te e decidessero, chessò, cosa dovete fare. Te t'incazzeresti». «Cosa c'entra... Io voglio votare Renzi. Come si fa?». «E' semplice – faccio conciliante - te vai a iscriverti alle primarie e firmi che sei un elettore del centrosinistra. Sei disposto a firmare?» «Sì» «Che sei un elettore del centrosinistra?! Te?!». «Sì». «Ma non dire cazzate. Te non mi hai nemmeno votato quando ero candidato al consiglio di quartiere... Non ti ricordi più? Mi hai pure scritto una mail dicendomi che, di fronte alla scheda, hai visto il simbolo e non ce l'hai fatta. Un simbolo microscopico. Ed ero candidato ad una roba che non serviva a niente. Figurati se poi alle elezioni voti uno del Pd. A governare l'Italia».

Luoghi:

Target Sinergie al Matching di Milano: dal 26 al 28 novembre una delegazione commerciale all’evento Cdo con un proprio stand

Fervono i preparativi in casa Target Sinergie per l’annuale appuntamento con il Matching (www.e-matching.it) a Fieramilano (Rho), l’evento dal 26 al 28 novembre promosso da Compagnia delle Opere per lo sviluppo delle imprese, dove l’azienda riminese sarà presente con un proprio stand: zona Verde, stand C168. La delegazione dei quattro commerciali Target, Davide Zamagni, Cesare di Paolo, Barbara Pifferi e Tommaso Pirozzi, si prepara alla trasferta meneghina per presentare a imprenditori, buyer e professionisti provenienti da 42 paesi i servizi offerti dalla società consortile riminese nell’ambito della logistica, delle pulizie di hotel e industriali, dei servizi alla sanità e teleselling. Quest’anno, oltre al tradizionale materiale informativo a supporto degli incontri previsti, si arricchirà di tre video che illustrano i servizi di punta nell’ambito della logistica al servizio delle imprese di produzione e di distribuzione agroalimentare e del Beverage.

La delegazione commerciale si appresta a partecipare a una parte degli incontri one-to-one che caratterizzano l’evento Cdo «per conoscere il mercato e progettare anche con nuovi partner il futuro della propria impresa. – come scrivono gli organizzatori del Matching 2012 – Nel corso della tre giorni milanese avranno luogo 115 workshop di approfondimento, dedicati all’internazionalizzazione e alle tematiche specifiche di ogni settore. Un parterre di grandi aziende, istituzioni, seminari e convegni completa il programma».

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Target Sinergie vara il piano formativo per il personale 2012 – 2013 con ben 21 corsi di formazione nel carnet, da attivare grazie ai fondi Foncoop

Saranno 14 i campi di studio che interesseranno complessivamente 177 dipendenti di due cooperative – In Opera, Log-it – che aderiscono alla società consortile Target Sinergie: è il piano formativo 2012 – 2013, varato nei giorni scorsi. «Puntiamo ad una formazione come parte integrante del sistema di qualità aziendale – spiega Stefania Mosconi, responsabile Formazione, che ha illustrato il piano formativo ad una folta rappresentanza di dipendenti delle cooperative – un piano aperto ai contributi anche dei lavoratori (operai, capisquadra e responsabili di settore) perché sappiamo che le esigenze formative cambiano rapidamente come le esigenze della nostra clientela. Per cui, abbiamo lasciato dei “varchi” nella progettazione per rimodulare la nostra offerta che proporremo a Foncoop. Naturalmente mantenendo sempre l’ottica innovativa, coinvolgente e non convenzionale che contraddistingue la nostra formazione aziendale».

Data l’ampiezza dei servizi erogati dalla galassia Target Sinergie, non poteva che essere ampio il ventaglio delle proposte per la crescita professionale dei dipendenti, che inizia ben prima dall’avvio del rapporto di lavoro. Così nel piano si trovano proposte per rafforzare «Abilità e competenze per la selezione del personale», ma anche un corso per l’«Accoglienza e la formazione dei nuovi assunti». Un titolo molto più che beneaugurante, visti i tempi.

Quanto al lavoro nei cantieri, accanto all’immancabile attenzione verso la sicurezza, con dei corsi ad hoc, si cerca di migliorare le capacità di gestione dei dipendenti, con corsi rivolti a capisquadra e vice attraverso la tecnica del «Team building» e corsi di affiancamento per chi si cimenta per la prima volta in questo delicato ruolo. Scorrendo l’elenco troviamo anche un modulo di conoscenza sulle “Relazioni sindacali e diritto del lavoro”. Nell’ambito dei servizi di teleselling sono previsti momenti formativi sulle «Competenze per nuovi operatori di call center» e la «Comunicazione telefonica e gestione del cliente».

Sul piano dell’offerta dei servizi aziendali, significativo il corso rivolto alla «Qualità del servizio e miglioramento continuo», oltre all’approfondimento tecnico dedicato alla «Progettazione e partecipazione alle gare d’appalto». Corsi ad hoc anche per la comunicazione interna ed esterna delle aziende consorziate Target Sinergie. Che certo non si fermano, come intenti, alla tradizionale pubblicità: «Promozione dei servizi offerti» è uno dei titoli proposti ai dipendenti, insieme alla «Comunicazione Sociale di Impresa», vista la forte valenza sociale che dall’attività della cooperativa sociale In Opera si estende all’intero consorzio.

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Internet banking (e social surf) protetto, una campagna belga

La casa di Kikko (il mio blog) - Mer, 07/11/2012 - 11:18

Il video fa parte di una campagna, Safe Internet banking (http://www.febelfin.be/en/safe-internetbanking), belga. Credo sia utile in temmpi di social network dilaganti. Cheers

Deinde filosofare

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 16/10/2012 - 12:48

Tutti gli anni, tra la fine di settembre e queste ore, un tarlo microscopico comincia a rodere un angolo di cuore, là dove si intersecano desiderio, amor proprio e l'arteria che va alla ragione. C'è una piccola cicatrice che il tarlo va a intaccare: quando lasciai il breve impegno dell'università. Scienze Politiche, indirizzo internazionale. Che a sentirla così suona chissà cosa, anziché poca. Il tarlo allora se ne stette buono, aveva comunque di che essere contento, perché il mio diplomino, abbandonato per le scorribande giovanili nel lavoro, l'avevo preso. E quel poco che raccontavano i docenti forlivesi l'ho inseguito per altre vie. E poi,  Primum vivere, deinde filosofare. E allora se ne stette zitto. Forse perché rincantucciato vicino all'arteria che porta alla ragione. Ma da qualche anno rifaceva capolino, un po' discreto, un po' aggressivo... Stavolta l'ho zittito.

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Appuntamento a Milano con Target Sinergie, sponsor della Green Race Ecorunning. Gara ed ecoperscorso family al Parco delle Cave

Sport, benessere ed ecologia: Target Sinergie sponsorizza la Green Race Ecorunning, l’evento milanese per atleti e amatori promosso dall’Amsa, la multiutility che fornisce servizi ambientali e di pulizie strade nel capoluogo lombardo, che si terrà nel Parco delle Cave domenica 21 ottobre. Come avviene a New York, Londra e a Sidney, anche Milano valorizza il suo parco più bello con una corsa che diventa festa. Infatti, oltre al percorso di 10 km ‘street/country’ dedicato agli atleti – al cui interno si trovano grandi prati, boschi, laghi, argini e cascine storiche, con scorci e panorami ambientali unici per un campo di gara – si affianca l’occasione educativa per chi vuole passare una domenica nella natura, con una ecorunning di 2 chilometri.

Target Sinergie ha deciso di affiancare lo sforzo di Amsa anche in questo grande evento. L’azienda riminese è partner della multiutility lombarda – gestisce in outsourcing il magazzino ricambi e il lavaggio del parco automezzi della grande azienda di servizi ambientali – ed è stato naturale sottolineare il legame dell’azienda riminese con Milano sostenendo un momento significativo per la il tempo libero della città, carico di significati per gli organizzatori e per i partecipanti. Come scrivono gli organizzatori: è infatti “sia un’occasione di alto profilo sportivo, tecnico e agonistico (riservata ad atleti e appassionati), sia una festa/corsa/passeggiata,’a passo libero’ aperta a tutti”. Ma anche un modo coinvolgente per mantenere alta l’attenzione sui temi ambientali che Amsa promuove. E che trovano in Target Sinergie un partner consapevole: Target Sinergie e le sue consorziate hanno infatti adottato un Sistema di gestione integrato di Qualità e Gestione Ambientale Iso 9001 – 14001 in tutti i servizi che erogano nelle sei regioni italiane dove operano.

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Quel che resta sono solo vetri e petardi scoppiati

La casa di Kikko (il mio blog) - Dom, 30/09/2012 - 19:20

Se il risultato della contestazione alla manifestazione di Forza Nuova è stato un po' di gazzarra e due vetri rotti di un'auto dei carabinieri, credo che l'Anpi abbia fatto bene ad andare a “lustrare le targhe” (come ha più o meno scritto qualcuno), in tutt'altra parte della città. Perché ha segnato diverse misure sulle distanze che possono occorrere oggi tra fascisti e antifascisti e tra metodi che accomunano o distinguono i primi dai secondi.

Forza nuova è andata, comunque la si voglia vedere, ad una conta. Con un'azione dimostrativa su scala regionale e nazionale. Sul peso che ha a Rimini abbiamo già avuto prove evidenti della sua inconsistenza, così come della soglia di attenzione che raccoglie. Sono pochi e non riescono ad andare oltre la stanca litania di teorie ormai rese opaline dalla storia. Non parliamo della loro capacità organizzativa: qualche volantino e un tentativo maldestro finito in giudicato. Una minaccia risibile, insomma: il mascellone, se potesse, li avrebbe già rispediti tra i balilla. La manifestazione di ieri, anche se “organizzata” su scala regionale, non ha superato di molto quelle precedenti. E sì che siamo la terra natia del mascellone. Una ventina di agenti in tenuta antisomossa la dice lunga sulla reale preoccupazione che ha destato il numero dei militanti neri e dei loro contestatori. Il bilancio delle vittime, qualche petardo scoppiato e due vetri rotti, sintetizza il portato degli ideali che li animano. Evitare il terreno di “confronto” con gli uni e gli altri, andando altrove quindi, è stata la summa della filosofia cittadina: quando sei in strada, non parlare con i patacca, chi ti guarda da lontano non capisce la differenza.

Anche andare al parco Cervi ha significato in qualche modo andare alla conta. Intanto per chi si riconosce nell'eredità lasciata dagli antifascisti, quelli scomparsi o con i radi capelli bianchi che l'antifascismo l'hanno vissuto sulla propria pelle. Che, per chi non lo ricordasse, si riassume nella Carta Costituzionale. Ma ha significato anche andare alla conta di chi non sceglie un metodo: quello dei fascisti. E decide di non porsi né allo stesso livello né sulla medesima prospettiva, temporale e politica. Né, tantomeno, prestarsi ad un gioco delle parti che, alla fine, non paga. Ai monumenti di Morri la somma di chi ha ribadito la propria appartenenza mostra un saldo positivo che doppia i manifestanti e i loro interlocutori. E pur senza clamore, soffoca gli echi ormai sordi di parole d'ordine stantie. Non è poco. Anzi, è abbastanza per riflettere su come, almeno a Rimini e provincia, coltivare in futuro il terreno della cultura democratica.

Argomenti: Società: Sodalizi: Luoghi:

I robottini da cucina, (forse) il peggior investimento di un single

La casa di Kikko (il mio blog) - Ven, 28/09/2012 - 22:25

Tra gli utensili di cucina che POSSONO ASSOLUTAMENTE MANCARE ad un single, c'è sicuramente il robot da cucina. Può capitare che ne sentiate la mancanza, quando dovete preparare, chessò, il ragù in quantità industriali per poi congelarlo. Ed è comprensibile. A tritare la cipolla si fa presto: la tagliate a metà, poi fate quattro taglietti per quasi tutta la sua larghezza, poi la girate e la tagliate a fettine e il gioco è fatto. Il sedano è pure divertente, fa tutto lui: lo stendete, lo battete con il piatto del coltello schiacciandolo ben bene, poi lo tagliate a fettine, ci pensa la sua naturale venatura a far venire fuori i dadini piccoli. La vera tragedia sono le carote. Prima le tagliate a fettine per la lunghezza, poi le fettine le riducete a listarelle lunghe, poi le listarelle le riducete a cubettini. Insomma, una palla. Per fare cosa, poi? Buttarle nel tegame a rosolare con l'alloro in attesa della carne? E vedere scomparire il tutto dopo tre ore di cottura, a parte quei maledetti cubetti che ti hanno fatto perdere tanto tempo? Vabbé, forse però ne vale la pena. Alla prima forchettata :-)

Quando ci si appresta a tutto questo sano lavorio una tantum, è il pensiero delle carote che spinge il single a rimandare la preparazione e a cercare un negozio per investire in un robottino di cucina, magari piccolo perché lo spazio è tiranno. E fa la più grande cazzata della sua vita. Perché se lo prendi piccolo ci triti una cipolla alla volta. E non la triti, no, la rendi una purea. Il che, fa anche un po' schifo, quando vedi che olio e cipolla hanno la stessa consistenza. Non solo. Scopri che per tritarla devi tagliarla in tanti piccoli pezzi, perché senno la lama non fa il suo mestiere. E quindi ci metti più tempo a metterla nel robottino, a tritarla, a scolarla nella pentola che a lavorarla a coltello. Ed ecco che cominci a maledire l'investimento. Ti sollevi un po' quando viene il turno delle carote. Ma è al sedano che scopri quanto sei stronzo. Perché la lama ne trita una parte e i pezzi più grossi rimangono attaccati alle pareti. E non c'è niente da fare, più ti incaponisci e peggio è. Puoi solo consolarti di non averlo preso più grande, perché il risultato sarebbe stato una modica quantità tritata sul fondo ed il resto sparso per le pareti del robottone. Che poi dovrai lavare, prima di metterlo nella scatola e, poi, sul ripiano più alto della dispensa. Dove lo dimenticherai.

Per la cronaca, dopo aver rosolato le verdure, mettete la carne (manzo e maiale = 3 + 1), fate rosolare bene, quando si asciugano i liquidi una bella spruzzata di vino bianco, fate evaporare (bene senno il vino lascia l'acido), aggiungete il pomodoro (io metto i pelati frantumati) e fate cuocere a fuoco lento (due o tre ore).

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Target Sinergie “firma” la logistica del pastificio Cellino: nuova partnership con il gruppo sardo agroalimentare

E’ partita in Sardegna la nuova esperienza di logistica agroalimentare in outsorcing del gruppo Cellino, il quale ha affidato a Target Sinergie l’appalto del reparto confezionamento dell’omonimo pastificio a Santa Giusta, Oristano. Fondato nel 2001, per opera di Alberto e Lucina Cellino, il pastificio è nato come naturale conclusione di una filiera che vede il gruppo Cellino da tempo impegnato nella valorizzazione delle produzioni cerealicole sarde. In 12 anni il Pastificio Cellino ha consolidato la sua offerta attraverso la produzione di numerosi tipi di pasta commercializzati con il proprio marchio “Di Sardegna”, presente capillarmente nell’isola e diffuso sui mercati italiano, tedesco e statunitense. Accanto alla propria produzione, il Pastificio Cellino affianca la produzione di pasta alimentare per altre 20 aziende a marchio privato.

Il connubio logistico Target Sinergie – Pastifico Cellino si è sviluppato a partire dal reparto confezionamento dello stabilimento sardo. In precedenza era gestito totalmente “in casa”, poi il Pastificio ha intravisto nella terzializzazione dei vantaggi operativi importanti ed è nata la collaborazione con Target Sinergie, che vede l’impiego attuale di circa 26 addetti. Entro pochi mesi la collaborazione si estenderà alla gestione del magazzino Prodotti finiti, con una previsione di utilizzo di 50 unità totali. Target Sinergie consolida così la sua presenza sul mercato logistico sardo, dove da tempo eroga servizi alla società di distribuzione agroalimentare Marr spa.

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Precipoizi, Sòta la guaza, Annalisa Teodorani

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 18/09/2012 - 13:16

Sta vóita che par precipóizi

l'à la spònda d'un lèt

o la róiva d'un pensìr.

(... Questa vita che per precipizio / ha la sponda di un letto / o la riva di un pensiero.)

Argomenti: Autori: Opere:

Seminario di Osvaldo Saidon “Gruppi autogestiti nella clinica”

Scuola di prevenzione José Bleger Rimini - Mar, 11/09/2012 - 23:18

La scuola di prevenzione José Bleger riaprirà le sessioni di studio 2012 – 2013 con un seminario di Osvaldo Saidon su “Gruppi autogestiti nella clinica”. Il seminario si svolgerà presso l’Hotel Imperial Beach in Via Toscanelli 19 a Rimini dalle 16 alle 19 di venerdì 28 settembre 2012. Attività in collaborazione con http://area3.org.es

Osvaldo Saidon

Psichiatra Psicoanalista, Docente della scuola Bleger, si occupa di gruppi e di interventi istituzionali. E’ stato per diverso tempo esule in Brasile dove ha  lavorato sui temi dei gruppi e dell’analisi istituzionale. A Buenos Aires  esercita la clinica e formazione, interventi di supervisione e attività psicopolitica. E’ impegnato su temi che riguardano la scena teatrale di avanguardia ed il cambiamento sociopolitico  come forma di diffusione del benessese psicosociale. Sviluppa la schizoanalisi di Deleuze e Guattari.

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Seminario di Osvaldo Saidon "Gruppi autogestiti nella clinica"

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La scuola di prevenzione José Bleger riaprirà le sessioni di studio 2012 - 2013 con un seminario di Osvaldo Saidon su "Gruppi autogestiti nella clinica". Il seminario si svolgerà presso l'Hotel Imperial Beach in Via Toscanelli 19 a Rimini dalle 16 alle 19 di venerdì 28 settembre 2012. Attività in collaborazione con http://area3.org.es

Osvaldo Saidon

Psichiatra Psicoanalista, Docente della scuola Bleger, si occupa di gruppi e di interventi istituzionali. E' stato per diverso tempo esule in Brasile dove ha  lavorato sui temi dei gruppi e dell'analisi istituzionale. A Buenos Aires  esercita la clinica e formazione, interventi di supervisione e attività psicopolitica. E' impegnato su temi che riguardano la scena teatrale di avanguardia ed il cambiamento sociopolitico  come forma di diffusione del benessese psicosociale. Sviluppa la schizoanalisi di Deleuze e Guattari.

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Il savoir faire del ciclista. Non quello che pedala, quello che vende le biciclette.

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 28/08/2012 - 23:05

E' bello pedalare, andare al lavoro e tornare, e ricordarti, ogni volta, che fai prima su due ruote piuttosto che su 4. Perché Rimini è piccola. Centro – Gros 15 minuti appena. Gros - centro un po' di più, se – bum! - buchi alla Colonnella. Ma vuoi mettere camminare fino a San Giovanni, con le scarpe antinfortunistica... Vado da Martini, di fronte alla chiesa – ho una bici Martini, gli ho scucito 240 euro anni fa, due settimane dopo avergli scucito altri 240 euro per una bici poi rubata, mi aspetto che mi ripari la ruota - faccio per entrare mentre il titolare si congeda da una cliente e questi, il titolare, sulla porta, mi dice «Aspetti un momento». Aspetto. Sotto il sole. Sento che parla con un altro cliente di una corona da 44, o un pignone, non so. Aspetto. Sotto il sole. Lo congeda con calma – senza aver venduto niente - viene da me, sempre sotto il sole e mi dice «Dica». «Buongiorno». Capisce al volo e ripete «Buongiorno». «Mi è scoppiata una gomma» «Scoppiata o bucata?» «C'è differenza?» «Se è scoppiata tocca cambiare il copertone». «E' scoppiata ma non so se il copertone è da cambiare». «Ma ha fatto bum o ha fatto pssss?» «Ha fatto bum, direi». «Bisogna cambiare anche il copertone, allora». «Mah, vediamolo prima» dico io. «No, è sicuro, se ha fatto bum, tocca cambiare il copertone...» «Prima vediamo» insisto io. E questo mi alza la bici e mi fa controllare il copertone... Non ha strappi, almeno sul battistrada. «Venga domani a prenderla». «Guardi che io ci vado a lavorare con la bici» «Allora venga verso le 7 – 7,30. Sono le sei, vediamo se riesco a trovare un buco...» «Grazie». Nel frattempo, nonsopperché, il dialogo – «ha fatto bum o psss? Cambiamo il copertone» - mi fa venire in mente il meccanico di via Bertola, altro genio del savoir faire commerciale. In vetrina ha un cartello: si riparano solo le bici vendute. Il quale, per un tirante del freno spanato, (sì, quella stupida, piccola vite cava d'allumino che serve a regolare la guaina del cavo del freno) voleva cambiare entrambe le leve. Quattordici euro. Per la cronaca, il tirante l'ho comprato da Semprini per 50 centesimi. Alle 7,30 ritiro la bici, vedo da lontano la camera d'aria e il copertone sulla bici. Gentile – che strano - mi fa vedere il buco nella camera d'aria ma NON quello del copertone. Sbircio quello montato, che mi sembrava un po' tassellato per l'uso che ne faccio e mi dice: «visto che fa molta strada ne ho messo uno più robusto». «Quant'è?» «Venti euro». «Grazie».

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Speriamo di non finire “sotto” la Linea d'ombra

La casa di Kikko (il mio blog) - Dom, 26/08/2012 - 15:42

C'era la domenica mattina in piazza Cavour prima delle grandi mostre, sonnacchiosa e usuale, e c'era la domenica mattina delle grandi mostre di Goldin, più movimentata e dagli accenti inusuali. Inusuali in città, beninteso, non a marina. E non era spiacevole, anzi. Direi rinfrancante. Anche perché, prendendo il giornale all'edicola o eseguendo il rito cittadino della colazione al caffé Cavour, vedevi Rimini attraversata da persone che della “solita” cartolina riminese per antonomasia – sabbia sole sandali e sudore – non gliene poteva fregare di meno. Anche in giornate uggiose come questa, o brumose di calico autunnale. Niente contro i sandali e il sudore, parecchio del pane riminese viene da lì, eccezion fatta per buona parte di poveri bagnini e di poveri albergatori, che lavorano “a gratis et amore deo”. Per questo mi sono un po' preoccupato quando la Fondazione Cassa di Risparmio ha annunciato il divorzio dall'imprenditore della Linea d'ombra. Ultima conseguenza di un disastro amministrativo sancito dal commissariamento della cassaforte – e vetrina di potere - dei maggiorenti cittadini.

Attenzione, grandi mostre a Castel Sismondo ce ne sono state: il Meeting negli anni non si è risparmiato, così come la Cgil del congresso nazionale, per dirne qualcuna. Non si può dire che prima di Goldin ci fosse il deserto dei barbari, no. Dico che però la presenza di un evento espositivo in città non è mai stata così palpabile e netta come negli ultimi tre anni. Non tiro in ballo le cifre, anche perché stiracchiandole a destra o a sinistra si può provare tutto e il contrario di tutto. E non faccio nemmeno i conti del bottegaio, con esempi di ristoranti e bar del centro prima e dopo la cura espositiva: su questo terreno scivolano già le associazioni di categoria e gli ultimi esempi di dibattito – torno ai bagnini – mi fanno stare alla larga. Mi preoccupa invece la piega dei commenti sul "divorzio".

C'è chi esulta perché Linea d'ombra non sarà più tra noi. La proposta culturale era troppo bassa, secondo molti e ben educati all'arte pensatori, che vedevano nei percorsi espositivi di Castel Sismondo pochi contenuti e grande ricchezza di nomi, specchietti per il facile orecchio delle casalinghe di Voghera piuttosto che per occhi abituati al bello dell'Arte. Insomma, una cultura con la c minuscola, fatta per masse ineducate. Con buona pace di tutti quei lamentii stratificati nei decenni della cultura riminese – lo stesso coro che ha criticato Goldin, beninteso – circa un eccessivo appiattimento sul turismo senza cultura: sabbia sole sandali sudore, appunto. Coro nel quale mi ci metto anche io, sia chiaro. Non so se la pensano così i molti che nelle esposizioni hanno lavorato, sopratutto in questi periodi grami. Un'amica mi ha parlato delle ore trascorse a lustrarsi gli occhi nei colori di Van Gogh. Se le proposte di Goldin sono da massaia o Culturali, non ha fatto parola. E non posso dimenticare il magnetismo di Turner, quando me lo sono trovato davanti. Ma da qualche parte, per invertire con numeri tangibili (non con le dotte dissertazioni, ché qui a Rimini siamo maestri) la deriva turistica da non culturale a culturale, toccava cominciare.

Un amico ben educato (all'arte), dopo aver ricordato la querelle sulla proposta culturale ecc. ecc, che le file all'ingresso erano diminuite, ha liquidato il divorzio come una necessità: “il commissariamento...”. Il resto (visitatori, diverso approccio con la proposta turistica) non conta. Quanto al dover guardare anche con gli occhi dell'Amministratore, oltre che dell'Esteta, l'ha liquidato con un "Noi abbiamo Massimo"  (Pulini), sottintendendo che qualcosa si inventerà. Perché, dei due, l'Amministratore è Massimo. E accanto alla mia fiducia in Massimo (Pulini) ci metto pure gli auguri di cuore. E ce ne vogliono di auguri, con le casse pubbliche di 'sti tempi. Auguri che questo filone espositivo non si spezzi, ma che si rafforzi con proposte che incontrano sì la massaia, ma la fanno crescere. Perché di vernissage pieni e sale vuote l'indomani, francamente, ne abbiamo piene le culture. E vuota l'arte.

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Un giorno al Meeting di Rimini: mostra sul lavoro e cena romagnola


Target Sinergie coglie l’occasione per invitare i soci lavoratori, i dipendenti e i tirocinanti a trascorrere una giornata insieme al “Meeting per l’amicizia tra i popoli”, ospitato presso i padiglioni fieristici di Rimini – manifestazione internazionale di arte, lavoro, media e attualità, luogo di incontro tra religioni e culture diverse. Desideriamo partecipare all’evento che, in questi anni, ha inteso dare valore alla persona piuttosto che alimentare la logica del potere e della realizzazione sociale: l’occasione è gradita per richiamare il Consorzio a uno sguardo pienamente umano nei contesti di lavoro.

La proposta, per venerdì 21 agosto, si articola in due appuntamenti: alle 18 la visita alla mostra “L’imprevedibile istante. Giovani per la crescita”(Rimini Fiera, Padiglione B5), organizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà e Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, con la collaborazione di un gruppo di studenti universitari. L’iniziativa si colloca sulla scia del lavoro svolto sui “150 anni di sussidiarietà” (e proposto in una mostra inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso agosto). La mostra descrive il percorso dei giovani che dopo la scuola superiore accedono all’università e poi al mondo del lavoro, oppure che frequentano una scuola professionale per avviarsi al lavoro. L’iter verrà descritto attraverso la documentazione di esempi virtuosi, esperienze che meglio sembrano affrontare i bisogni e le difficoltà, soggettive e riconducibili a “difetti” del sistema, incontrate nelle varie fasi (formazione professionale, università, lavoro post-universitario, studio all’estero, ecc…).

Alle 20 cena presso il ristorante tipico “Romagnolo” (Rimini Fiera, Padiglione B3), per la quale è previsto un contributo di 10 euro. Le prenotazioni per la partecipazioni vanno lasciate ai propri capisquadra entro venerdì 17 agosto.

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Target Sinergie chiude il 2011 con un + 22% di fatturato. Oltre 11 milioni dalla logistica, seguono il comparto gestioni e l’igiene e pulizie

«Target Sinergie ha raggiunto nel 2011 i 16 milioni di fatturato, incrementandolo rispetto al 2010 del 22%»: Davide Zamagni, presidente della società consortile di Rimini, ha aperto con questo annuncio l’annuale assemblea dei soci, svoltasi nei giorni scorsi. La logistica si è confermata la voce più importante nei servizi erogati da Target Sinergie, con 11 milioni e 200 mila euro di fatturato raggiunto, seguono il settore delle gestioni dei servizi, che ha superato i 3 milioni e mezzo di euro di fatturato, ed, infine, la divisione igiene e pulizie industriali con 1 milione 200 mila euro.

«Nel 2011 abbiamo acquisito importanti servizi, consolidando il proficuo rapporto avviato con i nostri clienti più importanti – dice Davide Zamagni – come l’acquisizione della gestione della piattaforma logistica di Partesa a Imola e i nuovi servizi per Marr spa nel settore agroalimentare, solo per citarne alcune sul territorio. Alle quali si sono affiancate nuove commesse a Milano (Amsa), Ferrara, Marotta. Insomma, il profilo del lavoro di Target Sinergie è ormai definito come una realtà sovraregionale che opera con propri cantieri, oltre che in Emilia-Romagna, nelle Marche, in Abruzzo, Lombardia, in Toscana e Sardegna. E che impiega oltre 620 persone». Del consorzio Target Sinergie fanno parte le cooperative Target Service, Log – it e la cooperativa sociale in Opera, menzione speciale al Premio Marco Biagi – Il Resto del Carlino per la solidarietà sociale 2012.

«Ci siamo dati obbiettivi ambiziosi per il 2012, ma l’andamento dei primi 4 mesi sta dimostrando il superamento del budget previsto – ha spiegato il presidente Zamagni – con l’acquisizione di due nuove piattaforme distributive e di tre nuovi magazzini da gestire nel settore agroalimentare, oltre a numerose commesse nel settore dell’igiene e delle pulizie industriali. Disponibilità a mettersi continuamente in discussione, interesse a crescere con l’azienda, passione per il lavoro: questo è il profilo delle persone necessarie a raggiungere obbiettivi ambizioni. L’esperienza degli ultimi anni ci dice che il gruppo di lavoro formatosi in Target Sinergie corrisponde a queste caratteristiche».

«E se per il 2012 abbiamo obbiettivi ambiziosi , per il 2013, nel quale ricade il 25° anniversario della fondazione della nostra cooperativa madre, Target Service, vorremmo farci un regalo: vorremmo raggiungere insieme 25 milioni di fatturato e, di conseguenza, aumentare il numero delle persone che condividono con noi questa esperienza di lavoro e di impegno».

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Maree augurali

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 10/07/2012 - 18:47

C'è che ieri mica mi aspettavo una cosa così. Per il compleanno, dico. Uno dice che si sente in uno stato di pienezza, però poi non dice nemmeno la pienezza di cosa è, perché non lo sa spiegare nemmeno a sé stesso. Però pienezza, ecco. E non è solo per gli sms che arrivano e le paste che mangi con i compagni - sì COMPAGNI - di lavoro. E' che poi magari metti a puntino una roba che ti stava a cuore, e 'sta pienezza si volta a essere pure adrenalinica. E poi continua la rumba di auguri sulla bacheca e poi passi dalla zia a prendere le tagliatelle e questa, quando stai per andare via, sparisce in camera e torna con una manciata di euro, perché avrai anche 48 anni, ma lei ti regala la mancetta di quando eri ragazzino e non se ne rende nemmeno conto di che regalone ti fa. E allora 'sta pienezza qui sale, sale di augurio in augurio, di ora in ora, e diventa una marea di emozioni lievi, come quando il mare è calmo ma la marea è salita, e sciaborda sull'orlo delle ciglia. E adesso l'ho capito perché si dice Cento di questi giorni.

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