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Essere e avere. Tema elementare prima dei 48 anni

La casa di Kikko (il mio blog) - Dom, 08/07/2012 - 21:26

Sono nato da Paltrinieri. Sono stato ritto sul palmo di una mano. Sono evaso dal giardino di casa su una macchinina a pedali e mi hanno fermato alla latteria, prima della chiesa di San Giuliano. Poi la macchinina è sparita. Sono stato su una biciclettina blu con un joker. Sono andato da Paltrinieri con il nonno, a vedere il fratellino e dal ponte guardavo le barche con le coperte sopra. Sono stato in aereo con la mamma e Roberto. Sono stato in Sud Africa, in una roulotte e mangiavo le canne da zucchero che spuntavano ovunque. Sono stato all'asilo in Sud Africa, dormivo in una brandina e parlavo l'inglese, ma non lo sapevo. Per il mio compleanno ho avuto una capanna zulù tutta dolce, con un albero di marshmallow. Sono stato all'asilo da suor Maria e mi piaceva tanto che un giorno ho insistito per andarci. Mi ci hanno portato ma non c'era nessuno: era sabato. Come era brutto il cortile vuoto. Sono stato alle scuole Ferrari in prima, dalla mia finestra guardavo sempre i rombi colorati sul tetto dell'hotel Napoleon e una ragazza nuda sull'insegna del night club di fronte. Sono stato con la nonna, il nonno, la zia Rita e lo zio Utto. Sono stato al cinema con il nonno a vedere Luis De Funes al Metropol. Sono scappato intorno al tavolo dal nonno, perché era arrabbiato. Sono stato a scuola a San Giuliano, con Gegio e Giuseppe. Sono stato in giardino a imparare a memoria le poesie, poi non mi entravano in testa e la zia Rita mi diceva di dormirci su. E la mattina dopo le sapevo. Sono stato malato, con lo zio Utto che mi faceva prendere le supposte. Un giorno l'ho presa da solo ma lui non ci ha creduto. E l'ho presa due volte. La mamma è tornata dall'Iran con Robertino, e sono stato nella casa in città ma non mi hanno cambiato scuola. Sono stato sul 2, sul 4 e sull'8, tutte le mattine all'andata e al ritorno. Sono salito su un aereo con l'hostess e i miei soldatini medievali a Rimini e papà mi è venuto a prendere a Roma. Sono stato a Gaeta. Ho fatto la terza a Gaeta, e il maestro Cosimo ci faceva cantare l'inno nazionale. Sono stato in elicottero. Sono stato a una festa sul Castoro II e sono scivolato e ho fatto cadere il babbo. Ho giocato a baseball con la mazza, la palla e il guantone che mi ha regalato papà. Ho giocato con un sacco di ragazzi a baseball, in un cortile vicino a casa. Poi la palla ha rotto un vetro e sono scappati tutti. Una notte sono partito per Rimini perché il nonno stava male. Ho visto la gola del Furlo e l'acqua del fiume quella mattina e ho chiesto cosa aveva il nonno e il babbo mi ha detto che era morto. Sono tornato a Gaeta. Con una 500 blu, la mamma e Robi e tanti pacchi sono tornato da Gaeta. Sono andato alle scuole Tonini, di là del parco, ma non c'era posto. Sono andato alle scuole De Amicis e il posto c'era con la maestra Giovanna Chicchi. Ho scritto bei temi – diceva la maestra - e ho scritto in un quaderno con la storia di Rimini, dell'arco d'Augusto e del ponte di Tiberio. Ho ballato con l'Angela Tarani Crocodile Rock di Elton John nella sua cucina. Un sacco di pomeriggi e un sacco di volte. Ho fatto a botte con Marco Mazza. E le ho sempre prese. Ho fatto due gol nel cortile della scuola, uno di culo su calcio del terzino, uno con i piedi. E basta. Ho fatto i giochi della Gioventù e volevo ritirarmi al primo giro del campo di baseball. Poi mi hanno fatto ripartire e sono arrivato decimo. Su undici. Ma c'era la medaglia lo stesso. Ho firmato la lettera di auguri alla maestra Chicchi che stava male, anche se non volevo perché dicevo che eravamo noi che l'avevamo fatta stare male. Ho finito le scuole elementari.

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In Opera, 10 anni di cooperazione sociale: in un video la storia, i servizi, gli obbiettivi futuri

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Un video per raccontare 10 anni di cooperazione sociale, di progetti per gli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate e per guardare al futuro: sono i contenuti salienti del video che In Opera, cooperativa sociale di Rimini, aderente al Consorzio Target Sinergie, ha prodotto. E che ha diffuso inaugurando il canale Youtube del Consorzio Target Sinergie.

Negli oltre 5 minuti di immagini il fondatore Domenico Pirozzi, ripercorre i primi passi della coop. Poi, la carrellata sullo stato dell’arte dell’azienda sociale riminese e dei servizi erogati, raccontati da alcuni dei protagonisti del lavoro: i capisquadra nei cantieri di logistica per l’editoria Umberto Ciraci e Marco Rossi e il responsabile operativo Gilberto Aluigi del servizio gestione dati e teleselling Hera. Una voce narrante completa il quadro d’insieme della professionalità raggiunta e dei molteplici e differenziati campi d’intervento – maturati in seno al Consorzio Target Sinergie – per i quali la cooperativa sociale In Opera impiega oltre 140 addetti: logistica, gestione di magazzini, centri di distribuzione, servizi di igiene, pulizie, sanità, gestione parcheggi e call center. Le immagini sono state girate presso lo stabilimento della Opportunity spa a Santarcangelo di Romagna, nella sede centrale e negli uffici decentrati del Consorzio Target Sinergie.

Il video, della durata di 5,35 minuti, è stato progettato e prodotto da Stefania Mosconi, Enrico Rotelli e dal presidente Simone Vezzali, quindi interamente dal personale della cooperativa, utilizzando il service Bottega Video per le riprese e il montaggio, sfruttando uno dei pacchetti di servizi per la comunicazione messo a punto dal Consorzio Sociale Romagnolo per le coop associate.

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Target Sinergie presto avrà una nuova sede: dal 25 giugno in via Pomposa 39 D, Rimini

Nuova sede per il Consorzio Target Sinergie e le sue imprese consorziate: Target Service, Log – it, In Opera. Dal 25 giugno 2012 i nuovi uffici saranno operativi in via Pomposa 39/D, 47924 Rimini (RN) e risponderanno al nuovo numero telefonico 0541 796411, Fax (centralino) 0541 796451,  Fax (uffici commerciali)  0541 769450. Fino al 24 giugno i nostri recapiti saranno i consueti.
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Dopo la manifestazione delle femministe – Passato, presente e chissà, Loriano Macchiavelli

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 12/06/2012 - 00:02

- Si può sapere com'è successo? Sta' calmo che non è grave.

- Come puoi dire che non è grave? Guarda quanto sangue sto perdendo. Morirò dissanguato. E' grave, gravissimo.

- Ma come è successo?

- Che ne so. Me ne stavo a guardare tutti quei culi che salivano le scale quando qualcuno mi ha colpito con l'asta di un cartello. Proprio sulla fronte. Dio, che botta.

- E tu te ne volevi scopare un paio, pensa un po'. La scopata l'hai presa tu questa volta: sulla fronte.

- Se mi capita tra le mani.... Se mi capita tra le mani...

- Allora hai visto chi ti ha colpito?

- Ho visto sì. Che botta.

- La conosciamo? E' una delle solite?

- E' stata una... Se mi capita tra le mani, quella maledetta....

- Sapresti riconoscerla?

- Credo di sì.

- Allora è fatta: quelle matte sono tutte schedate. Andiamo in archivio e la troviamo di sicuro. Sporgiamo una bella denuncia contro di lei per lesioni, resistenza e per...

- Per niente. Meglio di no.

- Meglio di no cosa?

- E' una questione privata. La risolvo io.

Sarti Antonio, sergente, crede di aver capito il senso della situazione. E anche io.

- Maledetto stronzo! Le hai toccato il culo e quella si è rivoltata. Maledetto stronzo! Ti sta come un vestito nuovo. T'immagini la denuncia che dovresti fare? «Mentre toccavo il culo dell'imputata, questa, con scarso spirito di collaborazione, mi colpiva in fronte...» Ci sarà da ridere.

- E chi sporge denuncia?

Felice Cantoni, agente, lascia perdere il discorso e riprende il lamento funebre. Continua pure a tenersi il capo tra le mani: - Che botta. Sto per svenire: sento che sto per svenire. Ma quando si arriva a questo ospedale?

Argomenti: Personaggi: Autori: Opere:

Target Sinergie incontra le imprese sarde: a Cagliari l’evento CDO Expandere

Un’occasione per approfondire la conoscenza della realtà imprenditoriale sarda, dove il Consorzio Target Sinergie già opera da anni, curando la logistica della Marr spa, a Cagliari. A offrire l’opportunità è Expandere with Matching, l’iniziativa organizzata dalla Compagnia delle Opere di Cagliari, presso la Città dell’impresa (Pirri), 11 giugno dalle ore 9 alle 20. EXPANDERE with MATCHING è un evento pensato per offrire alle imprese del territorio sardo un’occasione di incontro e scambio di opportunità. L’obiettivo è favorire lo sviluppo di una rete locale e nazionale, tramite la quale promuovere la crescita di imprese e imprenditori.

Saranno presenti aziende, ditte individuali, cooperative, liberi professionisti e altri attori economici impegnati nei diversi settori dell’economia e dei servizi: dall’agroalimentare all’industria, dalla sanità all’edilizia, dalla cultura al no profit. Le attività presenti potranno fissare incontri tra loro, volti alla costruzione di nuovi rapporti personali ed economici.

EXPANDERE with MATCHING si propone inoltre come un momento dedicato ai giovani, con la presentazione del servizio CDO Lavoro e la disponibilità di uno sportello ad hoc per la ricezione di curriculum e la presentazione di richieste. Verranno organizzati workshop e momenti di formazione dedicati a diversi temi: dall’accesso al credito alla comunicazione, passando per informatica, finanza e risparmio energetico. Il tutto realizzato con la partecipazione di operatori di mercati internazionali, Istituti di Credito, Enti ed Istituzioni.

EXPANDERE with MATCHING vuole essere un momento utile per connettere e accrescere le competenze delle imprese locali, in modo da creare un vero tessuto produttivo ben collegato e funzionale.

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Facebook, ovvero la televisione-fai-da-te?

La casa di Kikko (il mio blog) - Mer, 06/06/2012 - 13:45

Ho accumulato 1179 amicizie su Facebook. Diverse di queste sono persone che non conosco. Ma la netiquette prescrive di dire sì a tutti, e quindi... A qualcuno, per curiosità, ho chiesto come è arrivato a me: poche volte ho ricevuto risposta, e perlopiù evasiva. Se erano donne, si sganciavano alla svelta pensando al solito polipone che intorta. Altri sono attività commerciali che non visiterò, spesso gestite da persone pagate per farlo. E che non si curano di essere invasive. La cancellazione diventa ineludibile, quindi. Altri ancora mi propinano massime sulla vita che nemmeno Fabio Volo scriverebbe. Il che, è tutto dire. Altri ancora rilanciano bufale e immagini tarocche senza nemmeno degnarsi di fare una ricerca su google: neanche la fatica di fare un click in più per verificare: sostengono e basta. Quelli che creano immagini tarocche e rivolte populiste. Delle persone che mi sono vicine, invece, poche scrivono, pochissime interagiscono. Mi ripeto che in fondo sto anche studiando questo "social network", che anche io lo uso talvolta per lavoro e quindi è giusto esserci. E' giusto stare in questo magma che riflette il comune sentire. Ma se il comune sentire si basa sulla collezione di amicizie, su massime sulla vita che nemmeno Fabio Volo ecc ecc, su contatti commerciali e su immagini false o demagogiche, beh, qual è la differenza con la televisione? Il fai-da-te?

Argomenti: Media:

Target Sinergie a Pesaro, ad Expandere incontrerà circa 200 aziende del territorio marchigiano

Target Sinergie a Expandere Pesaro: l’azienda consortile di servizi riminese ha scelto di partecipare all’iniziativa Cdo Pesaro – Urbino tesa a far incontrare oltre 200 imprese del territorio marchigiano e delle regioni limitrofe. L’occasione, organizzata dalla Compagnia delle Opere della città rossiniana, si terrà presso il Centro Congressi Hotel Flaminio e durerà tutta la giornata di venerdì 8 giugno, dalle ore 8,30 alle 18. Durante l’iniziativa B2B sarà possibile incontrare possibili clienti e selezionare nuovi fornitori, conoscere potenziali partner e fare rete, dialogare con Esperti a disposizione per approfondire i temi su cui si giocano i fattori competitivi dell’impresa, confrontarsi con operatori più strutturati e di maggiori dimensioni, iniziare ad operare in altri ambiti territoriali e relazionarsi con le pubbliche amministrazioni.

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Un nuovo vuoto

La casa di Kikko (il mio blog) - Ven, 25/05/2012 - 00:47

Il vuoto dell'appartamento fa rimbombare ogni piccolo spostamento, mentre l'odore della tempera colma ogni distanza dal passato. Niente più macchia di vino abbandonata nel Suo vagolare alcoolico, niente più segni di mobilia, né tessiture d'insetto né infinite orme di mani a cercare la luce. Non più tracce del tempo trascorso, né di chi si è avvicendato a coprire lo spazio. Casa, ormai, non è più casa.

Argomenti:

Target sinergie a Incontrarsi per crescere – Expandere Emilia Romagna CDO: a Bologna oltre 400 realtà nei diversi settori dell’economia

Target Sinergie a “Incontrarsi per crescere – Expandere Emilia Romagna”, l’evento della Compagnia delle Opere a Bologna che permette ad oltre 400 imprese del territorio regionale di entrare in contatto ed aumentare e proprie conoscenze e cercare nuove opportunità. L’evento, previsto a Bologna il 30 maggio presso il Palazzo della cultura e dei congressi, consiste nel favorire il contatto diretto e le relazioni tra imprenditori di diversi settori merceologici, tramite incontri B2B, al fine di facilitare la ricerca di clienti e fornitori, sviluppare nuove opportunità di business e individuare nuove strategie di sviluppo a sostegno delle PMI.

Il Consorzio Target Sinergie sarà presente con un proprio desk, presentando i servizi erogati dalle imprese consorziate. Oltre a partecipare ai matching sarà possibile prendere parte al calendario di formazione ed informazione previsti in calendario, in tema di finanza, internazionalizzazione, reti d’impresa e social network.

A conclusione del pomeriggio, Expandere terminerà i suoi lavori con una Conversazione Imprenditoriale dal titolo “Costruire in un mondo che cambia”, un momento di sintesi di tutta la giornata che sarà aperto anche ai non partecipanti.

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Francis Turner, Antologia di Spoon River, di Edgar Lee Masters

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 15/05/2012 - 21:52

Da ragazzo
non potevo correre né giocare.
Da uomo potei solo sorseggiare dalla coppa,
non bere -
perché dopo la scarlattina m'era rimasto il cuore malato.
Eppure riposo qui
consolato da un segreto che solo Mary ocnosce:
c'è un giardino di acacie,
di catalpe e di pergole dolci di viti -
là, quel pomeriggio di giugno
a fianco di Mary -
mentre la baciavo con l'anima sulle labbra
l'anima d'un tratto mi volò via.

Argomenti: Autori: Opere:

Tanto in mezzo c'è la celere: delle strategie per darsi un po' di visibilità

La casa di Kikko (il mio blog) - Sab, 12/05/2012 - 23:07

Io ho capito cosa lega i fascisti di Rimini ai gruppetti di militanti che li “affrontano“: sono complici. Nella sopravvivenza. Se non ci fossero gli uni, gli altri avrebbero ben poco da fare. Se non ci fossero gli altri, gli uni avrebbero ben poco da dire. Perché diciamolo, gli uni sono solo 4 gatti neri spelacchiati usciti da un tosatoio, per giunta in stato di semiclandestinità. Più o meno come Rolf – il mio cane, buonanima – che quando lo tosavo scappava a nascondersi per qualche ora per la vergogna. E i giornali se li filano poco poco entrambi. Anche perché ne hanno le caselle e-mail piene.

All'inizio avevo un bel dire a chi davo - gratuitamente - consulenze di lasciarli perdere. «Guardate – dicevo – che ogni volta che scriviamo di 'sti gatti neri gli diamo pubblicità». Ma questi: niente. Giù un comunicato. E se il capo tentennava, qualcuno da sinistra lo scavalcava. Per cui smetteva di tentennare e giù un altro comunicato. Questi altri – i quattro gatti neri spelacchiati – devono aver mangiato la foglia. Hanno capito che A) con le molotov li legano. B) con quattro volantini non vanno da nessuna parte. C) c'è sempre qualcuno che non ha niente da fare che invece li sbircia sui social network. D) c'è sempre qualcuno che, a corto di idee in politica, stila un documento ben farcito di prosopopea che non serve a niente per avere un po' di visibilità. E tricchete tracchete ecco saldata l'alleanza che garantisce, oltre alle bandierine sventolate e gli striscioni srotolati, un minimo sindacale di politica e medagliette: un trafiletto ieri, un corteo oggi – tanto in mezzo c'è la celere: mica si menano sul serio – una pagina domani. E tutti insieme su Facebook a leggersi. Tra di loro. Posto, ergo sum.

Argomenti:

Premio Marco Biagi per la solidarietà, menzione speciale per la cooperativa In Opera, del Consorzio Target Sinergie

Si è svolta il 16 marzo a Bologna la cerimonia di premiazione della sesta edizione del Premio Marco Biagi – il Resto del Carlino per la Solidarietà Sociale 2012. Tra le 39 associazioni emiliano romagnole premiate, In opera, del Consorzio Target Sinergie ha ricevuto una menzione speciale per l’attività svolta a sostegno dell’integrazione sociale di cittadini a rischio esclusione, facilitandone l’inserimento nel lavoro.

L’impegno della cooperativa è rivolto a persone diversamente abili, in trattamento psichiatrico, in recupero da dipendenze o ex carcerati. Il Premio ha infatti lo scopo di valorizzare le associazioni senza fini di lucro che si sono particolarmente distinte nell’assistenza sociale e sanitaria e nella formazione di persone e categorie svantaggiate, nella formazione dei giovani e nel loro avviamento al lavoro.

Il Premio dedicato al giuslavorista ucciso dalle Brigate rosse il 19 marzo 2002 gode dei più prestigiosi riconoscimenti a partire dall’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e delle più alte cariche dello Stato.

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Assemblee dei soci delle cooperative aderenti al Consorzio Target Sinergie Rimini, sabato 19 maggio. Dopo il dovere, il piacere: torneo di calcetto e cena sociale

Assemblee dei soci delle cooperative aderenti al Consorzio Target Sinergie, sabato 19 maggio. Sarà un momento associativo ma anche di divertimento l’annuale appuntamento con i soci e i dipendenti che compongono la galassia Target Sinergie, che si terrà quest’anno al Campo di Don Pippo (via Santa Cristina, località Casetti, Rimini). Oltre alle assemblee – all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio 2011, la presentazione delle nuove attività, sviluppi commerciali – per soci e dipendenti sono previsti momenti di svago come il torneo di calcetto al pomeriggio e la cena sociale a buffet. Per facilitare l’organizzazione è gradita la conferma della partecipazione.

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Target Sinergie a Expandere Alta Lombardia – Lariofiere, Como – l’evento Cdo per incontrare le PMI di Como, Sondrio, Lecco, Monza e Brianza

Trasferta in alta Lombardia per il consorzio Target Sinergie: l’azienda di Rimini parteciperà a Expandere Alta Lombardia, l’evento Compagnia delle Opere in programma martedì 15 maggio 2012 presso Lariofiere a Erba (CO), dove presenterà durante i Matching previsti nell’evento Cdo i servizi per il mercato lombardo, dove il consorzio è attivo sia presso aziende clienti sia con due strutture consorziate di recente acquisizione nella zona di Como.

L’obiettivo di Expandere Alta Lombardia consiste nel favorire il contatto diretto e le relazioni tra oltre cinquecento imprenditori di diversi settori merceologici, tramite incontri B2B, al fine di facilitare la ricerca di clienti e fornitori, sviluppare nuove opportunità di business e individuare nuove strategie di sviluppo a sostegno delle PMI del territorio, che quest’anno coinvolgerà, oltre a Como, Sondrio e Lecco, anche Monza e Brianza.

Nella dinamica di prossimità territoriale si favoriranno opportunità di collaborazione tra le aziende, necessarie per superare le carenze delle piccole imprese ed aumentarne la competitività sul mercato, permettendone pertanto il consolidamento per alcuni e l’aprirsi ad un mercato interprovinciale per altri. Condividendo le esperienze si possono individuare soluzioni ai problemi e sviluppare alleanze che diano più forza alle piccole imprese.

Nel corso della giornata di lavoro, imprese di tutti i settori avranno l’occasione di conoscersi tramite incontri diretti e percorsi guidati, per stringere più relazioni possibili e impostare eventuali progetti di collaborazione futuri.

La manifestazione sarà preceduta da incontri di preparazione, per supportare i partecipanti e garantire a ciascuna azienda iscritta di trarre il massimo beneficio.

EXPANDERE Alta Lombardia 2012 avrà inoltre un’area dedicata all’interno del portale www.officineinnovazione.it, uno strumento di social networking attraverso il quale le aziende del territorio potranno mettersi in comunicazione tra loro per instaurare, mantenere e sviluppare relazioni anche dopo la chiusura della giornata di incontri e che sarà il punto di riferimento per accedere a informazioni e aggiornamenti costanti su tutto ciò che ruota intorno alla manifestazione.

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Galleggiando nell'acqua

La casa di Kikko (il mio blog) - Mer, 02/05/2012 - 22:37

Dopo due anni 8 mesi e spiccioli, ho rimesso mano ai miei siti. Modificandoli completamente. Ci starebbe bene un echissenefrega, ma in realtà è stato un passo importante, per la Casa di Kikko, il sito e tutta la piccola galassia politico – informativa che, da poche ore, è visitabile sul nuovo server fornitomi da Servededicati.it. Sì perché non ci mettevo mano, a parte l'ordinaria amministrazione – un testo oggi, un testo ieri... - dall'agosto 2009, quando uno spartiacque si è frapposto tra me e il mio lavoro. Rimettere mano ad un territorio largamente inesplorato quale la gestione in proprio di un server o lo sviluppo di un sito in un'ottica professionale è stato, in qualche modo un ricominciare. Da capo.

Negli ultimi due mesi mi sono sbattuto per scrollarmi di dosso la ruggine accumulata in questi anni. Non ho scritto una riga, a parte le cazzate su Fb – perché davvero sta diventando un ricettacolo di cazzate, più che di cazzeggi – e il testo per mio fratello, unico rigurgito di scrittura al quale la contingenza mi ha vincolato. Senno, non avrei scritto neppure quello. Lo stesso per il web. Ed è cambiato al punto che mi sono trovato per le mani non un o strumento familiare – come era il mio Drupal – ma uno strumento nuovo, la cui curva di apprendimento, già prima abbastanza alta, in questi ultimi due mesi è diventata quasi una salita di Sisifo.

Non credo di aver perso tempo, nel frattempo. Non molto, almeno. Oppure occasioni. Niente che non si possa recuperare con qualche ora di studio extra. Non ho danneggiato nessuno, in fondo. Chi contava su di me ha continuato a farlo, ignaro di quel che succedeva, facevo o non facevo. I risultati credo siano più che dignitosi. Del resto, il lavoro è lavoro, siamo tutti intercambiabili, più o meno. Ma questi territori, dal giorno dell'infarto, non erano più i miei. A Leonardo Montecchi, un caro amico, ho raccontato un sogno strano: galleggiavo sulle acque adriatiche, al largo di Cervia o di Ravenna. Un mare calmo, forse al tramonto. Sapevo di essere lì ma le piattaforme non c'erano più. Giusto i pali riconoscevo, che affioravano per pochi centimetri. Il sogno di un sopravvissuto l'ha definito, un immagine che riaffiora quando guardo la scena finale del Moby Dick di John Huston, mentre Ismaele galleggia aspettando la Rachel.

In questi due anni ho esplorato altri territori: mi sono misurato, di nuovo, con il lavoro dipendente, in una cooperativa sociale. Un sano stacco che mi ha permesso di riprendere possesso (?!) del mio corpo, e ri – conoscere un ambiente diverso, meno raffinato forse, più sincero ma sopratutto reale. Probabilmente, però, è tornato il momento di riprendere qualche vecchia abitudine.

 

Argomenti: Strumenti: Autori: Opere: Media:

Festa del lavoro, un pensiero da Conrad

La casa di Kikko (il mio blog) - Mar, 01/05/2012 - 23:44

No, non mi piace il lavoro. Preferirei poltrire pensando a tutte le cose belle che si possono fare. Non mi piace il lavoro - a nessuno piace - ma mi piace quel che c'è nel lavoro - l'occasione di scoprire se stessi. La propria realtà - per sé, non per gli altri - ciò che nessun altro uomo potrà mai sapere. Gli altri possono soltanto vedere l'apparenza, senza poter mai sapere che cosa significhi veramente.

Joseph Conrad (da Cuore di Tenebra)

Argomenti: Autori: Opere:

2012- Anno Internazionale delle Cooperative

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che il 2012 sarà l’Anno Internazionale delle Cooperative per mettere in risalto il contributo che le cooperative danno allo sviluppo socio-economico, in particolare riconoscendo il loro impatto sulla riduzione della povertà, l’occupazione e l’integrazione sociale.

Con la risoluzione A/RES/64/136, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite incoraggia tutti gli stati membri, le Nazioni Unite e tutte le parti interessate ad approfittare dell’Anno Internazionale delle Cooperative per promuovere le cooperative, sensibilizzando l’opinione pubblica sul loro contributo allo sviluppo economico e sociale e promuovendo la formazione e la crescita delle cooperative.

La risoluzione A/RES/64/136 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite invita inoltre tutti gli stati membri a darsi da fare a livello nazionale per istituire apposite commissioni preposte alla celebrazione dell’Anno. In particolare con il compito di pianificare, promuovere e il coordinare le attività delle istituzioni governative e delle organizzazioni non governative interessate alla celebrazione dell’Anno Internazionale delle Cooperative.

Gli obiettivi dell’Anno Internazionale delle Cooperative sono:

■Sensibilizzare l’opinione pubblica in merito al ruolo delle cooperative e al loro contributo allo sviluppo socio-economico e al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

■Promuovere la formazione e l’espansione delle cooperative.

■Incoraggiare i governi ad adottare politiche, provvedimenti normativi e regolamenti che favoriscano la formazione, la crescita e la stabilità delle cooperative.

Per saperne di più visita il sito dedicato all’Anno Internazionale delle Cooperative:

http://www.un.org/en/events/coopsyear/

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Psicoanalisi e Poesia

Scuola di prevenzione José Bleger Rimini - Sab, 03/12/2011 - 14:25

L’esplorazione psicoanalitica del mondo interno del paziente che si dispiega nella relazione terapeutica tramite le vicissitudini del transfert e del contro-transfert, così come la specifica attenzione all’ incontro tra mondo interno e realtà esterna, tra soggettivo ed oggettivo, fa si che il linguaggio psicoanalitico non possa essere solo quello della scienza, rivolto al misurare ,a stabilire rapporti causa-effetto e ad esporre  fatti oggettivi.

La psicoanalisi si è progressivamente dotata di un linguaggio relazionale, empatico, rivolto, per dirla con la fenomenologia, più al comprendere che non al capire,un linguaggio per  operare una rielaborazione del Mondo che sia affettiva prima che cognitiva, capace di fornire validazione e ri-conoscimento all’ esperienza e di dare parole che sostengono il sè impegnato ad esperire.( Quando  si sta vivendo una esperienza, la mente procede per associazioni e sensazioni non potando contare su categorizzazioni della esperienza che è in corso) .

Scrive Claudio Neri : ” Gli psicoanalisti italiani, per un’antica tradizione che risale a Federn e Weiss e che è stata portata avanti da Perrotti, Musatti e Servadio, sono stati allenati a monitorare momento per momento ciò che accade in seduta; in particolare il mutare di sensazioni, atmosfere, vissuti corporei. Essi cercano con costanza il contatto emotivo con il paziente, seguono accuratamente il minuto scambio – fatto di silenzi, gesti, cambiamenti nello spazio e mutamenti della postura – tra il paziente e loro stessi, che sostiene, modifica e mette a punto la relazione terapeutica. Le percezioni vengono annotate nella mente dell’analista come osservazioni utili per seguire lo sviluppo della seduta; esse però possono anche non essere annotate come osservazioni, ma trasformate in immagini, fantasie e narrazioni che al momento opportuno potranno venire condivise (o meno) con il paziente.”
Io credo che all’ analisi ed alla psicoterapia psicoanalitica serve un linguaggio in grado di rappresentare i fenomeni che avvengono nell’ area intermedia dell’ esperienza. Intendo per area intermedia sia quella compresa tra il polo soggettivo e quello oggettivo dell’ esperienza, che tra il Sé e l’ Altro da sé. Per comodità espositiva, facendo riferimento alla concettualizzazione proposta da Winnicot, definisco questo linguaggio come :

linguaggio dell’area transazionale.

Certo non può essere il solo utilizzato dal terapeuta che deve saper usare anche parole precise , in grado di definire traumi avvenuti,promuovere confronti ruvidi e dolorosi esami di scomode realtà.

Il linguaggio dell’area transizionale è  basato più sul tatto che non sulla presa, ha il fine di rendere pensabili emozioni di cui non si era fatta esperienza., ha valenze poetiche. Gioco simbolico, risonanza affettiva,condivisone del sentire,produzione di associazioni ed immagini …… sono tutte qualità che definiscono sia questo linguaggio  sia la poesia stessa.

Con la poesia ” Disturbo dell’ umore” ho cercato di dare voce  al bisogno di comprensione di un paziente diagnosticato in base ai criteri oggettivi forniti dal manuale DSM IV, come narcisista e ciclotimico ( il cui problema psico-patologico principale è di non riuscire a riempire il vuoto ).

“Disturbo dell’ umore”

Mi vergogno del mio umore trapezista
al suono dell’applauso alto volteggia,
basta una svista un fischio cade in basso
più spesso in loco d’ogni luce muto.
Facile per te comodo seduto
sulla poltrona, trono d’analista,
dirmi: – deve accettare l’insuccesso –.
Provaci tu ad esistere nel vuoto
strizzacervelli che vuoi darmi un voto.

****

Il rimando concettuale è , innanzitutto, all ” area transizionale” descritta da Donald W. Winnicot come l’area del gioco dove soggettivo ed oggettivo si incontrano consentendo la creatività. Area che si forma solo se all’ inizio della propria vita il bambino incontra una madre sufficientemente buona,(o comunque un care-giver sufficientemente buono). E’ da quell’ incontro che scaturisce la possibilità di un dialogo tra mondo interno e realtà esterna.

Molti pazienti non sono in grado di essere creativi senza correre il rischio di delirare.

Molti non riescono ad immettere creatività nel loro rapporto con il reale che risulta così opprimente e devitalizzato e con cui possono avere solo un rapporto imitativo e compiacente.

Scrive Winnicot che la creatività “è una sorta di colorazione dell’intero atteggiamento verso la realtà esterna”.
“La creatività consiste nel mantenere, nel corso della vita, qualcosa che appartiene all’esperienza infantile: la capacità di creare il mondo”.

Come poeta ( non residente), quando scrivo sperimento il piacere di abitare l’area transizionale, il piacere del gioco simbolico che mi consente di personalizzare il mio rapporto con il mondo immettendo in esso la mia soggettività. E’una possibilità inusuale quella che dona la poesia in questi tempi concreti dove efficacia, efficienza, “evidence based” sono valori assoluti.

Quando un poeta nomina un oggetto, quell’oggetto lo rappresenta, diviene importante e significativo ,acquista vitalità anche se si tratta di una cosa morta, si pensi ad esempio agli “ossi di seppia” di Montale.

Un esempio clinico tra i tanti possibili dell’importanza dell’area transizionale per riuscire ad immettere la propria soggettività nel mondo, ricrearlo senza però perdere il rapporto con la realtà condivisa, insomma senza delirare, lo fornisce una mia paziente: L.
Il primo incontro con L è iniziato in modo drammatico e ha comportato un ricovero obbligatorio in psichiatria.

Quando l’ho conosciuta L era in avanzato stato di gravidanza, allontanatasi da casa vagava per la città. Delirava, negava che il padre del bambino che portava in grembo avesse avuto qualsiasi ruolo nel concepimento.

Quell’uomo l’aveva delusa, non poteva essere lui il genitore di suo figlio.

L’aveva lasciato ed ora affermava che il concepimento era il frutto della sua unione con una persona speciale individuata in un cantautore famoso, ma a volte questa persona diveniva una sorta di entità immateriale come lo Spirito Santo.

Ora L sta molto meglio, dipinge e scrive poesie grazie all’arte riesce a separare e mettere in contatto il mondo interno degli affetti e dei desideri con la realtà esterna e condivisa.

Nella sua vita c’è ancora la presenza sempre più immaginaria e sempre meno delirante di un compagno ideale, a volte ne avverte la presenza, in passato ne sentiva anche la voce,ma riesce sempre più a collocarla nel mondo della fantasia come avviene quando lo descrive con struggenti parole d’amore in una poesia che conclude così: “Tutti mi dicono che non esisti – tu esisti nel mio desiderio”.

Delirio e poesia si escludono reciprocamente, dove ci sono metafore e similitudini non c’è il delirio. Quando Dino Campana scriveva i “Canti orfici” era strano, eccentrico, ma non matto, Quando è impazzito non ha più scritto una sola poesia.
Con la poesia L pare dimostrare di riuscire a ritrovare l’accesso all’area transazionale, per dirla con Winnicot può dare la propria coloritura al reale, mantenendo però un rapporto con esso.

All’opposto di chi come L delira ci sono quei pazienti iper-oggettivi descritti da Winnicot come :”Falsi Sé” che con il reale possono solo avere un rapporto imitativo, per cui la vita è un susseguirsi di accadimenti senza risonanza interiore, vivono nella oggettività e il loro raccontarsi è solo cronaca di fatti.

Al rapporto imitativo con la realtà si riferisce la mia poesia:

“Normopatia”

Abbiamo pensieri già pensati
ognuno appeso dentro alla mente
pronto all’uso come un indumento
nell’armadio, solo da indossare.
Per quanto poi riguarda i sentimenti
ci affidiamo al telegiornale
che trasmettendoci immagini cruente
ci mostra il mostro che è da odiare,
c’è poi la moda in obbedienza a Dio
di perdonarlo, buoni, per Natale.
Infine i consigli per gli acquisti
danno prove che il tripudio esiste
se l’intestino ritorna puntuale
vincendo la stipsi che fa tristi.
Noi si lascia tutte agli anormali
le ciarle degli psicoanalisti

Oltre a Winnicot molti autori , (tra i quali Balint, Bion, Fonaghy….) hanno dato fondamentali apporti per definire un linguaggio terapeutico rivolto al dare forma alla esperienza così come avviene nell’ area di transizione tra soggettivo ed oggettivo, mondo interno e realtà esterna, quell’ area da cui origina il nostro sé ed il nostro flusso di coscienza.

Per non appesantire il discorso mi limito a citare solo Russel Meares che in “Intimità ed alienazione” scrive:

“Durante il gioco simbolico il bambino prende le cose del mondo che non sono le sue e le trasforma … la foglia in una barca, il bastone in un uomo, la pietra in un mostro”. “Nel gioco dunque gli oggetti alieni del mondo vengono trasformati in cose che vengono avvertite come mie. Sono permeate … di una specie di calore e di intimità”.

“Il gioco simbolico, il linguaggio particolare e la forma del gioco del bambino sono espressioni di una particolare forma di attività mentale che trasforma sia gli oggetti sia le parole del mondo esterno nei pensieri e nelle parole del mondo interiore e personale”.
Il gioco simbolico porterà poi alla possibilità di sviluppare quello che Meares definisce il linguaggio del sé, cioè un linguaggio non lineare, basato sulle associazioni, che corrisponde al monologo interiore.

Meares indica la necessità per il terapeuta di: “creare un’atmosfera di connessione con un’altra persona che permetta al gioco simbolico di venire alla luce e che è necessaria per la nascita di una vita interiore e per giungere alla sensazione di essere vivi. E’ questo, dunque il primo compito di un terapeuta”.

****

Possiamo tutti testimoniare che quando cerchiamo di definire una esperienza nuova, affettivamente importante ,quindi non ancora codificata da termini ormai acquisiti, ci scopriamo a cercare un linguaggio con aspetti poetici, associativo, non linearmente logico e quando ci riusciamo ne traiamo piacere e sentiamo che quella esperienza entra a fare parte di noi.

Non sono in grado di fornire una definizione esaustiva dell’ aggettivo “poetico”. Posso affermare che il linguaggio poetico cerca l’ incontro tra immaginazione, sensorialità e significato .

In questo articolo propongo alcune annotazioni facendo riferimento alle figure retoriche mediante le quali la poesia prende forma e arriva al cuore del lettore .

La metafora comporta un trasferimento di significato nel campo semantico, quindi consente di parlare degli affetti senza imprigionarli subito con parole troppo oggettive, o scontate. Riporto una poesia di Goethe che è una ottima metafora dei limiti di un approccio conoscitivo teso ad afferrare la mente per esaminarla scientificamente :

Attorno alla fonte volteggia
La cangiante libellula;
m’incanto a contemplarla:
ora è scura ora è chiara,
come il camaleonte
da rossa si fa azzurra
e da azzurra a verde.
Se potessi vedere
da vicino le sue tinte!

Frulla si libra, è sempre in moto!
ma zitto, ora si posa sul salice.
ecco, ecco, sono riuscito a prenderla!
e adesso che la osservo attentamente
vedo solo un blu cupo e malinconico-

Ben ti sta, analista delle tue gioie!

Goethe

La metafora è largamente impiegata in analisi, ricordo a tale proposito che per Stern è uno strumento terapeutico di primaria importanza e la metafora terapeutica può divenire una ” chiave” che consente di comprendere e cambiare la vita di un paziente.

La metafora in psicoanalisi non può certo essere “ermetica” e deve riproporre al paziente elementi che appartengono a lui ed alla relazione paziente/analista, evitando una colonizzazione della mente del primo componente della coppia analitica,con parole che esprimono solo la creatività del secondo.

Un buon esempio di utilizzazione della metafora nell’ ambito del rapporto psicoterapeutico ce l’ha fornito la collega dott.ssa Laura Lazzarini esponendo nel Gruppo di Studio e Ricerca Psicoanalitico di Rimini il caso di un paziente da lei seguito.

Il paziente, segnato da gravissimi traumi  passati ed attuali, si difende dalla depressione utilizzando difese paranoidi.

La collega gli propone l’ immagine metaforica di un cecchino in uno scenario di guerra

La metafora racchiude  tutta la  storia del paziente, contiene il suo incontro con la morte, la paura,la solitudine ,l’ essere sia vittima che carnefice, l’ angoscia persecutoria che lo costringe alla costante necessità di riconoscere i “nemici”.Parla di lui e del  rapporto terapeutico dove l’ analista corre il rischio  costante di   venire  fatta fuori.

La metafora è nata dall’ incontro tra analista e paziente, comunica al paziente che  è contenuto nella mente dell’ analista, quindi è già terapeutica.

La Dott.ssa Lazzarini ha avvertito la necessità di parlare in gruppo del paziente per riuscire  a capirlo in pieno, eppure con quella metafora ha  dimostrato di averlo già perfettamente compreso.

La metafora consente di veicolare una comprensione relazionale, affettiva, basata sull’ incontro .

Scriveva Freud ” l’ inconscio si rivela in simboli o metafore e la psicoanalisi per entrare in contatto con l’ inconscio cerca di usare il suo linguaggio metaforico. ”

L’ originario approccio freudiano prevedeva un uso delle metafore da parte del terapeuta come di una illustrazione a mezzo ” di una immagine esemplare, intuitiva e calzante … di una verità che tuttavia esiste in sé al di là del gioco e della forza espressiva della metafora ”

Oggi, in una visione più moderna e complessa della realtà e del linguaggio “la metafora può apparire di per sé forma di conoscenza, di costruzione di realtà “( Gian Paolo Scano).

Scrive a tale proposito Umberto Eco : ” Quando le figure retoriche sono usate in modo creativo esse non servono ad abbellire un contenuto già dato ma contribuiscono a delineare un contenuto diverso ” .

La parola poetica stabilisce accostamenti, collegamenti, correlazioni tra pensiero, affettività, sensorialità ,tra diverse percezioni e rappresentazioni del reale, tra affetti contrastanti…

Gli accostamenti si realizzano mediante similitudini.

La similitudine, è il creare associazioni di idee mediante l’uso del come

“si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.”
Giuseppe Ungaretti

Questa , invece l’ ho scritta io:

“Lo psicotico”

Per ogni oscuro psicotico,
la vita è un atto eroico
come stare nel mesozoico
tra le zampe d’un dinosauro,
o nel labirinto minoico
tra le corna del Minotauro.

Gli accostamenti poetici si possono realizzare anche mediante altre figure retoriche tra cui sinestesie ed ossimori .
La sinestesia consiste nell’ accostamento di termini che appartengono a sfere sensoriali diverse.

” Io venni in loco d’ ogni luce muto”( Dante Alighieri)

Questa sinestesia credo che possa essere una efficace descrizione poetica dell’ inferno della depressione grave e l’ ho utilizzata come terapeuta e come poeta.

L’ ossimoro è una figura retorica che accostando termini opposti consente di dare forma con potenza espressiva e con immediatezza a sentimenti contrastanti.

Ci sono pazienti che espongono i terapeuti ad un- silenzio assordante-

terapeuti che trasmettono ai pazienti un -freddo calore-

Le ultime due annotazioni riguardano la sensorialità ed il simbolo

Antonello Correale descrivendo quei pazienti che non riescono ad inscrivere affetti caotici e travolgenti in una griglia linguistica, a causa di traumi subiti durante la loro crescita, afferma:

“A me sembra che per affrontare il tema del trauma e delle esperienze traumatiche ripetitive noi ci dobbiamo dotare di un linguaggio che sia sufficientemente poetico. Intendo per poetico un linguaggio che sia molto impregnato di sensorialità, ma una sensorialità che ha delle valenze narrative, delle valenze comunicative, per cui all’interno delle immagini sensoriali ci sia come una apertura verso una scena più ampia che è prevalentemente la scena che la persona cerca di raccontare”.

Correale definisce il linguaggio poetico come impregnato di sensorialità. L’attenzione alla sensorialità del linguaggio credo che sia un altro punto di incontro tra poesia e psicoanalisi e forse tra psicoanalisi ed estetica .Vale la pena di ricordare che Boumgarten , fondatore dell’ estetica moderna definisce l’ estetica come la scienza della conoscenza sensibile, dando alla rete sensoriale una sua specifica ed autonoma funzione conoscitiva.

E’ nel DNA psicoanalitico, a partire dal primo modello pulsionale l’ attenzione al rapporto mente-corpo, sensorialità-pensiero.
Possiamo pensare alle prime interpretazioni psicoanalitiche sottese solo dalla teoria pulsionale, (con i continui rimandi al corpo ed alla libido) anche come a delle metafore intrise di sensorialità. La  psicoanalisi credo che spesso presti una attenzione, forse intuitiva, all’ aspetto sensoriale della parola , inteso non tanto come suono e ritmo, ma come la possibilità della parola di evocare sensazioni percettive.

Pensiamo a termini semplici che usiamo con i nostri pazienti quali : si sente leggero, si sente appesantito, o a interpretazioni complesse,ad es. “a quanto pare le mie parole le sono risultate indigeste ed ora vuole vomitarle”. Tutte  queste espressioni permettono un collegamento comunicativo con quella prima consapevolezza del sè che è innanzitutto sensoriale e percettiva.
Scrive Lucia Pancheri : “la sensorialità influenza immediatamente lo stato di coscienza e il senso di sé, forse perché le percezioni sensoriali possiedono una vividezza e un’immediatezza che funzioni intellettuali più complesse, come il pensiero, non possiedono e sono in rapporto più diretto con le emozioni.”……..

Di sensorialità si è  occupato Bion; nel suo complesso e affascinante modello psicoanalitico teorizza che gli stimoli sensoriali devono essere trasformati dalla funzione mentale chiamata alfa, una funzione relazionale che nasce all’ inizio del rapporto tra madre e figlio, grazie alla capacità della madre di contenere le emozioni e le esperienze sensoriali che il bambino non riesce ad elaborare.

I pazienti psicotici hanno un difetto della funzione alfa che li rende esposti al rischio costante di impazzire per una sovra-stimolazione sensoriale ed emotiva. Suggestiva a questo proposito  l’ immagine del “girasole impazzito di luce” proposta da Montale.

Dall’associazione tra questa immagine, il modello di Bion ed i pazienti che si chiudono in casa, definiti in Giappone Hikikimori è nata la mia poesia

“Hikikimori”

Il dolore scuce la mente
aprendola in ampi fori
così che il Sole fuori
entra lancinante e la violenta.
Come il fiore di Montale
pazzo di luce, cerca l’ombra
chiude gli scuri alla finestra
il pallido ragazzo Hikikimori.
Servono parole poetiche
nella sua stanza ingombra,
chiedono, arresi, i genitori
farmaci da dargli di nascosto
insapori inodori incolori.

In psicoanalisi come in poesia vengono fornite sempre e solo  parole, cioè simboli - Il simbolo rimanda ad un’assenza.

La psicoanalisi e la psicoterapia psicoanalitica   possono fornire al paziente parole che l’ accarezzano ma non  carezze reali. Tutta la comprensione possibile , il tatto, l’ empatia, la vicinanza sono sempre e solamente mediate dalle parole, mai da un incontro di corpi e/o dalla assunzione di un ruolo diverso di quello del terapeuta. Parole  nate  dall’ incontro tra terapeuta e paziente che si svolge sempre all’ interno della cornice del setting., quindi con un orario programmato, posizioni mantenute, il pagamento…. Un paziente esprime intense angoscie abbandoniche, il terapeuta stabilisce un caldo contatto empatico, ma l’ ora finisce e arrivederci alla prossima volta, al paziente rimangono le parole.
.
Psicoanalisi e poesia sono entrambe impegnate nel darci la possibilità di esistere attorno al sentimento di mancanza. (In particolare la psicoanalisi Kleiniana ha teorizzato che la creatività nasce a partire da vissuti depressivi di mancanza e dalla accettazione di questi.)

Un piatto di spaghetti senza vongole diventa un piatto di “spaghetti alle vongole scappate”, questa ricetta campana è una produzione simbolica , è una operazione poetica, è ” presenza fatta d’assenza”( e “ presenza fatta d’ assenza” è un ossimoro di J. Lacan .)

Accontentarsi dei simboli non è cosi scontato, a tal proposito propongo in chiusura le mie due poesie :” Trauma della nascita” e “Dipendenza dallo psicoanalista”.

“Trauma della nascita”

Cianotico uscito dalla pancia
mi ha dato il benvenuto l’asfissia
neonato ho conosciuto l’ansia.
Io del grembo conservo nostalgia:
senza avere fatto l’esperienza
della strettoia nel fondo dell’imbuto,
al suono del battito cardiaco
fluttuavo in una danza lenta
Cresciuto, ho un analista tondo
nel suo lettino cerco la placenta.

“Dipendenza dallo psicoanalista”

Lo psicoanalista non va in ferie
sarebbe imperdonabile mancanza
come per un dentista che con la carie
aperta ti lascia, va a casa e pranza.
Un maestro di sci nel fuoripista
si stanca, ti lascia alle intemperie.
Il mio se la può scordare la vacanza
se non fornisce motivazioni serie.
Se vuole il mare, prima mi guarisca.
Lo tengo chiuso a chiave nella stanza.

Bibliografia

Fernando Bollino, ” Nuove lezioni di estetica” CLUEB Bologna 2011

Antonello Correale, “Memoria implicita, area traumatica e schemi emozionali”, on line in Gruppo di studio per il disturbo border line di personalità

Umberterto Eco, ” Trattato di semeiotica generale”, Boringhieri Milano 1975

Peter Fonagy, ” La mentalizzazione nella pratica clinica”, Raffaello Cortina  Milano 2010

Russel Meares,” Intimità e alienazione “, Raffaello Cortina Milano 2005

Claudio Neri, ” La nozione allargate di campo in psicoanalisi”, Rivista di Psicoanalisi 2007 vol. 1

Lucia Pancheri, ” Analisi della sensorialità nel romanzo il Profumo di Patrick Suskind”, On line in Psychomedia

Claudio Roncarati, “La fata fatua e lo psichiatra”, Co-edizione CFR – Alpes Roma 2011

Donald W. Winnicot,

  • “Gioco e realtà”, Armando Roma 1974
  • ” Dalla pediatria alla psicoanalisi, scritti scelti!”, Martinelli Firenze 1981
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Psicoanalisi e Poesia

Scuola di prevenzione José Bleger Rimini - Sab, 03/12/2011 - 14:25

L'esplorazione psicoanalitica del mondo interno del paziente che si dispiega nella relazione terapeutica tramite le vicissitudini del transfert e del contro-transfert, così come la specifica attenzione all' incontro tra mondo interno e realtà esterna, tra soggettivo ed oggettivo, fa si che il linguaggio psicoanalitico non possa essere solo quello della scienza, rivolto al misurare ,a stabilire rapporti causa-effetto e ad esporre  fatti oggettivi.

La psicoanalisi si è progressivamente dotata di un linguaggio relazionale, empatico, rivolto, per dirla con la fenomenologia, più al comprendere che non al capire,un linguaggio per  operare una rielaborazione del Mondo che sia affettiva prima che cognitiva, capace di fornire validazione e ri-conoscimento all' esperienza e di dare parole che sostengono il sè impegnato ad esperire.( Quando  si sta vivendo una esperienza, la mente procede per associazioni e sensazioni non potando contare su categorizzazioni della esperienza che è in corso) .

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