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Gli articoli che ho scritto per il quotidiano L'unità, nelle pagine nazionali e dell'Emilia Romagna.

Ballottaggio Rimini. La spinta di Vendola per Andrea Gnassi

Soli alla meta: si schierano così a poche ore dalla scadenza degli apparentamenti (oggi alle ore 20) i due contendenti rimasti alla corsa di sindaco a Rimini: Andrea Gnassi del centrosinistra e Gioenzo Renzi, indietro di circa 3 punti, del centrodestra. Gnassi, che ieri ha incassato il sostegno del capogruppo Pd alla Camera Dario Franceschini, preferisce «condurre il dialogo con le forze politiche sul binario nuovo per Rimini di un cristallino progetto che diventa governo efficiente e non dispersivo. Ripeto, non farò pastrocchi perché i riminesi sono arcistufi della stagnazione e della paralisi che, ormai per troppi, è sinonimo di una politica da buttare».

Niente «pastrocchi», si resta nel circuito Pd, Psi, Idv, Rimini per Rimini, Verdi e Federazione della sinistra. E «niente pastrocchi» ha replicato Fabio Pazzaglia, l'ex Pd candidato a sindaco da Sel e dalla civica Fare Comune. «In consiglio comunale sarò tra i banchi dell'opposizione: niente poltrone». Ma nonostante questo avrebbe comunque votato Gnassi al secondo turno, perché «sono del centrosinistra e un candidato contro il 25 aprile non lo appoggerei mai», ha detto ben prima del primo turno. Non si apparenta Sel, ma farà arrivare a Rimini il suo leader, Nichi Vendola, previsto per giovedì insieme al presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, a ribadire che «il nostro popolo ci chiede, anzi ci impone, un'alleanza Pd, Sel e Idv». Tesi accolta dal partito riminese, che ha avviato - ora - un dialogo con il Pd da concretizzare in futuro, anche se dalla cosiddetta "base" diversi malumori si colgono, nati sui temi della cementificazione, delle ronde in spiaggia e del capodanno sulla Rai che «drena risorse al sociale». Per cui domenica 29 Sel vota Gnassi e chi non vuole starà a casa.

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Rimini. Ballottaggio con molte incognite. Gnassi: «io non farò pasticci». Divisioni negli schieramenti

Poco più di tre punti, 3,17% li hanno separati al primo turno, ma ora, per Andrea Gnassi del centrosinistra e Gioenzo Renzi del centrodestra, si apre una nuova partita: la ricerca di nuove "collaborazioni", qualcuna possibile, altre invece mediabili solo dagli appelli agli elettori, ovvero senza "pagare dazio" alle formazioni politiche. Non ha parlato apertamente di apparentamenti Andrea Gnassi al suo incontro con la stampa, vedrà «le forze politiche che si riferiscono ai valori del centrosinistra. Discuteremo ma l'elemento per me imprescindibile è che non si devono fare pastrocchi. In Italia sono troppe le situazioni in cui invece di governare ci si preoccupa dell'equilibrio tra partiti, fino a dover accontentare appetiti per niente nobili. A Rimini si cambia pagina anche in questo; e quello del governare senza dover arrancare giorno per giorno e fare concessioni sbagliate è un valore per me basilare».

Nell'orizzonte di Gnassi ci potrebbe essere il Sel e sopratutto gli elettori di Fabio Pazzaglia, che ha chiuso al 5% di preferenze, ma la divisione tra vendoliani e centrosinistra è stata fin troppo marcata. Un muro contro muro che nasce dall'amministrazione di Ravaioli e che difficilmente potrebbe sgretolarsi. Più percorribile il rivolgersi direttamente a quell'elettorato che comunque, come lo stesso Pazzaglia aveva detto in campagna elettorale è «di centrosinistra. E non voterei mai uno che non ha partecipato alla festa della Liberazione». Renzi, per la cronaca.

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Rimini. Ballottaggio tra Gnassi e Renzi nella città più grillina della regione

Andrea Gnassi del centrosinistra conclude il primo turno a Rimini con il 38,13%, in vantaggio di quasi 4 punti contro il candidato del centrodestra Gioenzo Renzi. Poi il grillino Luigi Camporesi - la sorpresa, con il suo Movimento che fa la performance migliore : +3% circa - che chiude oltre l'11% e il candidato Sel (ed ex Pd) Fabio Pazzaglia, con quasi il 5% dei voti. Chiudono così il primo atto delle amministrative riminesi gli attori principali, il resto della compagnia, 12 in tutto, non superano lo scoglio dello sbarramento. In 5 nemmeno il prefisso telefonico. Il responso della platea elettorale, arrivato a rilento a partire dalle 18 (sic!), delinea da subito queste distanze, mentre rilascia un quadro politico molto più variegato nelle 21 liste che appoggiavano i 12 aspiranti primi cittadini.

Tiene abbastanza il centrosinistra con il Pd che cede, pero, almeno due punti. Forse li ha raccolti la civica che li affianca, Rimini per Rimini, di sicuro non l'Idv, che crolla dal 6,74 che aveva lo scorso anno a meno della metà. Da prefisso il Partito socialista, non supera il 2% la Federazione della sinistra mentre i verdi superano l'1. Ma è in casa del centrodestra il vero tracollo. Il Pdl perde quasi il 10% dei voti, ma non grazie alle bordate che la Lega, per bocca del segretario regionale Gianluca Pini, ha rivolto per tutta la campagna elettorale alla sua classe dirigente. Anzi, il Carroccio non solo non raccoglie gli elettori transfughi del Popolo della Libertà, né consolida il suo 9,24% ma perde almeno 2 posizioni. Sarà la seconda delusione di Pini in provincia, la prima gliela riserva Pennabilli, che lo snobba come sindaco preferendogli il candidato del centrosinistra Lorenzo Valenti. Per 80 voti. Crolla della metà l'Udc: mortale l'appoggio alla civica dell'ex sindaco socialista Moretti, che li supera addirittura.

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Rimini. Schieramenti divisi. Se la giocano il Pd Gnassi e il Pdl Renzi

Ultime ore da inquilino a palazzo Garampi per Alberto Ravaioli, il silente (in campagna elettorale) sindaco uscente di Rimini. Da questa mattina saranno (probabilmente) Andrea Gnassi per il centrosinistra e Gioenzo Renzi per Pdl e Lega a tentare la scalata, entrambi nel segno della discontinuità, del secentesco edificio pubblico, cercando i voti dei 113971 elettori riminesi, 54375 uomini e 59596 donne. Insieme ad altri 9 candidati sindaci e ben 21 liste collegate per eleggere, oltre al sindaco, i 32 consiglieri comunali che la nuova legge dota ai comuni di meno di 250 mila abitanti. Un taglio di 8 seggi che fa lievitare di molto le preferenze da ottenere ai circa 670 candidati in lizza.

Un po' di colore: 43 gli ultracentenari al voto, la più "adulta" ha 103 anni, 5 invece diventano maggiorenni oggi e fanno parte della schiera di 1327 "remigini" del voto, mentre 188 sono i cittadini europei che hanno chiesto di votare a Rimini: 131 rumeni (chissà chi voteranno...), 11 tedeschi, 9 francesi, 8 inglesi e 5 olandesi.

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Cattolica (Rn). Si sceglie dopo il capitombolo commissariale

Torna alle urne la commissariata Cattolica, dopo la caduta del sindaco Pd Mirco Tamanti. I 13707 elettori (7213 donne, 6494 uomini), sceglieranno tra 4 candidati, ma due i più forti: Piero Cecchini, vincitore delle primarie, sostenuto da Pd, Arcobaleno, Sel, Psi e la civica Cattolica con Cecchini, e Cono Cimino per il centrodestra al suo terzo tentativo. Lo sostengono Officina civica, Tocca a noi, Tutti per Cattolica, Pdl e Lega.

Pubblicato su L'Unità Emilia - Romagna

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