Con trombe e fanfare si è archiviato il vecchio 2007: “un successo senza precedenti, superati gli share di ascolto, con oltre il 70% di telespettatori sintonizzati sul count down”. Mica scemi: una volta ci siamo sintonizzati su Canale 5 per il conto alla rovescia. La trasmissione era registrata: abbiamo stappato un po’ prima, qualcosa tipo il Capodanno di Fantozzi, insomma. Almeno, la Rai costa cara, ma non ti frega.
E prima, raccontano le fanfare, “complice la giornata di sole, il 31 dicembre a Rimini è iniziato all’insegna del pienone, con un frenetico via vai di turisti giunti da tutta Italia per gustarsi l’atmosfera del mare d’inverno illuminato a festa e il grande pacchetto di eventi predisposto dall’amministrazione comunale, in collaborazione con le associazioni e i privati”. Insomma, la Rimini pro televisione gongola, come sempre quando siamo sotto gli sguardi dei riflettori, un po’ per trainare il turismo e un po’ per essere trainati.
Le due facce della città, in qualche modo, ce le hanno rimostrate anche quest’anno: una Rimini nazional popolare con le solite stangone travestite da Village People sul palco (ma non erano i portabandiera di una cultura gay, costoro?! Vabbé, trituriamo tutto...), i comici televisivi e Carlo Conti. Ed una Rimini alla (lenta) riscoperta del proprio passato: la Domus del Chirurgo, intanto. Poi il recupero del fossato intorno al Castello, di cui – oggettivamente - molti lettori sentiranno la pressante mancanza (spedite una mail di conferma, per favore: non sappiamo quantificarvi). Per la sezione Contemporanea del Museo, invece, restiamo in attesa.
Insomma, di carne al fuoco – no, valà, brace - ce n’è. Com’è però che tra queste due Rimini culturali ci sentiamo un po’ spaesati? Non è che qualcosina di mezzo c’è? Mica tanta, giusto per farsi gli auguri di un 2008 un po’ più vero e un po’ meno istituzionale...