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Approvata alla Camera la legge sul franchising. Gambini "è tempo di modernizzare i rapporti per impresa e consumatori.

"Il franchising ha grandissime potenzialità, esistono segnali di uno sviluppo forte anche nel nostro Paese nei settori più diversi, dal commercio ai servizi. Ma esiste anche una giungla priva di regole, con tutte le ricadute negative che questo comporta. Il disegno di legge che abbiamo appena approvato alla Camera vuole "disboscare" questa jungla, liberando nuovi strumenti all'imprenditoria emergente del commercio". E' il commento di Sergio Gambini, il capogruppo Ds in commissione Attività produttive, dopo l'approvazione alla Camera del progetto di legge sul franchising, del quale è stato promotore e poi relatore per l'emiciclo di Montecitorio. E' soddisfatto il parlamentare riminese: inaugurando quest'oggi la fiera del Franchising di Roma, una delle più importanti dedicate a questo segmento imprenditoriale, durante un convegno ha dichiarato che "l'approvazione di questa normativa è un tassello nella modernizzazione dei nuovi sistemi di vendita, che hanno bisogno di una celere regolamentazione per essere non essere trasformati da opportunità di lavoro a trappole, che penalizzano consumatori e operatori".

"Il franchising, come il Multilevel marketing sono sistemi in forte espansione e dalle grandi opportunità, il segno di un'imprenditoria diffusa che nei paesi europei è già affermata e regolamentata e perciò può crescere a beneficio dell'occupazione e del consumo. Ma mentre sul franchising siamo a buon punto, manca ora solo l'ultima lettura al Senato, non è così per la mia proposta di regolamentazione del multilevel, con la legge ancora in fase di discussione, né per la class action, l'istituto giuridico di tutela collettiva dei consumatori che come Ds cerchiamo di introdurre nel nostro ordinamento. Lo spettro di vicende come il caso Tucker e, più in generale, le vendite piramidali e le catene di Sant'Antonio, mettono in luce quanto il nostro assetto di regole per la trasparenza nei rapporti sia arretrato. Un'arretratezza che viene scontata, purtroppo, quando i nodi vengono al pettine. Il consumatore truffato in una vicenda di vendita piramidale può tentare di recuperare quanto sottrattogli, ma che ne è dei consumatori che devono fronteggiare "giganti" finanziari come la Cirio o una multinazionale quale la Parmalat, assistiti da studi legali enormi? Con i tempi attuali della giustizia, senza la "class action", senza la possibilità di dare ai consumatori forme aggregate di difesa giuridica, è come mettere di nuovo Davide contro Golia, questa volta senza nemmeno la fionda".

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