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Riordino del settore energetico, incostituzionale per Gambini la norma in discussione alla Camera: “esautora Regioni e Comuni".

Una pregiudiziale di incostituzionalità perché esautora dalle decisioni in materia di nuovi impianti di produzione energetica ed elettrodotti le Regioni e gli Enti locali: approdato in aula a Montecitorio il disegno di legge sul riordino del settore energetico proposto dal centrodestra ha trovato la richiesta di sospensione dell’esame del provvedimento. I contenuti della legge sono stati considerati così gravi dalle forze di opposizione da meritare l’eccezione di costituzionalità, presentata da Sergio Gambini ed altri 10 deputati dell’Ulivo. Per il parlamentare riminese il testo approdato alla Camera pone “allo scoperto un approccio pesantemente centralistico che, al di là delle dichiarazioni di facciata, connota l'orizzonte della cultura istituzionale di questa maggioranza”. Il rischio, in caso di approvazione del provvedimento, è che nuovi impianti come quello previsto a Raibano vengano decisi esclusivamente su un tavolo romano, “senza rispettare il parere delle comunità locali, alla faccia del decentramento e della partecipazione”.

Durante la discussione Gambini è intervenuto denunciando il pesante stravolgimento del disegno di legge, avvenuto dopo la discussione in commissione Attività produttive, in particolare per l’articolo 12. Il risultato sarebbe che “per impiantare una centrale termoelettrica come quella prevista a Raibano, il Governo centrale esautorerebbe dal processo decisionale gli enti locali. Intendiamoci, ho visionato il progetto industriale della centrale corianese e per molti versi è convincente. Si tratta di una scelta strategica per l’intera comunità provinciale e tuttavia è una scelta delicata che deve essere compiuta solo dopo avere certezze ambientali necessarie e con il convinto consenso dei governi locali. Proprio per questo non credo che non si possa attribuire in via diretta ed esclusiva allo Stato la facoltà autorizzatoria per i nuovi impianti. Nel nostro come in altri casi si esautorerebbero da ogni decisione le comunità locali, una prassi inaccettabile da un punto di vista politico ed incostituzionale da un punto di vista formale. E’ una palese violazione della competenza legislativa attribuita alle Regioni dall'articolo 117 della Costituzione, in materia di governo del territorio e di produzione trasporto e distribuzione nazionale dell'energia. La pregiudiziale di costituzionalità oggi è stata respinta, ma so che anche nella maggioranza molti parlamentari rifiutano lo scippo delle competenze regionali e comunali. Nei prossimi giorni rinnoverò la pressione perché alle Regioni e ai comuni sia restituito il potere di decidere sugli insediamenti energetici nel proprio territorio”.

Comunicato stampa scritto per: 
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