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"Gli aumenti nei settori bancario, assicurativo e dell'energia alimentano il carovita", Gambini incalza il Governo.

"Cresce l'allarme per la riduzione dei consumi nel nostro paese, è la diretta conseguenza della riduzione del potere d'acquisto che ha colpito le fasce più deboli della popolazione". Sergio Gambini interpella il Governo, dopo che quest'ultimo ha annunciato interventi per controllare la dinamica dei prezzi. Ma lo ha fatto, accusa il parlamentare riminese, "dopo anni di inerzia ed avendo disatteso le previsioni di monitoraggio in sede di introduzione della moneta unica europea". In commissione Attività produttive, il capogruppo Ds ha denunciato, con un'interrogazione a risposta immediata, che in questi anni "nulla si è fatto per progredire nella liberalizzazione di settori che influiscono in maniera determinante nella spirale del carovita: il settore bancario, quello finanziario, quello assicurativo, quello dell'energia e delle prestazioni professionali". Come? "Il Governo ha sempre contrastato interventi tesi a controllare la dinamica delle tariffe, come quelli assunti ad esempio nella precedente legislatura sulle tariffe RC auto".<br>Per il Governo ha risposto il sottosegretario Mario Valducci, il quale ha ricordato il recente Protocollo di intesa tra istituzioni locali, Governo e la filiera del mondo produttivo e della grande distribuzione per la calmierazione dei prezzi, già attivato a Torino, a Palermo e in altre importanti città. Valducci ha ricordato la borsa elettrica, varata per liberalizzare il mercato dell'Energia, gli osservatori sui prezzi al consumo approntati. Un elenco che, ha dichiarato Gambini nella replica "costituisce in realtà un bilancio fallimentare, vista la situazione che si è determinata. Basti del resto pensare, a titolo di esempio, che il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia è stato ritardato di tre anni dal Governo, portandolo dal 31 dicembre 2004 al 2007". Qual è il vero indirizzo dell'Esecutivo per combattere il carovita, quando persino i suoi ministri propongono al Paese ricette discordanti: "il ministro Marzano ha manifestato l'intenzione di sterilizzare il prelievo fiscale sugli aumenti di carburanti, mentre Siniscalco, che ha smentito tale proposta, ha annunciato invece un intervento sui servizi bancari e finanziari".

Di fronte ad una situazione maturata tra colpevoli ritardi nella protezione del potere d'acquisto degli italiani, "la responsabilità dell'aumento dei prezzi non può essere attribuita esclusivamente alla categoria dei commercianti - ha detto in conclusione di replica Gambini - Anche il presidente dell'Antitrust ha rilevato, nella sua Relazione annuale, come i maggiori aumenti tariffari siano registrabili nei servizi bancari, finanziari, assicurativi e nel settore dell'energia. In questi ambiti va rintracciata la vera responsabilità della spirale inflazionistica che colpisce il nostro Paese e della quale il Governo reca la gravissima responsabilità".

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