“Grandissima preoccupazione non solo per il futuro del settore dell'auto”, la crisi Fiat mette in discussione “uno dei connotati più importanti del profilo industriale dell'Italia, ha ripercussioni su tutto il Paese e presenta particolare gravità in aree, quali quelle del Mezzogiorno, già caratterizzate da una situazione di elevata tensione sociale”. Al Question time di oggi è stata discussa l’interrogazione del capogruppo Ds in commissione Attività produttive Sergio Gambini, presentata al Governo, accompagnata dalla firma di altri 16 colleghi di partito, nella quale si chiedevano gli orientamenti dell’Esecutivo dopo la presentazione del piano industriale dell‘azienda torinese. Piano giudicato “del tutto inadeguato ad assicurare credibili prospettive di ripresa”, che rende del tutto improponibili “le procedure relative alla cassa integrazione guadagni ed il blocco delle attività produttive attraverso la chiusura degli impianti”.
“E’ necessario aprire finalmente un vero tavolo di confronto sull’industria automobilistica, che coinvolga proprietà, sindacati e banche – si legge nell’interrogazione del parlamentare riminese – al fine di avere chiarezza sul ruolo che la proprietà e le banche intendano svolgere”. Oltre agli interventi per bloccare la chiusura degli stabilimenti Fiat di Termini Imprese e di Arese, Gambini chiede all’esecutivo quali interventi intende promuovere per bloccare le procedure di cassa integrazione, per collocarle in “un nuovo piano industriale in grado di rilanciare l’industria automobilistica italiana e dare finalmente risposta all’allarme delle migliaia di lavoratori e di piccole imprese coinvolte nella crisi”.