“Vaghe, lacunose e in ritardo, le risposte fornitemi del ministero degli Esteri sui diritti negati ai lavoratori frontalieri a San Marino e sulla doppia imposizione denunciano la pervicace chiusura alla quale il centrodestra ci ha purtroppo ormai abituati. E l’immobilità nella tutela dei diritti di questi lavoratori, anche in sede europea”. E’ il commento di Sergio Gambini, dopo aver letto la breve lettera di risposta alla sua interrogazione parlamentare, avanzata nel settembre dello scorso anno alla Farnesina. “Contratti a tempo determinato rinnovati di anno in anno in barba alle convenzioni internazionali Ue, doppia tassazione introdotta a sorpresa e non per legge ordinaria: volevo conoscere l’evoluzione della situazione contrattuale e fiscale dei lavoratori italiani a San Marino, dopo gli incontri che il ministro italiano ha avuto con il suo collega sammarinese nel settembre dello scorso anno, quando sembrava che la Farnesina si fosse scordata degli oltre 5mila lavoratori italiani a San Marino”.
La risposta, dopo diversi mesi, è arrivata, vergata dello stesso sottosegretario, Roberto Antonione, che ha siglato l’accordo con San Marino, quello che avrebbe dovuto scongiurare la doppia imposizione. “Antonione, invece, non chiarisce nulla - prosegue Sergio Gambini - si limita a ripetere quanto scrivo nell’interrogazione e a minimizzare i problemi, poiché, cito testualmente, riguardano “un numero di lavoratori inferiore rispetto a quello citato dall’onorevole interrogante””. Antonione conferma che “nonostante sia in vigore un accordo di cooperazione ed Unione doganale tra la Repubblica di San Marino e l’Unione Europea”, “i nostri connazionali lamentano significative discriminazioni in materia contrattuale, fiscale e, più in generale, di sicurezza sociale”. Il sottosegretario segnala “che è in corso un negoziato con la Repubblica di San Marino”, ricorda un incontro del 2002 che “aveva permesso di mettere a fuoco gli obbiettivi di reciproco interesse” per trovare una soluzione certa “alle situazioni segnalate dall’onorevole”, e che “in tale ambito, una bozza di articolato risulta tuttora in fase di elaborazione da parte del competente ministero del Lavoro e delle Politiche sociali”.
Vaga e lacunosa anche la risposta sulla doppia imposizione, varata dal Centrodestra a sorpresa con la Finanziaria nel dicembre 2002, quando invece doveva essere evitata dall’accordo bilaterale siglato pochi mesi prima, in marzo. Accordo che il sottosegretario Antonione ricorda, ma che, scrive, “potrà essere avviato soltanto una volta superate alcune osservazioni di carattere generale riguardanti tutti gli accordi di analogo tenore, recentemente formulate dallo stesso ministero dell’Economia e delle Finanze”.
“La cosa che più mi lascia stupito è la reticenza rispetto alla richiesta di iniziativa presso l’Unione Europea. – commenta Sergio Gambini - In questo caso, infatti, non si tratta di negoziare un nuovo trattato o di rivisitarlo, ma semplicemente di ottenerne l’applicazione. E ciò può essere fatto in maniera molto semplice: attivandosi presso l’Unione. La questione invece viene incomprensibilmente elusa nella risposta. Domani, alle 14, avrò la possibilità di interloquire direttamente nel corso del question time in commissione Affari Esteri. Avrò così modo di ottenere una risposta più stringente di quella che fino ad oggi mi è stata data, per tutelare gli oltre 5 mila lavoratori italiani a San Marino”.