Contratti a tempo determinato rinnovati di anno in anno in barba alle convenzioni internazionali Ue, doppia tassazione introdotta a sorpresa e non per legge ordinaria: la situazione precaria contrattuale e fiscale dei lavoratori italiani a San Marino è di nuovo al centro di un’interrogazione di Sergio Gambini. Il parlamentare riminese interpella il ministro degli Esteri Franco Frattini sulle intenzioni del governo per i numerosi italiani che lavorano sul monte Titano. E lo fa per conoscere quali misure nasceranno dai recenti incontri che il ministro italiano ha avuto con il suo collega sammarinese, “durante i quali, da quanto si è appreso dalla stampa, si sono scordati dei 5 mila lavoratori italiani.
“Le condizioni dei lavoratori frontalieri italiani continuano ad essere caratterizzate da una forma di discriminazione intollerabile – scrive il parlamentare al responsabile della diplomazia italiana - nonostante sia di particolare rilievo per gli assetti dell’economia sammarinese la presenza di più di 5 mila lavoratori frontalieri italiani, una parte assai rilevante e particolarmente qualificata delle forze di lavoro impiegate nelle attività produttive che si svolgono sul territorio nella repubblica. Per le leggi sammarinesi, vengono tutti assunti con contratti a tempo determinato della durata massima di un anno, per posti di lavoro che hanno invece carattere fisso, mentre per i lavoratori di cittadinanza sammarinese la regola è quella del contratto a tempo indeterminato. Il perdurare di questa situazione appare ancora più ingiustificabile dopo che è diventato applicativo, dal 1° aprile scorso, l’Accordo di Cooperazione ed Unione Doganale stipulato tra la RSM e l’Unione Europea”, nel quale si afferma che “ciascuno Stato membro concede ai cittadini sammarinesi che lavorano sul suo territorio un regime privo di qualsiasi discriminazione in base alla nazionalità rispetto ai suoi cittadini per quanto riguarda le condizioni di lavoro e di retribuzione. La RSM concede lo stesso regime ai cittadini degli stati membri che lavorano sul suo territorio”, mentre “non si ha notizia di alcuna iniziativa del Governo italiano per ottenere il rispetto dell’Accordo di al fine di tutelare i diritti dei lavoratori frontalieri”.
A questa grave inadempienza internazionale si aggiungono i problemi fiscali, per i quali non si è ancora trovata una soluzione definitiva. “Invece di varare la legge ordinaria che è prevista all’articolo 15 dell’accordo sottoscritto dai due Stati sulla doppia imposizione – ricorda Gambini al ministro degli Esteri italiano - il governo italiano ha soltanto provveduto a istituire con la legge finanziaria 2003, un balzello fiscale che ha colpito in modo iniquo i loro redditi, lasciando senza regolamentazione, in una condizione di assoluta incertezza rispetto all’ammontare dei loro redditi futuri, migliaia di famiglie”. Da qui la domanda a Frattini: “se il Ministro degli Esteri abbia affrontato nei suoi recenti incontri con i rappresentanti della Repubblica di San Marino i temi summenzionati, come intenda impegnarsi per ottenere il rispetto dei trattati internazionali e la tutela delle condizioni di lavoro dei cittadini italiani a San Marino, quando intenda promuovere una definizione certa della tassazione dei redditi dei lavoratori frontalieri, improntata alla difesa del loro potere d’acquisto”.