Scadevano questa mattina alla Camera dei Deputati i termini per presentare gli emendamenti alla Finanziaria 2003, che dopo il voto al Senato torna a Montecitorio per la terza (ed ultima) lettura. Tre gli emendamenti presentati da Sergio Gambini in materia di frontalieri, uno per eliminare la doppia imposizione, introdotta dal Governo al Senato, e due per mitigare il provvedimento, innalzando il tetto di esenzione da 8 mila euro a 20 o 25 mila. Nello stesso tempo il parlamentare ha presentato un ordine del giorno che costringa il Governo ad “un’interpretazione autentica della norma del Governo che introduce la doppia tassazione – ha detto il parlamentare riminese - e che risolva i due interrogativi lasciati aperti: 1) se la tassazione che viene fatta a San Marino verrà comunque detratta, 2) se il reddito esente dei frontalieri (8 mila euro) si aggiungerà al primo scaglione di reddito esente previsto dal nostro ordinamento fiscale”.
Nell’ordine del giorno il parlamentare riminese ricorda come la Finanziaria 2003, se approvata con le modifiche proposte dal Governo “interrompe la proroga della esenzione dalla doppia tassazione che si ripeteva dal 1997 e che, all’atto della sua prima adozione, aveva anche sanato il contenzioso sui presupposti di tassazione maturati negli anni precedenti”. Gambini ricorda inoltre che per i negoziati con la Repubblica di San Marino “si impone un coinvolgimento dei lavoratori sulle nuove misure che verranno ad incidere sui loro redditi, come d’altra parte è stato più volte autorevolmente promesso da esponenti del governo”, mentre “le nuove misure adottate intervengono invece a determinare un nuovo quadro di tassazione al di fuori di ogni tavolo di concertazione e causano un pesante taglio dei redditi di lavoratori che hanno la sola colpa di avere dovuto cercare all’estero,con tutte le difficoltà, la precarietà ed i disagi del caso, il proprio lavoro”.
“La nuova norma – prosegue Gambini - si presta a diverse interpretazioni Da qui l’impegno chiesto al Governo a costituire immediatamente un tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali e di rappresentanza dei lavoratori frontalieri per vagliare la possibilità di un intervento di correzione della misura adottata”, “chiarire in modo inequivocabile la detrazione dalla imposizione italiana di quanto già pagato nel paese di produzione del reddito” e, infine, “garantire la cumulabilità del bonus di esenzione alla formazione del reddito determinato con la norma in questione, con la quota di reddito esente da imposizione secondo le norme generali IRPEF”.