Interventi immediati per fronteggiare il crescente peso dei costi del gasolio, il coinvolgimento delle associazioni di categoria delle imprese di pesca nel sostegno al settore e la definizione delle regole del fermo pesca nei prossimi anni. Mentre perdura lo stato di agitazione delle marinerie del medio e alto Adriatico, è quanto chiedono con un'iniziativa parlamentare Sergio Zavoli e Sergio Gambini al Governo, sollecitando attraverso un'interrogazione parlamentare il ministro dell'Agricoltura Gianni Alemanno. "La protesta è cresciuta nelle ultime settimane, scioperi spontanei, blocco dei porti, assemblee e manifestazioni, forme estreme come di rado accade nel settore della pesca, allargatesi a macchia d'olio, il segno del perdurare e dall'aggravarsi di problemi che bloccano il settore", spiegano i parlamentari riminesi che, insieme ai parlamentari delle province romagnole, rilanciano le necessità già denunciate dalle associazioni e dalle centrali cooperative.
La goccia che ha fatto traboccare la pazienza dei pescatori è l'impennata del prezzo del gasolio, che per talune tipologie di pesca, strascico e volante, arriva ad incidere per oltre il 50% dei costi, mentre l'andamento del petrolio non lascia presagire inversioni di tendenza a breve termine. Zavoli al Senato e Gambini alla Camera chiedono una serie di interventi "che neutralizzino il peso dei costi del gasolio, di concerto con l'Ue": il prezzo, infatti, in Italia è superiore a quello delle nazioni comunitarie ed è urgente, rilanciano i due parlamentari, una verifica del rispetto delle norme comunitarie sulla concorrenza. Sul fronte interno, i parlamentari chiedono al governo misure di sostegno per il triennio, estendendo al settore pesca e acquacoltura la compensazione IVA e l'equiparazione l'Irap del settore agricoltura, la conferma delle agevolazioni della legge 30/98, insieme ad agevolazioni per la riconversione dei motori delle imbarcazioni da diesel a gpl o altre fonti energetiche alternative.
Altro grave motivo di scontento il fermo di pesca, che interesserà le marinerie del medio e alto Adriatico. "I pescatori chiedevano un fermo in areali vasti, per ogni imbarcazione a strascico e volante, 43 giorni consecutivi dal 23 luglio al 4 settembre - scrivono al ministro Gambini e Zavoli - norma precise per limitare la pesca negli areali anche alle altre marinerie, ridurre lo sforzo di pesca nel periodo del dopo fermo, la tutela della fascia costiera dal 1° giugno al 30 settembre, data la presenza del novellame. Richieste in larga parte disattese dal recente decreto sul fermo di pesca 2005, firmato e ad oggi non ancora pubblicato". Da qui la richiesta di un maggior coinvolgimento delle associazioni di categoria attraverso un tavolo di concertazione, per affrontare sin da settembre le modalità di fermo dei prossimi anni. Infine, i problemi strettamente locali, legati ai divieti di pesca lungo il litorale romagnolo: tra piattaforme metanifere, impianti di mitilicoltura e il poligono sul fiume Reno, incalzano i due parlamentari, "diventa necessaria una revisione della gestione dei limiti attuali delle aree di pesca e nuovi criteri con cui gestire l'estensione delle aree interdette".