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Buon compleanno Cento Fiori: 40 anni di lotta alle dipendenze festeggiati insieme a Rimini.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 15/09/2021 - 12:22
Fine settimana denso di avvenimenti: tavola rotonda «Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia», musica con Massimo Modula e Massimo Marches. Laboratori sugli orti sinergici, un incontro sulle ecomafie e gran finale con Filippo Malatesta.

Rimini – «Nata dalla città, quarant’anni dopo la Cento Fiori ha festeggiato con i concittadini, i cooperatori e quanti l’hanno sostenuta ciò che è stato costruito e, nello stesso tempo, ha voluto riflettere sull’oggi per guardare, ancora e sempre insieme, al futuro»: così Cristian Tamagnini e Gabriella Maggioli, presidente e vicepresidente della cooperativa Sociale Cento Fiori a conclusione della due giorni di settembre al parco de La Serra Cento Fiori.

«A causa delle incertezze generate dall’andamento della pandemia abbiamo organizzato un calendario di eventi pochi mesi dopo l’esatta data di nascita». Nel maggio del 1981, infatti, nasceva la cooperativa, figlia di un movimento di piazza che si opponeva alla diffusione dell’eroina a Rimini e che cercava risposte attraverso la collaborazione dei servizi pubblici e del privato sociale. Da quella esperienza sono nati, nel giro di pochi anni, un Centro diurno prima e la Comunità terapeutica di Vallecchio poi. Erano i primi passi del lungo cammino della Cooperativa Sociale Cento Fiori che ha portato alla creazione di altre strutture sociosanitarie e di opportunità per chi, da tutta Italia, chiede di essere accolto per emergere dalle proprie dipendenze.

Sabato 11 settembre l’avvio delle celebrazioni è stato con una tavola rotonda coordinata dai colleghi Laura Grossi e Cristian Tamagnini, focalizzata su Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia. Claudia Luppi dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, ha presentato i dati della ricerca ESPAD sui “Comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca in Emilia Romagna”, seguita dagli interventi di Emma Petitti, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna, Caterina Staccioli, responsabile del centro antialcool del Ser.DP di Rimini, Michele Sanza, responsabile del Ser.DP di Cesena, Leopoldo Grosso, presidente onorario del Gruppo Abele, con Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) che ha tratto le conclusioni.

Concerto di Massimo Marches e Massimo Modula sabato 11 settembre 2021 con Giacomo Depaoli (percussioni) e Stefano Zambardino (piano).

La parte musicale della festa ha visto protagonisti Massimo Marches e Massimo Modula sabato sera con Giacomo Depaoli (percussioni) e Stefano Zambardino (piano), insieme per un repertorio di brani originali e cover in omaggio alla canzone d’autore italiana degli ultimi 50 anni. Domenica invece Filippo Malatesta, accompagnato sul palco da Gianluca Barberini alla batteria, Andrea Bartolini al basso, Francesco Sancisi alle tastiere, Luca Ricchi alla chitarra, Claudia Comandini alle percussioni e ai cori. Una bellissima passeggiata musicale tra i sei album firmati dall’artista, l’ultimo dei quali Sopra la Polvere, del 2019, oltre ad alcuni omaggi agli artisti più amati da Malatesta, tra i quali De André e gli U2.

Filippo Malatesta in concerto, accompagnato sul palco da Gianluca Barberini alla batteria, Andrea Bartolini al basso, Francesco Sancisi alle tastiere, Luca Ricchi alla chitarra, Claudia Comandini alle percussioni e ai cori.

Domenica 12 settembre c’è stata La libera scuola di orto sinergico, un laboratorio mentre nel pomeriggio appuntamento con i più piccoli: Tra gli orti con piccola scimmia, a cura di Manuela Mapelli. Una lettura e passeggiata disegnata nell’orto sinergico dietro La Serra Cento Fiori. Nel pomeriggio Nuove consapevolezze: ambiente, economia e società, un dibattito sulle Ecomafie (in collaborazione con l’Associazione “La Bottega Culturale”), con la partecipazione di Antonio Pergolizzi, analista ambientale, Ivan Esposito della Cooperativa Sociale Terra Felix e Donato Berardi, economista, direttore del laboratorio REF. Nel pomeriggio si è tenuto, inoltre, un Mercatino solidale con cooperative sociali, associazioni e produttori del territorio. A partire dalle 19,30, infime, la Grande Grigliata dell’Adriatico, a cura dell’Associazione “Rimini per tutti”.

Le sostanze lecite e illecite e il loro impatto sugli studenti delle superiori riminesi ed emiliano-romagnoli: la ricerca presentata alla tavola rotonda Cento Fiori da Claudia Luppi dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR.

Rimini – Ansie da prestazione nel 7% degli studenti superiori colmate con gli ansiolitici e gli antidepressivi presi dall’armadietto dei medicinali dei genitori, uso di cannabis nel 28% dei teenager ma anche dal 15% della popolazione tra i 18-44 anni. Per non parlare dell’alcool, prima sostanza diffusa in assoluto, dove tra adulti e ragazzi i punti percentuali sono 2 di differenza: a favore degli adulti. Sono alcuni particolari delle giovani generazioni riminesi ed emiliano-romagnole, ma se si allarga lo sguardo all’intera immagine si vede una fotografia che, nell’utilizzo delle sostanze lecite e illecite, non ha né buoni maestri né cattivi allievi.

L’immagine emerge dallo studio ESPAD®Italia, branca italiana nell’omonimo progetto europeo European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs che analizza i consumi psicoattivi (alcol, tabacco, farmaci e sostanze illegali) tra gli studenti delle superiori dai 15 ai 19 anni in ogni provincia italiana. I dati sono stati presentati dalla sociologa Claudia Luppi, dal 2005 in forza all’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e al progetto ESPAD®Italia, alla platea della tavola rotonda «Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia», organizzata dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori a Rimini, in occasione del 40° dalla sua fondazione.

«I risultati della ricerca ci mostrano i segnali di una diffusa ansia da prestazione negli studenti delle superiori – dice Claudia Luppi, illustrando la parte dedicata agli psicofarmaci senza prescrizione – A Rimini parliamo del solo 7% degli studenti. In Italia il 46% dei ragazzi dice di assumerli per andare meglio a scuola, il 34% per stare meglio con se stessi». In tutte le sostanze, lecite e illecite, i maschietti hanno il primato, tranne che nel tabacco (22% contro il 20%) e negli psicofarmaci: le ragazze all’11% contro 4. «Forse sentono maggiormente l’ansia da prestazione, perché se il 41% dei ragazzi dice di assumerli per andar meglio a scuola, per le ragazze la percentuale sale 48%. Altro dato che fa pensare: di solito l’uso di sostanze cala in modo marcato con il crescere dell’età. Nel caso degli psicofarmaci tra i 15 e i 19 anni le differenze non sono marcate». Ma i minorenni, dove trovano questi farmaci? Nell’armadietto di papà e mamà: è la terza voce nel 31,5% dei casi. Altri posti dove trovarli: luoghi aperti al primo posto, poi su Internet.

Non sono in vetta alla “classifica” regionale i teenager riminesi per quanto riguarda l’uso degli alcoolici in generale, ma comunque ne fa uso almeno una volta all’anno l’80%, il 32% si è ubriacato una volta all’anno e, qui il dato si fa ancora più serio, il 37,5% ha fatto il “binge drinking” nell’ultimo mese (40% maschi, il 35 le ragazze). Cosa significa? Che si è sparato cinque o più bevute una dietro l’altra, per ubriacarsi velocemente. Il risultato più alto in regione. Per fare un paragone, in Italia gli adulti che hanno bevuto almeno una volta sono l’83%, l’ubriacatura è al 16%, ma il binge drinking al 12% nel mese: «non è da sottovalutare come problema sociale».

Tra le sostanze illegali l’eroina è rilevata nello 0,7% degli studenti superiori, la cocaina nell’1,7%. Ma è la cannabis la più consumata, tra i giovani e tra gli adulti. Il 28% circa degli studenti riminesi la consuma, di solito in compagnia. Ma anche tra gli adulti la sostanza va: tra i 18 e gli 84 anni i consumatori sono il 7%, con il 15% tra i 18-44 anni e il 45 -84 siamo al 3%.

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Una generazione potenzialmente più fragile che attinge agli psicofarmaci di papà e mammà: alla tavola rotonda per il 40ennale Cento Fiori presentato il rapporto Espad sui teenager di Rimini ed emiliano-romagnoli.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Dom, 12/09/2021 - 17:13
Al parco de La Serra Cento Fiori (parco XXV aprile) le sostanze lecite e illecite e il loro impatto sugli studenti delle superiori riminesi ed emiliano-romagnoli, presentata da Claudia Luppi dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR.

Rimini – Ansie da prestazione nel 7% degli studenti superiori colmate con gli ansiolitici e gli antidepressivi presi dall’armadietto dei medicinali dei genitori, uso di cannabis nel 28% dei teenager ma anche dal 15% della popolazione tra i 18-44 anni. Per non parlare dell’alcool, prima sostanza diffusa in assoluto, dove tra adulti e ragazzi i punti percentuali sono 2 di differenza: a favore degli adulti. Sono alcuni particolari delle giovani generazioni riminesi ed emiliano-romagnole, ma se si allarga lo sguardo all’intera immagine si vede una fotografia che, nell’utilizzo delle sostanze lecite e illecite, non ha né buoni maestri né cattivi allievi.

L’immagine emerge dallo studio ESPAD®Italia, branca italiana nell’omonimo progetto europeo European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs che analizza i consumi psicoattivi (alcol, tabacco, farmaci e sostanze illegali) tra gli studenti delle superiori dai 15 ai 19 anni in ogni provincia italiana. I dati sono stati presentati dalla sociologa Claudia Luppi, dal 2005 in forza all’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR e al progetto ESPAD®Italia, alla platea della tavola rotonda «Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia», organizzata dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori a Rimini, in occasione del 40° dalla sua fondazione.

«I risultati della ricerca ci mostrano i segnali di una diffusa ansia da prestazione negli studenti delle superiori – dice Claudia Luppi, illustrando la parte dedicata agli psicofarmaci senza prescrizione – A Rimini parliamo del solo 7% degli studenti. In Italia il 46% dei ragazzi dice di assumerli per andare meglio a scuola, il 34% per stare meglio con se stessi». In tutte le sostanze, lecite e illecite, i maschietti hanno il primato, tranne che nel tabacco (22% contro il 20%) e negli psicofarmaci: le ragazze all’11% contro 4. «Forse sentono maggiormente l’ansia da prestazione, perché se il 41% dei ragazzi dice di assumerli per andar meglio a scuola, per le ragazze la percentuale sale 48%. Altro dato che fa pensare: di solito l’uso di sostanze cala in modo marcato con il crescere dell’età. Nel caso degli psicofarmaci tra i 15 e i 19 anni le differenze non sono marcate». Ma i minorenni, dove trovano questi farmaci? Nell’armadietto di papà e mamà: è la terza voce nel 31,5% dei casi. Altri posti dove trovarli: luoghi aperti al primo posto, poi su Internet.

Non sono in vetta alla “classifica” regionale i teenager riminesi per quanto riguarda l’uso degli alcoolici in generale, ma comunque ne fa uso almeno una volta all’anno l’80%, il 32% si è ubriacato una volta all’anno e, qui il dato si fa ancora più serio, il 37,5% ha fatto il “binge drinking” nell’ultimo mese (40% maschi, il 35 le ragazze). Cosa significa? Che si è sparato cinque o più bevute una dietro l’altra, per ubriacarsi velocemente. Il risultato più alto in regione. Per fare un paragone, in Italia gli adulti che hanno bevuto almeno una volta sono l’83%, l’ubriacatura è al 16%, ma il binge drinking al 12% nel mese: «non è da sottovalutare come problema sociale».

Tra le sostanze illegali l’eroina è rilevata nello 0,7% degli studenti superiori, la cocaina nell’1,7%. Ma è la cannabis la più consumata, tra i giovani e tra gli adulti. Il 28% circa degli studenti riminesi la consuma, di solito in compagnia. Ma anche tra gli adulti la sostanza va: tra i 18 e gli 84 anni i consumatori sono il 7%, con il 15% tra i 18-44 anni e il 45 -84 siamo al 3%.

Con Claudia Luppi hanno discusso i dati, coordinati dai colleghi Cento Fiori Laura Grossi e Cristian Tamagnini, Emma Petitti, presidente dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna, Maria Caterina Staccioli, responsabile del Centro Dipendenze Alcol – Fumo di Rimini, Michele Sanza, responsabile del Ser.DP di Cesena, Leopoldo Grosso, presidente onorario del Gruppo Abele, con Riccardo De Facci, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) che ha tratto le conclusioni.

L'articolo Una generazione potenzialmente più fragile che attinge agli psicofarmaci di papà e mammà: alla tavola rotonda per il 40ennale Cento Fiori presentato il rapporto Espad sui teenager di Rimini ed emiliano-romagnoli. proviene da Cento Fiori, Rimini.

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Target Sinergie su Imprese&Leader, il nuovo periodico di Confindustria Romagna: il servizio di due pagine con l’intervista a Davide Zamagni.

Replicare e mantenere standard qualitativi alti nella gestione di interi processi e migliorare, allo stesso tempo, la produttività delle aziende partner sono tra le elevate capacità della Target Sinergie, affinate in oltre trenta anni di esperienza nell'ambito dell’Outsourcing della logistica di stabilimento (Handling) e dei servizi connessi alla produzione (Operations).

Dal quartier generale riminese, l'azienda espande e replica il proprio saper fare, ponendolo al servizio delle aziende in tutta la penisola. Dalla gestione dei magazzini per conto terzi (comprese le aziende e-commerce), al confezionamento e all'asservimento delle linee di produzione, l'ambito d'azione dei suoi servizi spazia dal settore agroalimentare, al beverage, al farmaceutico, fino alla GDO e al mondo del catering e del mobile.

Il fatturato di Target Sinergie si aggira intorno ai 20 milioni di euro, il cui 80% deriva dal settore logistica. Ad oggi, i dipendenti impiegati nelle loro commesse italiane sono ben 650. Grandi gruppi e multinazionali si sono affidati e si affidano alle competitive competenze della Target Sinergie: Marr, Partesa - Heineken, Carlsberg, De Cecco, Optima - Mec3, Colombini Arredamenti, Valentini, Phoenix Group. Molte le regioni in cui l'azienda opera sistematicamente, Emilia- Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia, Abruzzo, Sardegna, Campania.

“Il miglior modo per servire i clienti è stare attenti ai loro clienti”, dice Davide Zamagni, in Target Sinergie dal 1991, di cui è direttore commerciale, oltre che presidente CDO logistica nazionale. “Normalmente chi fa outsourcing non torna più indietro. L’esternalizzazione della gestione di alcuni servizi, e del relativo personale impiegato, va in totale e sinergico aiuto dei processi aziendali e di sgravio dalle incombenze operative”, conducendo al miglioramento della produttività delle aziende. Target Sinergie infatti si pone gli stessi obiettivi delle aziende partner, perseguendoli con efficacia ed efficienza, per ottenere la massima ottimizzazione e capitalizzazione.

“La nostra totale gestione dei processi, altamente ingegnerizzati, genera competenza in aiuto alle incombenze operative e al miglioramento di ogni singola attività. Il check up iniziale che offriamo alle aziende prima che decidano se e come terziarizzare, aiuta a comprendere dove concentrare gli sforzi, vagliando tutti gli aspetti di un nostro possibile ed efficace intervento. I nostri ingegneri analizzano il flusso delle merci, le movimentazioni della singola realtà presa in esame, restituendo una dettagliata profilatura ai manager, affinché possano leggersi con altri occhi, da altri punti di vista: una sorta di radiografia che ben fa comprendere l'apporto di una esternalizzazione affidata alle mani di Target Sinergie”.

Un rapporto che non snatura le aziende, ma le tutela, le sgrava da molti processi e burocratizzazioni, permettendo agli imprenditori di focalizzarsi sulle produzioni e la crescita, perché della restante mole se ne occupa Target Sinergie. Creando un flusso virtuoso di azioni che portano a crescere mantenendo salda l'identità del brand e agevolandone la crescita.

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L’A.S.D. non ha diritto al credito di imposta sull'affitto previsto dal Decreto Ristori.

L’Associazione sportiva dilettantistica non può usufruire del credito di imposta sulle locazioni commerciali previsto dal Decreto Ristori per i mesi di ottobre, novembre e dicembre anche se la sua attività rientra nell’elenco dei codici Ateco di cui all’Allegato 1 del D.L. 28 ottobre 2020 n. 137. A questa conclusione arriva l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 562/2021 pubblicata sul sito istituzionale il giorno 26 agosto 2021, fornita a seguito di interpello proposto da una Associazione Dilettantistica Sportiva, dotata di partiva iva ed esercente l’attività sportiva in un centro polifunzionale. Il ragionamento dei funzionari del Fisco parte dall’analisi dell’articolo 28 del D.L. 19 maggio 2020 n. 34 il quale stabilisce che ai soggetti esercenti di attività di impresa, arte o professioni, che hanno ricavi inferiori ai 5 milioni, spetta un bonus locazioni del 60 per cento dell’ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento delle attività industriali. Il comma 4 del D.l. 34/2020 prevede che il credito di imposta sulle locazioni spetti anche “agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti” in relazione al canone di locazione o di leasing degli immobili destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale. La specifica dell’attività istituzionale non preclude il godimento dell’agevolazione anche nel caso di ente non commerciale che svolge attività commerciale in modo non prevalente o esclusivo. Si ricorda che le condizioni per usufruire del bonus locazioni, cosi come previsto dal comma 5, sono quelle della diminuzione del fatturato di ciascun mese di riferimento dell’agevolazione di almeno il cinquanta percento oppure di avere la sede in uno dei Comuni per cui vi era una emergenza aperta al 31 gennaio 2020. La misura dell’agevolazione viene calcolata nel periodo di imposta 2020 sulla base di quello effettivamente versato. Per cui, in prima battuta, certamente un ente non commerciale (quindi non solo Associazioni sportive dilettantistiche, ma tutti gli enti non commerciali propriamente detti) può godere del credito di imposta sulle locazioni per il periodo marzo – giugno 2020. Decreto Ristori e nuovo credito di imposta sulle locazioni commerciali.  Fino a giugno 2020, perciò, problemi non ve ne sono. La questione, invece,  si complica con l’introduzione del Decreto Ristori di cui al D.L. 28 ottobre 2020 n. 137. In particolare l’art. 8, comma 1 prevede “per le imprese operanti nei settori di cui ai codici Ateco riportati nell’Allegato 1” a prescindere dal volume d’affari, spetta il credito di imposta sulle locazioni commerciali di cui all’articolo 28 del D.L. 34/2020, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Sotto il profilo strettamente soggettivo, secondo l’Agenzia delle Entrate, l’agevolazione viene estesa temporalmente solo alle imprese operanti nei settori che rientrano nei codici Ateco di cui all’Allegato del decreto stesso. Si tratta sostanzialmente di quelle attività costrette a chiudere per via dell’emergenza pandemica (ristoranti, alberghi, discoteche, palestre eccetera). A parere dell’Agenzia, avendo il Decreto Ristori fatto un richiamo specifico alle “imprese” e non anche agli enti commerciali, così come, invece, fatto nel precedente Decreto 34/2020, sembrano escludersi dalle agevolazioni tutti quei soggetti diversi dalle “imprese”. L’intenzione originaria del Legislatore, a parere dei funzionari del Fisco, è quella di prevedere il beneficio solo per i soggetti che svolgono una attività in regime di impresa in base ai criteri stabiliti dall’articolo 55 del TUIR (in tal senso la circolare 9/e del 13 aprile 2020) è cioè coloro che svolgono per professione abituale, ancorche' non esclusiva, attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi, attività intermediaria nella circolazione dei beni, attività di trasporto per terra, per acqua o per aria, attività bancaria o assicurativa, altre attività ausiliarie delle precedenti. Il comma 4 del D.L. 34/2020, estendendo il beneficio anche gli enti non commerciali, non fa altro che introdurre una deroga speciale al principio generale, valido solo ed esclusivamente in quel caso. Dalla interpretazione fornita, quindi, anche l’ASD che svolge attività commerciale (seppur in via non prevalente) ed ha la partita iva non può comunque utilizzare il credito di imposta di cui al Decreto Ristori, ma limitarsi a utilizzare quello previsto per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Notizie ImpreseOggi
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L’A.S.D. non ha diritto al credito di imposta sull'affitto previsto dal Decreto Ristori.

L’Associazione sportiva dilettantistica non può usufruire del credito di imposta sulle locazioni commerciali previsto dal Decreto Ristori per i mesi di ottobre, novembre e dicembre anche se la sua attività rientra nell’elenco dei codici Ateco di cui all’Allegato 1 del D.L. 28 ottobre 2020 n. 137. A questa conclusione arriva l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 562/2021 pubblicata sul sito istituzionale il giorno 26 agosto 2021, fornita a seguito di interpello proposto da una Associazione Dilettantistica Sportiva, dotata di partiva iva ed esercente l’attività sportiva in un centro polifunzionale. Il ragionamento dei funzionari del Fisco parte dall’analisi dell’articolo 28 del D.L. 19 maggio 2020 n. 34 il quale stabilisce che ai soggetti esercenti di attività di impresa, arte o professioni, che hanno ricavi inferiori ai 5 milioni, spetta un bonus locazioni del 60 per cento dell’ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento delle attività industriali. Il comma 4 del D.l. 34/2020 prevede che il credito di imposta sulle locazioni spetti anche “agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti” in relazione al canone di locazione o di leasing degli immobili destinati allo svolgimento dell’attività istituzionale. La specifica dell’attività istituzionale non preclude il godimento dell’agevolazione anche nel caso di ente non commerciale che svolge attività commerciale in modo non prevalente o esclusivo. Si ricorda che le condizioni per usufruire del bonus locazioni, cosi come previsto dal comma 5, sono quelle della diminuzione del fatturato di ciascun mese di riferimento dell’agevolazione di almeno il cinquanta percento oppure di avere la sede in uno dei Comuni per cui vi era una emergenza aperta al 31 gennaio 2020. La misura dell’agevolazione viene calcolata nel periodo di imposta 2020 sulla base di quello effettivamente versato. Per cui, in prima battuta, certamente un ente non commerciale (quindi non solo Associazioni sportive dilettantistiche, ma tutti gli enti non commerciali propriamente detti) può godere del credito di imposta sulle locazioni per il periodo marzo – giugno 2020. Decreto Ristori e nuovo credito di imposta sulle locazioni commerciali.  Fino a giugno 2020, perciò, problemi non ve ne sono. La questione, invece,  si complica con l’introduzione del Decreto Ristori di cui al D.L. 28 ottobre 2020 n. 137. In particolare l’art. 8, comma 1 prevede “per le imprese operanti nei settori di cui ai codici Ateco riportati nell’Allegato 1” a prescindere dal volume d’affari, spetta il credito di imposta sulle locazioni commerciali di cui all’articolo 28 del D.L. 34/2020, per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Sotto il profilo strettamente soggettivo, secondo l’Agenzia delle Entrate, l’agevolazione viene estesa temporalmente solo alle imprese operanti nei settori che rientrano nei codici Ateco di cui all’Allegato del decreto stesso. Si tratta sostanzialmente di quelle attività costrette a chiudere per via dell’emergenza pandemica (ristoranti, alberghi, discoteche, palestre eccetera). A parere dell’Agenzia, avendo il Decreto Ristori fatto un richiamo specifico alle “imprese” e non anche agli enti commerciali, così come, invece, fatto nel precedente Decreto 34/2020, sembrano escludersi dalle agevolazioni tutti quei soggetti diversi dalle “imprese”. L’intenzione originaria del Legislatore, a parere dei funzionari del Fisco, è quella di prevedere il beneficio solo per i soggetti che svolgono una attività in regime di impresa in base ai criteri stabiliti dall’articolo 55 del TUIR (in tal senso la circolare 9/e del 13 aprile 2020) è cioè coloro che svolgono per professione abituale, ancorche' non esclusiva, attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi, attività intermediaria nella circolazione dei beni, attività di trasporto per terra, per acqua o per aria, attività bancaria o assicurativa, altre attività ausiliarie delle precedenti. Il comma 4 del D.L. 34/2020, estendendo il beneficio anche gli enti non commerciali, non fa altro che introdurre una deroga speciale al principio generale, valido solo ed esclusivamente in quel caso. Dalla interpretazione fornita, quindi, anche l’ASD che svolge attività commerciale (seppur in via non prevalente) ed ha la partita iva non può comunque utilizzare il credito di imposta di cui al Decreto Ristori, ma limitarsi a utilizzare quello previsto per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Notizie ImpreseOggi
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Né santi, né santoni: 40 anni di Cento Fiori

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mar, 07/09/2021 - 18:30

Buon compleanno Cento Fiori: 40 anni di lotta alle dipendenze da festeggiare insieme a Rimini l’11 e il 12 settembre. La videointervista di Legacoop Romagna, a cura di Emilio Gelosi, con il presidente Cristian Tamagnini e la vicepresidente Gabriella Maggioli.

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Contributo biennale per la revisione delle cooperative: il MISE ha pubblicato il Decreto che fissa l’importo per l'anno 2021

Con Decreto Ministeriale del giorno 11 giugno 2021 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 197 del 18.08.2021 il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto il contributo biennale dovuto dalle cooperative per le spese di revisione, così come stabilito dal decreto legislativo del Capo provvisorio  dello  Stato  14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni  ed  integrazioni,in particolare l'art. 8 che prevede, per l’appunto,  il  versamento  da  parte  delle societa' cooperative di un contributo per le spese di revisione. La misura del contributo per le annualità 2021 e 2022 è così quantificato:     Fasce e importo Parametri Numero soci Capitale sottoscritto Fatturato a) € 280,00 fino a 100 fino a € 5.160,00 fino a € 75.000,00 b) € 680,00 da 101 a 500 da € 5.160,01 a € 40.000,00 da € 75.000,01 a € 300.000,00 c) € 1.350,00 superiore a 500 superiore a € 40.000,00 da € 300.000,01 a € 1.000.000,00 d) € 1.730,00 superiore a 500 superiore a € 40.000,00 da € 1.000.000,01 a € 2.000.000,00 e) € 2.380,00 superiore a 500 superiore a € 40.000,00 superiore a € 2.000.000,00     Si ricorda che per fatturato deve intendersi il “valore della produzione” indicato nella lettera A dell’art. 2425 del Codice Civile, cioè quello che stabilisce la classificazione del Conto Economico. Per quanto riguarda le cooperative edilizie, il fatturato da utilizzare per determinare il contributo è da intendersi come il maggior valore tra l’eventuale incremento di valore degli immobili (sia essi indicati nelle immobilizzazioni materiali che nelle rimanenze) e il Valore della Produzione, di cui alla già citata lettera dell’art. 2425 del codice civile. Il contributo biennale deve essere aumentato:
  • del 50% per le società cooperative che hanno la revisione annuale, cioè le cooperative che hanno un  fatturato  superiore  a Euro 15.493.706,97 oppure che detengono partecipazioni di controllo in srl e le cooperative edilizie di abitazione e i loro consorzi iscritti al relativo Albo nazionale, purchè abbiano già iniziato un programma edilizio;
  • del 30% per le cooperative sociali;
  • del 10% nel caso di cooperative edilizie di abitazione e loro consorzi, compresi quelli aventi sede nelle Regione a Statuto Speciale. Si ricorda che, nel caso ricorrano le condizioni di cui ai due punti precedenti, il contributo anche se già maggiorato va ulteriormente maggiorato del 10%
Contributo di revisione per le Banche di Credito Cooperativo. Il contributo dovuto, invece, per le Banche di Credito Cooperativo è così determinato:  

 

Fasce e importo

Parametri

 

Numero soci

Totale attivo (migliaia di euro)

a)

€ 1.980,00

fino a 980

fino a 124.000

b)

€ 3.745,00

da 981 a 1680

da 124.001 a 290.000

c)

€ 6.660.00

oltre 1680

oltre 290.000

  Contributo di revisione per le Società di Mutuo Soccorso.   Il contributo dovuto, invece, per le Società di Mutuo Soccorso è così determinato     Fasce e Importo (in euro) Numero soci Contributi mutualistici (in euro) a € 280,00 fino a 1.000 fino a 100.000 b € 560,00 da 1.001 a 10.000 da 100.001 a 500.000 c € 840,00 oltre 10.000 oltre 500.000 Modalità di calcolo del contributo  La collocazione in una delle fasce previste nelle precedenti tabelle richiede il possesso di tutti i parametri previsti.  In caso contrario, la fascia di competenza sarà quella nella quale è presente il parametro più alto. Nel caso, ad esempio, di una cooperativa che ha 10 soci ma un fatturato di 150.000,00 la fascia di competenza non sarà quella che prevede il versamento del contributo pari ad euro 280,00, ma bensì quella che prevede il versamento di euro 680,00. I parametri da utilizzare alla base del calcolo sono quelli del bilancio al 31.12.2020 o, nel caso di esercizio non coincidente con l’anno solare, con il bilancio approvato nel corso del 2020.  Esoneri e limitazioni nel pagamento.  Le cooperative che determinano lo scioglimento prima della scadenza del termine di pagamento del contributo, sono tenute al pagamento del contributo minimo di euro 280,00 al quale vanno comunque applicate le maggiorazioni previste per la tipologia di cooperativa di riferimento.  Il termine di pagamento per le cooperative di nuova costituzione è di 90 giorni dalla data di iscrizione nel Registro delle Imprese. La fascia di riferimento per il calcolo di contributo è quella rilevabile unicamente dai parametri presenti al momento dell’iscrizione nel registro delle imprese.  Non è dovuto alcun contributo nel caso di iscrizione dopo il 31 dicembre 2021.  Modalità di versamento. Il contributo deve essere versato attraversato il modello F24 utilizzando i seguenti codici tributo:   Codice Descrizione 3010 contributo biennale
maggiorazioni del contributo (ad esclusione del 10% dovuta dalle cooperative edilizie) interessi per ritardato pagamento 3011 maggiorazione del 10% dovuta dalle cooperative edilizie interessi per ritardato pagamento 3014 sanzioni Termine per il versamento del contributo Il termine per il versamento del contributo è fissato in novanta giorni a decorre dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e, cioè, quindi entro il giorno 16 novembre 2021.   Notizie ImpreseOggi
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Contributo biennale per la revisione delle cooperative: il MISE ha pubblicato il Decreto che fissa l’importo per l'anno 2021

Con Decreto Ministeriale del giorno 11 giugno 2021 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 197 del 18.08.2021 il Ministero dello Sviluppo Economico ha reso noto il contributo biennale dovuto dalle cooperative per le spese di revisione, così come stabilito dal decreto legislativo del Capo provvisorio  dello  Stato  14 dicembre 1947, n. 1577, e successive modificazioni  ed  integrazioni,in particolare l'art. 8 che prevede, per l’appunto,  il  versamento  da  parte  delle societa' cooperative di un contributo per le spese di revisione. La misura del contributo per le annualità 2021 e 2022 è così quantificato:     Fasce e importo Parametri Numero soci Capitale sottoscritto Fatturato a) € 280,00 fino a 100 fino a € 5.160,00 fino a € 75.000,00 b) € 680,00 da 101 a 500 da € 5.160,01 a € 40.000,00 da € 75.000,01 a € 300.000,00 c) € 1.350,00 superiore a 500 superiore a € 40.000,00 da € 300.000,01 a € 1.000.000,00 d) € 1.730,00 superiore a 500 superiore a € 40.000,00 da € 1.000.000,01 a € 2.000.000,00 e) € 2.380,00 superiore a 500 superiore a € 40.000,00 superiore a € 2.000.000,00     Si ricorda che per fatturato deve intendersi il “valore della produzione” indicato nella lettera A dell’art. 2425 del Codice Civile, cioè quello che stabilisce la classificazione del Conto Economico. Per quanto riguarda le cooperative edilizie, il fatturato da utilizzare per determinare il contributo è da intendersi come il maggior valore tra l’eventuale incremento di valore degli immobili (sia essi indicati nelle immobilizzazioni materiali che nelle rimanenze) e il Valore della Produzione, di cui alla già citata lettera dell’art. 2425 del codice civile. Il contributo biennale deve essere aumentato:
  • del 50% per le società cooperative che hanno la revisione annuale, cioè le cooperative che hanno un  fatturato  superiore  a Euro 15.493.706,97 oppure che detengono partecipazioni di controllo in srl e le cooperative edilizie di abitazione e i loro consorzi iscritti al relativo Albo nazionale, purchè abbiano già iniziato un programma edilizio;
  • del 30% per le cooperative sociali;
  • del 10% nel caso di cooperative edilizie di abitazione e loro consorzi, compresi quelli aventi sede nelle Regione a Statuto Speciale. Si ricorda che, nel caso ricorrano le condizioni di cui ai due punti precedenti, il contributo anche se già maggiorato va ulteriormente maggiorato del 10%
Contributo di revisione per le Banche di Credito Cooperativo. Il contributo dovuto, invece, per le Banche di Credito Cooperativo è così determinato:  

 

Fasce e importo

Parametri

 

Numero soci

Totale attivo (migliaia di euro)

a)

€ 1.980,00

fino a 980

fino a 124.000

b)

€ 3.745,00

da 981 a 1680

da 124.001 a 290.000

c)

€ 6.660.00

oltre 1680

oltre 290.000

  Contributo di revisione per le Società di Mutuo Soccorso.   Il contributo dovuto, invece, per le Società di Mutuo Soccorso è così determinato     Fasce e Importo (in euro) Numero soci Contributi mutualistici (in euro) a € 280,00 fino a 1.000 fino a 100.000 b € 560,00 da 1.001 a 10.000 da 100.001 a 500.000 c € 840,00 oltre 10.000 oltre 500.000 Modalità di calcolo del contributo  La collocazione in una delle fasce previste nelle precedenti tabelle richiede il possesso di tutti i parametri previsti.  In caso contrario, la fascia di competenza sarà quella nella quale è presente il parametro più alto. Nel caso, ad esempio, di una cooperativa che ha 10 soci ma un fatturato di 150.000,00 la fascia di competenza non sarà quella che prevede il versamento del contributo pari ad euro 280,00, ma bensì quella che prevede il versamento di euro 680,00. I parametri da utilizzare alla base del calcolo sono quelli del bilancio al 31.12.2020 o, nel caso di esercizio non coincidente con l’anno solare, con il bilancio approvato nel corso del 2020.  Esoneri e limitazioni nel pagamento.  Le cooperative che determinano lo scioglimento prima della scadenza del termine di pagamento del contributo, sono tenute al pagamento del contributo minimo di euro 280,00 al quale vanno comunque applicate le maggiorazioni previste per la tipologia di cooperativa di riferimento.  Il termine di pagamento per le cooperative di nuova costituzione è di 90 giorni dalla data di iscrizione nel Registro delle Imprese. La fascia di riferimento per il calcolo di contributo è quella rilevabile unicamente dai parametri presenti al momento dell’iscrizione nel registro delle imprese.  Non è dovuto alcun contributo nel caso di iscrizione dopo il 31 dicembre 2021.  Modalità di versamento. Il contributo deve essere versato attraversato il modello F24 utilizzando i seguenti codici tributo:   Codice Descrizione 3010 contributo biennale
maggiorazioni del contributo (ad esclusione del 10% dovuta dalle cooperative edilizie) interessi per ritardato pagamento 3011 maggiorazione del 10% dovuta dalle cooperative edilizie interessi per ritardato pagamento 3014 sanzioni Termine per il versamento del contributo Il termine per il versamento del contributo è fissato in novanta giorni a decorre dalla data di pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale e, cioè, quindi entro il giorno 16 novembre 2021.   Notizie ImpreseOggi
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Le Befane Shopping Centre fa “piovere” con un post su Facebook 200 chili di cibo per gatti ai canili di Rimini e di Vallecchio, gestiti della Cento Fiori.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 18/08/2021 - 18:58
In occasione della Festa del Gatto, 1211 lettori hanno risposto all’appello del centro commerciale: per ogni foto postata del proprio felino, una scatoletta per i gattini ricoverati nelle due strutture.

Le Befane Shopping Centre hanno fatto scattare la solidarietà “felina” con un semplice click su Facebook, che ha prodotto una pioggia di cibo per i gatti ospiti dei canili di Rimini Stefano Cerni e di Vallecchio, entrambi gestiti dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori. «I nostri ospiti avranno davvero di che leccarsi i baffi. – dice Paola Calcagnini, veterinaria coordinatrice delle due strutture – L’appello lanciato su Facebook da Le Befane in occasione della Festa dei gatti l’8 agosto, “per ogni foto del proprio felino postata sui social del centro, doneremo una scatoletta di cibo” ha prodotto oltre 200 chilogrammi di alimenti. Una generosità resa possibile da Le Befane e da oltre 1200 amanti dei gatti. Voglio ringraziarli tutti, insieme ai vertici del centro commerciale che hanno concretizzato tanta generosità. Grazie da tutta la Cooperativa sociale Cento Fiori, degli operatori e dei numerosi volontari delle associazioni che ci aiutano nella cura dei gatti a noi affidati».

«Con questo progetto – sottolinea Massimo Bobbo, direttore Le Befane Shopping Centre – abbiamo potuto toccare con mano non solo quanto siano presenti e importanti gli animali di compagnia nella vita di molte persone. Ma di come sia possibile, attraverso iniziative legate ai social media, come quella promossa da Le Befane Shopping Centre, attivare catene di solidarietà che si trasformano in gesti concreti, a favore, questa volta, delle strutture gestite dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori. La risposta del pubblico de Le Befane è stata rapida e numericamente importante: desidero pertanto ringraziare ciascuna delle 1211 persone che, condividendo la foto dei loro amici a quattro zampe sui social de Le Befane, ha consentito di aiutare i gatti ospiti dei canili di Rimini e di Vallecchio».

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«Baffi e code»: tornano i diari per la scuola e la novità dei quadernoni con i simpatici ospiti dei canili di Rimini e Vallecchio. Il ricavato aiuterà l’emergenza sanitaria del cane Mario.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 18/08/2021 - 15:00
All’interno dei diari Baffi e Code le foto, i racconti delle “adozioni del cuore”, consigli e suggerimenti dedicati agli amici a quattro zampe. Gli ospiti dei canili hanno “posato” per le copertine dei quaderni.

Passato il Ferragosto è già ora di pensare a settembre e all’inizio delle scuole. Dopo il successo dell’anno scorso la Cooperativa Sociale Cento Fiori che gestisce i canili di Rimini e Vallecchio, ha realizzato in collaborazione con Fare Ambiente Rimini la seconda edizione dei diari per le scuole Baffi e code. In più la novità di quest’anno sono i simpaticissimi quadernoni a righe e quadretti, adatti alle scuole elementari e medie.

L’intero ricavato sarà devoluto alle attività dei canili ed in particolare l’emergenza sanitaria del cane Mario, che deve subire una delicata e grossa operazione a causa di un brutto incidente. Affrettatevi a prenotare diari e quaderni al numero whatsapp +39 3292255722.

Lo scorso anno in pochi giorni abbiamo registrato il sold out e non siamo riusciti ad accogliere tutte le richieste pervenute. Quest’anno abbiamo previsto più copie e speriamo di bissare il risultato.

Sono sempre tantissime le persone che ci sostengono e partecipano attivamente alle nostre iniziative, e anche in questo periodo dove incontrarsi e vedersi è diventato difficile ci sembra un gesto per essere accanto ai nostri cani e ai nostri gatti.

Oltre alle foto dei nostri ospiti all’interno del diario troverete i racconti di alcune delle adozioni a noi più care, le “adozioni del cuore”, consigli e suggerimenti dedicati sempre ai nostri amici a quattro zampe . Per i quaderni invece i nostri ospiti hanno fatto da testimonial e hanno “posato” per la copertina , realizzate con le loro foto più belle.

Il costo parte da un’offerta libera minima di 20 euro per i diari, per i quaderni partire da  2,50 euro l’uno, per il pacchetto con 5 quaderni l’offerta libera parte da 10 euro.

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Buon compleanno Cento Fiori: 40 anni di lotta alle dipendenze da festeggiare insieme a Rimini con tavole rotonde, concerti e rustida l’11 e il 12 settembre.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mar, 17/08/2021 - 17:52
Tavola rotonda «Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia» sabato con Claudia Luppi, Edoardo Polidori, Michele Sanza, Leopoldo Grosso, Riccardo De Facci. Concerti di Massimo Modula e Massimo Marchez. Laboratori sugli orti sinergici e incontro sulle ecomafie domenica, cena e poi Filippo Malatesta in concerto.

«Nata dalla città, quarant’anni dopo la Cento Fiori l’11 e il 12 settembre vuole festeggiare con i concittadini, i cooperatori e quanti l’hanno sostenuta ciò che è stato costruito e, nello stesso tempo, riflettere sull’oggi per guardare, ancora e sempre insieme, al futuro», annunciano Cristian Tamagnini e Gabriella Maggioli, presidente e vicepresidente della cooperativa Sociale Cento Fiori.

Nel maggio del 1981 nasceva la cooperativa, figlia di un movimento di piazza che si opponeva alla diffusione dell’eroina a Rimini e che cercava risposte attraverso la collaborazione dei servizi pubblici e del privato sociale. Da quella esperienza sono nati, nel giro di pochi anni, un Centro diurno prima e la Comunità terapeutica di Vallecchio poi. Erano i primi passi del lungo cammino della Cooperativa Sociale Cento Fiori che ha portato alla creazione di altre strutture sociosanitarie e di opportunità per chi, da tutta Italia, chiede di essere accolto per emergere dalle proprie dipendenze.

«Quel che state leggendo è un invito a festeggiare insieme a noi. A causa delle incertezze generate dall’andamento della pandemia abbiamo organizzato un calendario di eventi pochi mesi dopo l’esatta data di nascita. Eventi che verranno creati nel cuore della città: nello spazio verde che gestiamo di fianco al Parco XXV aprile, dove trova posto la nostra Serra Cento Fiori e il parco Rimini Avventura, in via Galliano 19, a 300 metri dal Ponte di Tiberio».

Sabato 11 settembre l’avvio delle celebrazioni è con una tavola rotonda coordinata dai colleghi Laura Grossi e Cristian Tamagni, focalizzata su Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia. Claudia Luppi dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, presenterà i dati relativi alla ricerca ESPAD sui “Comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca” in Emilia Romagna, a seguire interverranno Edoardo Polidori, responsabile del Ser.DP di Rimini e Forlì, Michele Sanza, responsabile del Ser.DP di Cesena, Leopoldo Grosso, presidente onorario del Gruppo Abele, con Riccardo De Facci, Presidente Nazionale del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) che trarrà le conclusioni. Oltre ai partecipanti suddetti, siamo in attesa di ulteriori conferme.

Massimo Marches e Massimo Modula in concerto dalle 21: i due autori riminesi suonano nel primo dei due concerti offerti dalal Cento Fiori gratuitamente alla città e ai suoi ospiti. Oltre a Massimo Modula (voce, chitarra, armonica) e Massimo Marches (voce, chitarra), si esibiscono sul palco Giacomo Depaoli (percussioni) e Stefano Zambardino (piano), insieme per un repertorio di brani originali e cover che omaggiano la canzone d’autore italiana degli ultimi 50 anni. Due mondi che si incontrano da tempo, quelli di Marches e Modula, che contano ognuno diversi album pubblicati dai primi anni del 2000 ad oggi. Questa formazione è chiamata anche Meltin’Pop per via delle infinite suggestioni poetiche e sonore che influenzano e caratterizzano l’impronta artistica di questo “insieme”.

Il programma di domenica 12 settembre inizia con la La libera scuola di orto sinergico, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14:00 alle 17 formazione “sul campo” in tema di orto sinergico, laboratorio per massimo 12 partecipanti. Nel pomeriggio appuntamento con i più piccoli: Tra gli orti con piccola scimmia, a cura di Manuela Mapelli. Una lettura e passeggiata disegnata nell’orto sinergico dietro La Serra Cento Fiori dalle 16 alle 17,30, durante le quali ogni bambino (dai 5 ai 10 anni) realizzerà un piccolo taccuino da viaggiatore in cui appuntare le piccole grandi scoperte della natura. Prenotazione necessaria.

Dalle ore 17,30 Nuove consapevolezze: ambiente, economia e società, un dibattito sulle Ecomafie (in collaborazione con l’Associazione “La Bottega Culturale”), con la partecipazione di Antonio Pergolizzi, analista ambientale, Francesco Pasquale, Cooperativa Sociale Terra Felix e Donato Berardi, economista, direttore del laboratorio REF.

Dal pomeriggio ci sarà il Mercatino solidale con cooperative sociali, associazioni e produttori del territorio. E, a partire dalle 19,30, la Grande Grigliata dell’Adriatico, a cura dell’Associazione “Rimini per tutti”. Concluderà i festeggianti del quarantennale Cento Fiori Filippo Malatesta in concerto dalle ore 21, il cantante e autore verucchiese che dal 1992 ha all’attivo sei album, il più recente nel 2019, Sopra la polvere.

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“Colpevole fino a prova contraria” ovvero quando il Fisco ti costringe a dimostrare di non essere un evasore.

Sul fatto che siamo un popolo a cui non piace pagare le tasse, non vi è dubbio alcuno. Su questa breve e indubbia considerazione lo Stato si è sentito in diritto di creare un sistema di recupero dell’evasione basato sul principio “della presunta colpevolezza” del cittadino di fronte al Fisco. Il ragionamento svolto dai nostri governanti pare di sentirlo: perché spendere soldi per stanare il vero evasore, quando è sufficiente presumere che tutti i contribuenti di base lo siano, lasciando a loro l’onere economico di discolparsi? Di questi “sospetti evasori” e delle loro disavventure parla l’ultimo libro di Giovanni Benaglia, uscito da pochi giorni in libreria per i tipi di Bookstones e intitolato "Colpevole fino a prova contraria". Il sottotitolo, in fondo, non è casuale e spiega già tutto: “Discorso attorno al nostro sistema fiscale e al suo trattarci come incalliti evasori”. Scritto in forma di “saggio divulgativo”, con un linguaggio semplice e non tecnico, il lavoro di Giovanni Benaglia racconta di come funziona il Fisco Inquisitore, che ti condanna prima ancora che un Tribunale abbia emesso una sentenza. Al suo interno, infatti, vengono riportati esempi di accertamenti basati su mere presunzioni, cause in cui l’Agenzia delle Entrate viene condannata per “lite temeraria”, controlli più simili a processi da Sant’Uffizio che a una corretta dialettica fra le parti in causa, finanche a contribuenti che, pur avendo riconosciuto la ragione da parte dei Giudici Tributari, non riescono ad avere indietro le somme che hanno ingiustamente pagato. Dalla sua lettura si arriva alla constatazione che in fondo l’abuso del diritto non è quello messo in pratica dal contribuente per evitare di pagare le tasse, ma bensì è quello realizzato dallo Stato che te le vuole fare pagare anche quando non devi! Badate bene, il saggio non è una difesa d’ufficio degli evasori, ma è semplicemente il racconto del nostro sistema fiscale visto con gli occhi dei cittadini e dei contribuenti modello i quali finiscono, loro malgrado, negli ingranaggi della macchina fiscale e da questa vengono trattati non come persone oneste ma come delinquenti, ancora prima di una sentenza di un tribunale e oberati dell’onere di dover dimostrare la propria innocenza. Insomma il ribaltamento di qualsiasi basilare principio costituzionale di presunzione di innocenza. Nel libro vi è anche, però, altro. Si racconta, infatti, anche lo stato pressochè fallimentare in cui versa la lotta all’evasione, smentendo la vulgata, propagandata dalle forze politiche, che vede l’incremento della lotta agli evasori. La realtà purtroppo dimostra che di questo incremento della lotta agli evasori non vi è alcun riscontro oggettivo visto che, ad esempio, nel 2019 lo Stato, fra tasse non pagate e quelle accertate, deve ancora riscuotere 954 miliardi di euro, cioè la metà del nostro PIL. Un fallimento sostanziale, quindi, sia dell’attività di accertamento che di quella della riscossione ma è anche la dimostrazione di come siano abortite, alla prova applicativa, tutte le riforme fiscali che si sono susseguite nel corso degli anni. In conclusione il lavoro fatto da Giovanni Benaglia appare oggi quanto mai attuale anche rispetto al dibattito sulla riforma fiscale che sta animando la scena politica di questi mesi. Proprio per questo l’autore, alla fine, suggerisce che se vogliamo iniziare veramente a riformare il nostro sistema tributario, possiamo iniziare da subito costringendo lo Stato a non ritenerci degli evasori fino a prova contraria ma, bensì, cittadini e contribuenti per natura onesti. Un cambiamento di paradigma che è poco costoso ma soprattutto veloce nella sua realizzazione pratica. Il libro si può trovare su Amazon.it, sul sito di lafeltrinelli.it , su ibs.it o sul sito dell'editore Bookstones, oppure in qualsiasi libreria del territorio nazionale.  Titolo: Colpevole fino a prova contraria. Discorso attorno al nostro sistema fiscale e al suo trattarci come incalliti evasori Editore: ‎ Bookstones​ 168 pagine ISBN: ‎ 979-1280232366   Notizie ImpreseOggi
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“Colpevole fino a prova contraria” ovvero quando il Fisco ti costringe a dimostrare di non essere un evasore.

Sul fatto che siamo un popolo a cui non piace pagare le tasse, non vi è dubbio alcuno. Su questa breve e indubbia considerazione lo Stato si è sentito in diritto di creare un sistema di recupero dell’evasione basato sul principio “della presunta colpevolezza” del cittadino di fronte al Fisco. Il ragionamento svolto dai nostri governanti pare di sentirlo: perché spendere soldi per stanare il vero evasore, quando è sufficiente presumere che tutti i contribuenti di base lo siano, lasciando a loro l’onere economico di discolparsi? Di questi “sospetti evasori” e delle loro disavventure parla l’ultimo libro di Giovanni Benaglia, uscito da pochi giorni in libreria per i tipi di Bookstones e intitolato "Colpevole fino a prova contraria". Il sottotitolo, in fondo, non è casuale e spiega già tutto: “Discorso attorno al nostro sistema fiscale e al suo trattarci come incalliti evasori”. Scritto in forma di “saggio divulgativo”, con un linguaggio semplice e non tecnico, il lavoro di Giovanni Benaglia racconta di come funziona il Fisco Inquisitore, che ti condanna prima ancora che un Tribunale abbia emesso una sentenza. Al suo interno, infatti, vengono riportati esempi di accertamenti basati su mere presunzioni, cause in cui l’Agenzia delle Entrate viene condannata per “lite temeraria”, controlli più simili a processi da Sant’Uffizio che a una corretta dialettica fra le parti in causa, finanche a contribuenti che, pur avendo riconosciuto la ragione da parte dei Giudici Tributari, non riescono ad avere indietro le somme che hanno ingiustamente pagato. Dalla sua lettura si arriva alla constatazione che in fondo l’abuso del diritto non è quello messo in pratica dal contribuente per evitare di pagare le tasse, ma bensì è quello realizzato dallo Stato che te le vuole fare pagare anche quando non devi! Badate bene, il saggio non è una difesa d’ufficio degli evasori, ma è semplicemente il racconto del nostro sistema fiscale visto con gli occhi dei cittadini e dei contribuenti modello i quali finiscono, loro malgrado, negli ingranaggi della macchina fiscale e da questa vengono trattati non come persone oneste ma come delinquenti, ancora prima di una sentenza di un tribunale e oberati dell’onere di dover dimostrare la propria innocenza. Insomma il ribaltamento di qualsiasi basilare principio costituzionale di presunzione di innocenza. Nel libro vi è anche, però, altro. Si racconta, infatti, anche lo stato pressochè fallimentare in cui versa la lotta all’evasione, smentendo la vulgata, propagandata dalle forze politiche, che vede l’incremento della lotta agli evasori. La realtà purtroppo dimostra che di questo incremento della lotta agli evasori non vi è alcun riscontro oggettivo visto che, ad esempio, nel 2019 lo Stato, fra tasse non pagate e quelle accertate, deve ancora riscuotere 954 miliardi di euro, cioè la metà del nostro PIL. Un fallimento sostanziale, quindi, sia dell’attività di accertamento che di quella della riscossione ma è anche la dimostrazione di come siano abortite, alla prova applicativa, tutte le riforme fiscali che si sono susseguite nel corso degli anni. In conclusione il lavoro fatto da Giovanni Benaglia appare oggi quanto mai attuale anche rispetto al dibattito sulla riforma fiscale che sta animando la scena politica di questi mesi. Proprio per questo l’autore, alla fine, suggerisce che se vogliamo iniziare veramente a riformare il nostro sistema tributario, possiamo iniziare da subito costringendo lo Stato a non ritenerci degli evasori fino a prova contraria ma, bensì, cittadini e contribuenti per natura onesti. Un cambiamento di paradigma che è poco costoso ma soprattutto veloce nella sua realizzazione pratica. Il libro si può trovare su Amazon.it, sul sito di lafeltrinelli.it , su ibs.it o sul sito dell'editore Bookstones, oppure in qualsiasi libreria del territorio nazionale.  Titolo: Colpevole fino a prova contraria. Discorso attorno al nostro sistema fiscale e al suo trattarci come incalliti evasori Editore: ‎ Bookstones​ 168 pagine ISBN: ‎ 979-1280232366   Notizie ImpreseOggi
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BANDO FONDO PERDUTO MONTAGNA 2021: L’EMILIA ROMAGNA INCENTIVA LE IMPRESE LOCALIZZATE NELLE AREE MONTANE DELLA REGIONE.

Favorire e consolidare lo sviluppo di imprese nelle aree montane della Regione Emilia Romagna per permettere la tenuta del tessuto produttivo e, più in generale, per la tenuta del sistema montagna, che negli anni è andato incontro all’emigrazione e al conseguente calo e progressivo invecchiamento della popolazione: questi i principi di fondo contenuti nella delibera n. 1116 del 12 luglio 2021 approvata dalla Giunta Regionale e che prevede un aiuto alle imprese del territorio sottoforma di contributo a fondo perduto sugli investimenti realizzati.   

BENEFICIARI DEL BANDO A FONDO PERDUTO

La misura di sostegno, che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 70% dell’investimento realizzato, è rivolta alle imprese aventi qualsiasi forma giuridica, esercenti qualsiasi attività con esclusione di quella della pesca e dell’acquacoltura così come normata dal regolamento del Consiglio Europeo n. 104/2000 e quella della produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea.

Gli ulteriori requisiti, che il bando a fondo perduto pone, sono:

  • Le imprese che presentano la richiesta di contributo devono essere iscritte alla Camera di Commercio;
  • I rappresentanti legali e i soci non devono essere destinatari di misure di restrizione a seguito di reati a carattere mafioso;
  • Le imprese richiedenti devono avere la sede o una unità locale in uno dei Comuni Montani elencati nell’Allegato A del bando di agevolazione;
  • Le imprese richiedenti non devono essere fallite, in liquidazione coatta amministrativa o volontaria o in concordato preventivo e, più in generale, in nessuna delle procedure concorsuali previste dalle attuali normative.
INTERVENTI FINANZIABILI A FONDO PERDUTO.

Gli interventi finanziabili dal Bando a fondo perduto sono:

  • La riqualificazione, la ristrutturazione o l’ampliamento di edifici e strutture con le relative pertinenze nelle quali il richiedente svolge la propria attività imprenditoriale;
  • Acquisto, riqualificazione, ristrutturazione e/o ampliamento di edifici o altri immobili che attualmente sono dismessi ma nelle quali il richiedente si impegna a svolgere la propria attività, anche fissando all’interno la futura sede legale o l’unità locale;
  • Investimenti in macchinari, attrezzature e relativi impianti;

Nell’ambito degli interventi sopra indicati sono ammissibili le seguenti spese:

  • Acquisto di terreni, immobili e impianti, macchinari e attrezzature;
  • Acquisto di immobilizzazioni immateriali, quali diritto di brevetto, licenze, know how o altre forme di proprietà intellettuale;
  • Spese di ristrutturazione edilizia ed impiantistica.
  • Costi di progettazione degli interventi edilizi e di impiantistica nella misura massima del 10% dei costi totali.

La spesa minima ammissibile è pari ad euro 25.000,00, mentre il finanziamento a fondo perduto massimo è pari ad euro 150.000,00

PREMIALITA’ DEL BANDO MONTAGNA 2021.

Il bando a fondo perduto prevede, poi, un regime di premialità per gli interventi che posseggono le seguenti caratteristiche:

  • Realizzare una riconversione produttiva con incremento dell’occupazione superiore al 10% di quella in essere al momento dell’approvazione del bando di finanziamento a fondo perduto;
  • Nel caso di nuova attività, l’impiego di almeno il 50% dei nuovi dipendenti previsti con contratti a tempo pieno e indeterminato;
  • Nel caso di investimenti in macchinari e attrezzature, l’assunzione di almeno un dipendente a tempo pieno indeterminato;
  • Progetti realizzati in comuni montani con popolazione fino a 5.000 abitanti, come indicati nell’allegato E, tabella a, del bando di finanziamento;
  • Progetti localizzati nei comuni montani classificati in alta, media e bassa montagna, come indicati nell’allegato E, tabella b, del bando di finanziamento;
  • Progetti localizzati nei comuni montani classificati sulla base del livello di potenziale fragilità demografica, sociale ed economica, come indicati nell’allegato E, tabella c del bando di finanziamento.

La scadenza per la presentazione del bando è fissata per il giorno 16 settembre 2021 alle ore 13:00.

CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER PARTECIPARE AL BANDO FONDO PERDUTO MONTAGNA 2021

 

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BANDO FONDO PERDUTO MONTAGNA 2021: L’EMILIA ROMAGNA INCENTIVA LE IMPRESE LOCALIZZATE NELLE AREE MONTANE DELLA REGIONE.

Favorire e consolidare lo sviluppo di imprese nelle aree montane della Regione Emilia Romagna per permettere la tenuta del tessuto produttivo e, più in generale, per la tenuta del sistema montagna, che negli anni è andato incontro all’emigrazione e al conseguente calo e progressivo invecchiamento della popolazione: questi i principi di fondo contenuti nella delibera n. 1116 del 12 luglio 2021 approvata dalla Giunta Regionale e che prevede un aiuto alle imprese del territorio sottoforma di contributo a fondo perduto sugli investimenti realizzati.   

BENEFICIARI DEL BANDO A FONDO PERDUTO

La misura di sostegno, che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 70% dell’investimento realizzato, è rivolta alle imprese aventi qualsiasi forma giuridica, esercenti qualsiasi attività con esclusione di quella della pesca e dell’acquacoltura così come normata dal regolamento del Consiglio Europeo n. 104/2000 e quella della produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea.

Gli ulteriori requisiti, che il bando a fondo perduto pone, sono:

  • Le imprese che presentano la richiesta di contributo devono essere iscritte alla Camera di Commercio;
  • I rappresentanti legali e i soci non devono essere destinatari di misure di restrizione a seguito di reati a carattere mafioso;
  • Le imprese richiedenti devono avere la sede o una unità locale in uno dei Comuni Montani elencati nell’Allegato A del bando di agevolazione;
  • Le imprese richiedenti non devono essere fallite, in liquidazione coatta amministrativa o volontaria o in concordato preventivo e, più in generale, in nessuna delle procedure concorsuali previste dalle attuali normative.
INTERVENTI FINANZIABILI A FONDO PERDUTO.

Gli interventi finanziabili dal Bando a fondo perduto sono:

  • La riqualificazione, la ristrutturazione o l’ampliamento di edifici e strutture con le relative pertinenze nelle quali il richiedente svolge la propria attività imprenditoriale;
  • Acquisto, riqualificazione, ristrutturazione e/o ampliamento di edifici o altri immobili che attualmente sono dismessi ma nelle quali il richiedente si impegna a svolgere la propria attività, anche fissando all’interno la futura sede legale o l’unità locale;
  • Investimenti in macchinari, attrezzature e relativi impianti;

Nell’ambito degli interventi sopra indicati sono ammissibili le seguenti spese:

  • Acquisto di terreni, immobili e impianti, macchinari e attrezzature;
  • Acquisto di immobilizzazioni immateriali, quali diritto di brevetto, licenze, know how o altre forme di proprietà intellettuale;
  • Spese di ristrutturazione edilizia ed impiantistica.
  • Costi di progettazione degli interventi edilizi e di impiantistica nella misura massima del 10% dei costi totali.

La spesa minima ammissibile è pari ad euro 25.000,00, mentre il finanziamento a fondo perduto massimo è pari ad euro 150.000,00

PREMIALITA’ DEL BANDO MONTAGNA 2021.

Il bando a fondo perduto prevede, poi, un regime di premialità per gli interventi che posseggono le seguenti caratteristiche:

  • Realizzare una riconversione produttiva con incremento dell’occupazione superiore al 10% di quella in essere al momento dell’approvazione del bando di finanziamento a fondo perduto;
  • Nel caso di nuova attività, l’impiego di almeno il 50% dei nuovi dipendenti previsti con contratti a tempo pieno e indeterminato;
  • Nel caso di investimenti in macchinari e attrezzature, l’assunzione di almeno un dipendente a tempo pieno indeterminato;
  • Progetti realizzati in comuni montani con popolazione fino a 5.000 abitanti, come indicati nell’allegato E, tabella a, del bando di finanziamento;
  • Progetti localizzati nei comuni montani classificati in alta, media e bassa montagna, come indicati nell’allegato E, tabella b, del bando di finanziamento;
  • Progetti localizzati nei comuni montani classificati sulla base del livello di potenziale fragilità demografica, sociale ed economica, come indicati nell’allegato E, tabella c del bando di finanziamento.

La scadenza per la presentazione del bando è fissata per il giorno 16 settembre 2021 alle ore 13:00.

CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER PARTECIPARE AL BANDO FONDO PERDUTO MONTAGNA 2021

 

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Anticipo NASPI: niente tasse se utilizzata per creare una cooperativa.

Chi percepisce l’indennità di disoccupazione, nel caso in cui proceda a costituire una cooperativa, potrà richiedere l’anticipo della Naspi senza pagarci sopra alcuna tassa. Lo prevede l’articolo 1, comma 12 della Legge 160 del 27 dicembre 2019 (Legge di Stabilità del 2020), che solo ora è entrato effettivamente in vigore con l’emanazione del provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nello specifico la legge prevede che  colui che riceve l’anticipo della disoccupazione per intraprendere una attività di lavoro autonomo, e la destina alla costituzione di una cooperativa presso la quale presterà la propria attività lavorativa, non sarà soggetto all’imposizione fiscale come, invece, avviene in tutti gli altri casi di anticipo della disoccupazione. COS’E’ L’ANTICIPO DELLA NASPI.  La possibilità di richiedere l’anticipo in una unica soluzione della Naspi (conosciuta anche con il termine gergale di indennità di disoccupazione), piuttosto che della ordinaria liquidazione mensile, è contenuta nell’articolo 8 del Decreto Legislativo 22/2015. Il disposto di legge è poi integrato dalla circolare Inps n. 174 del 23 settembre 2017, la quale fornisce maggiori dettagli circa la definizione di autoimprenditorialità.   L’anticipo della NASPI è una forma di agevolazione alla autoimprenditorialità concessa a tutte quelle persone che intendono intraprendere una attività di impresa o di lavoro autonomo al termine del proprio percorso lavorativo come dipendente.  I requisiti per accedere a questa forma di aiuto sono i seguenti:
  • aver diritto a percepire la Naspi;
  • avviare una attività autonoma sotto forma di:
    • lavoro autonomo quale, ad esempio, quello libero professionale (consulente, grafico, eccetera…), compreso quello in qualità di iscritti a specifiche casse (geometri, ingegneri, commercialisti, eccetera)
    • impresa individuale, quale l’artigiano o il commerciante;
    • Costituzione di una cooperativa con contestuale attività lavorativa svolta al suo interno;
    • costituzione o acquisto di quote in società di persone o di capitali anche caratterizzate dalla presenza un unico socio; 
Sussistendo i requisiti sopra descritti, l’interessato deve richiedere l’anticipo entro 30 giorni dalla data di avvio dell’attività. Ovviamente, nel caso di partecipazioni a forme societarie, per inizio attività si intende la costituzione o l’acquisto della relativa quota.  COME SI RICHIEDE L’ESENZIONE DALLE TASSE DELL’ANTICIPO DELLA NASPI. Coloro che hanno diritto all’esenzione, e che non hanno già ricevuto l’anticipo, devono allegare alla domanda di anticipo, con le modalità previste in un documento che sarà pubblicato successivamente dall’INPS, la seguente documentazione:
  • attestazione di avvenuta iscrizione della cooperativa nel registro delle imprese presso la Camera di Commercio competente per territorio, nonché nell’Albo nazionale delle società cooperative gestito dalle Camere di Commercio unitamente all’indicazione degli estremi per la successiva verifica;
  • stralcio dall’elenco dei soci corredato da una dichiarazione del Presidente della cooperativa attestante l’avvenuta iscrizione dell’interessato e l’attività allo stesso assegnata; 
  • dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di cui all’articolo 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, in cui il richiedente dichiara di destinare l’intero importo percepito al capitale sociale della cooperativa interessata entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno di imposta in cui è stata percepita la prestazione

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Anticipo NASPI: niente tasse se utilizzata per creare una cooperativa.

Chi percepisce l’indennità di disoccupazione, nel caso in cui proceda a costituire una cooperativa, potrà richiedere l’anticipo della Naspi senza pagarci sopra alcuna tassa. Lo prevede l’articolo 1, comma 12 della Legge 160 del 27 dicembre 2019 (Legge di Stabilità del 2020), che solo ora è entrato effettivamente in vigore con l’emanazione del provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nello specifico la legge prevede che  colui che riceve l’anticipo della disoccupazione per intraprendere una attività di lavoro autonomo, e la destina alla costituzione di una cooperativa presso la quale presterà la propria attività lavorativa, non sarà soggetto all’imposizione fiscale come, invece, avviene in tutti gli altri casi di anticipo della disoccupazione. COS’E’ L’ANTICIPO DELLA NASPI.  La possibilità di richiedere l’anticipo in una unica soluzione della Naspi (conosciuta anche con il termine gergale di indennità di disoccupazione), piuttosto che della ordinaria liquidazione mensile, è contenuta nell’articolo 8 del Decreto Legislativo 22/2015. Il disposto di legge è poi integrato dalla circolare Inps n. 174 del 23 settembre 2017, la quale fornisce maggiori dettagli circa la definizione di autoimprenditorialità.   L’anticipo della NASPI è una forma di agevolazione alla autoimprenditorialità concessa a tutte quelle persone che intendono intraprendere una attività di impresa o di lavoro autonomo al termine del proprio percorso lavorativo come dipendente.  I requisiti per accedere a questa forma di aiuto sono i seguenti:
  • aver diritto a percepire la Naspi;
  • avviare una attività autonoma sotto forma di:
    • lavoro autonomo quale, ad esempio, quello libero professionale (consulente, grafico, eccetera…), compreso quello in qualità di iscritti a specifiche casse (geometri, ingegneri, commercialisti, eccetera)
    • impresa individuale, quale l’artigiano o il commerciante;
    • Costituzione di una cooperativa con contestuale attività lavorativa svolta al suo interno;
    • costituzione o acquisto di quote in società di persone o di capitali anche caratterizzate dalla presenza un unico socio; 
Sussistendo i requisiti sopra descritti, l’interessato deve richiedere l’anticipo entro 30 giorni dalla data di avvio dell’attività. Ovviamente, nel caso di partecipazioni a forme societarie, per inizio attività si intende la costituzione o l’acquisto della relativa quota.  COME SI RICHIEDE L’ESENZIONE DALLE TASSE DELL’ANTICIPO DELLA NASPI. Coloro che hanno diritto all’esenzione, e che non hanno già ricevuto l’anticipo, devono allegare alla domanda di anticipo, con le modalità previste in un documento che sarà pubblicato successivamente dall’INPS, la seguente documentazione:
  • attestazione di avvenuta iscrizione della cooperativa nel registro delle imprese presso la Camera di Commercio competente per territorio, nonché nell’Albo nazionale delle società cooperative gestito dalle Camere di Commercio unitamente all’indicazione degli estremi per la successiva verifica;
  • stralcio dall’elenco dei soci corredato da una dichiarazione del Presidente della cooperativa attestante l’avvenuta iscrizione dell’interessato e l’attività allo stesso assegnata; 
  • dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di cui all’articolo 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, in cui il richiedente dichiara di destinare l’intero importo percepito al capitale sociale della cooperativa interessata entro il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno di imposta in cui è stata percepita la prestazione

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Ismea – Banca Delle Terre Agricole: un’opportunità per giovani agricoltori e coltivatori diretti per acquistare terreni agricoli abbandonati

Ismea, l’Istituto di diritto pubblico che si occupa del supporto allo sviluppo dell’agricoltura attraverso la fornitura di servizi finanziari e di contributi a fondo perduto, ha lanciato la nuova edizione dell’iniziativa denominata Banca Nazionale delle Terre Agricole. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, i terreni in vendita sono 37 per una superficie complessiva pari a 1.164 ettari.  Nello specifico la Banca Nazionale delle Terre Agricole è stata istituita con la Legge 28 luglio 2016 n. 154  ed ha come scopo quello di realizzare un catalogo dei terreni agricoli disponibili sul territorio italiano da assegnare ad agricoltori e coltivatori diretti. La Banca viene alimentata sia da terreni acquistati direttamente da Ismea che da terreni di proprietà di Regioni, Province Autonome o enti locali che vogliono venderli o assegnarli a terzi. L’assegnazione di questi terreni avviene attraverso una asta pubblica di vendita, previo invio della manifestazione di interesse da parte del soggetto interessato. CHI PUO’ PRESENTARE L’OFFERTA Possono partecipare all’asta pubblica tutti i soggetti che:
  • non abbiano subito condanne per reati che comportino l’impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione (art. 32 quater del Codice Penale);
  • non siano sottoposti a misure di prevenzione antimafia ai sensi dell’art. 67 del D. Lgs 159/2011;
  • non siano stati esclusi dalla partecipazione per negligenza o malafede da precedenti procedure di aggiudicazione con riferimento al terreno oggetto di vendita (art. 68 R.D. 23 maggio 1924 n. 827);
  • non si trovino in stato di fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo, né via sia in corso un procedimento di dichiarazione di una di queste procedure concorsuali;
  • non sia stata pronunciata nei propri confronti una sentenza di condanna passata in giudicato per reati contro lo Stato o la Comunità europea (art. 444 codice di procedura penale);
  • non si stata pronunciata nei propri confronti condanna con sentenza passata in giudicato relativa a reati per mafia, corruzione, frode, riciclaggio.
MODALITA’ DI VENDITA I terreni vengono venduti a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. L’aggiudicatario ha l’obbligo di regolarizzare, a proprie spese, eventuali difformità prima dell’atto di vendita. La partecipazione alla vendita avviene, inizialmente, attraverso l’invio della manifestazione di interesse, che dovrà pervenire entro il giorno 07 settembre 2021 e potrà essere fatta solo in modalità telematica attraverso il portale di Ismea. Successivamente, chi ha manifestato il proprio interesse ed è in possesso dei requisiti richiesti, verrà invitato alla vendita senza incanto. A questo punto occorrerà inviare la propria offerta economica, comprensiva del deposito cauzionale, che dovrà pervenire in busta chiusa entro 45 giorni dalla ricezione della lettera di invito. Il deposito cauzionale è pari al 10% del valore di base dell’asta e dovrà essere versato con assegno circolare. Una commissione provvederà all’apertura delle buste e per i primi tre tentativi di vendita, risulterà aggiudicatario colui che avrà offerto il prezzo più elevato rispetto alla base d’asta. In caso di offerte uguali, i partecipanti saranno invitati a offrire, in busta chiusa, una nuova offerta segreta in aumento. AGEVOLAZIONI PER GIOVANI AGRICOLTORI. Il bando prevede una interessante agevolazioni per i giovani agricoltori che saranno aggiudicatari dei terreni della Banca delle Terre Agricole. In questo caso il pagamento del prezzo potrà avvenire in forma rateale, previa iscrizione dell’ipoteca pari al 100% del valore della base d’asta sul terreno che forma oggetto della vendita. In questo caso il prezzo del terreno posto a base d’asta potrà essere corrisposto in trent’anni attraverso il pagamento di rate semestrali o annuali. Il tasso applicato sarà pari al tasso base aumentato fino a 220 punti base. Per capire meglio il funzionamento, si riporta il seguente esempio:
  • prezzo base d’asta: euro 100,00;
  • cauzione: euro 10,00 (il 10% di euro 100,00);
  • prezzo offerto: euro 125,00.
Il pagamento avverrà in questo modo:
  • quanto a euro 10,00 corrisposto come cauzione al momento della presentazione dell’offerta;
  • quanto a euro 25,00, cioè il differenziale tra il valore a base d’asta e quello offerto, al momento della stipula dell’atto di trasferimento in una unica soluzione;
  • quanto a euro 90,00, cioè il differenziale fra il valore a base d’asta e la cauzione presentata, in 30 anni attraverso rate semestrali o annuali.
I requisiti per accedere a questa forma di agevolazione sono i seguenti e devono essere posseduti al momento della manifestazione di interesse:
  • Se ditta individuale:
    • Il titolare deve avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 non compiuti;
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio;
    • Deve avere una partita iva nell’ambito agricolo ed essere iscritta all’INPS come coltivatore diretto;
  • Se società:
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio ed avere una partita iva nell’ambito agricolo;
    • Deve avere oggetto esclusivo l’esercizio di attività agricole ed avere, nella ragione sociale, la denominazione “società agricola”;
    • avere una maggioranza assoluta, numerica e di quote di partecipazione, di soci di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 anni non compiuti;
    • gli amministratori devono avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 anni compiuti.
CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER PATERCIPARE AL BANDO DELLE TERRE AGRICOLE PROMOSSO DA ISMEA

 

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Ismea – Banca Delle Terre Agricole: un’opportunità per giovani agricoltori e coltivatori diretti per acquistare terreni agricoli abbandonati

Ismea, l’Istituto di diritto pubblico che si occupa del supporto allo sviluppo dell’agricoltura attraverso la fornitura di servizi finanziari e di contributi a fondo perduto, ha lanciato la nuova edizione dell’iniziativa denominata Banca Nazionale delle Terre Agricole. Per quanto riguarda la Regione Emilia Romagna, i terreni in vendita sono 37 per una superficie complessiva pari a 1.164 ettari.  Nello specifico la Banca Nazionale delle Terre Agricole è stata istituita con la Legge 28 luglio 2016 n. 154  ed ha come scopo quello di realizzare un catalogo dei terreni agricoli disponibili sul territorio italiano da assegnare ad agricoltori e coltivatori diretti. La Banca viene alimentata sia da terreni acquistati direttamente da Ismea che da terreni di proprietà di Regioni, Province Autonome o enti locali che vogliono venderli o assegnarli a terzi. L’assegnazione di questi terreni avviene attraverso una asta pubblica di vendita, previo invio della manifestazione di interesse da parte del soggetto interessato. CHI PUO’ PRESENTARE L’OFFERTA Possono partecipare all’asta pubblica tutti i soggetti che:
  • non abbiano subito condanne per reati che comportino l’impossibilità di contrattare con la pubblica amministrazione (art. 32 quater del Codice Penale);
  • non siano sottoposti a misure di prevenzione antimafia ai sensi dell’art. 67 del D. Lgs 159/2011;
  • non siano stati esclusi dalla partecipazione per negligenza o malafede da precedenti procedure di aggiudicazione con riferimento al terreno oggetto di vendita (art. 68 R.D. 23 maggio 1924 n. 827);
  • non si trovino in stato di fallimento, liquidazione coatta, concordato preventivo, né via sia in corso un procedimento di dichiarazione di una di queste procedure concorsuali;
  • non sia stata pronunciata nei propri confronti una sentenza di condanna passata in giudicato per reati contro lo Stato o la Comunità europea (art. 444 codice di procedura penale);
  • non si stata pronunciata nei propri confronti condanna con sentenza passata in giudicato relativa a reati per mafia, corruzione, frode, riciclaggio.
MODALITA’ DI VENDITA I terreni vengono venduti a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano. L’aggiudicatario ha l’obbligo di regolarizzare, a proprie spese, eventuali difformità prima dell’atto di vendita. La partecipazione alla vendita avviene, inizialmente, attraverso l’invio della manifestazione di interesse, che dovrà pervenire entro il giorno 07 settembre 2021 e potrà essere fatta solo in modalità telematica attraverso il portale di Ismea. Successivamente, chi ha manifestato il proprio interesse ed è in possesso dei requisiti richiesti, verrà invitato alla vendita senza incanto. A questo punto occorrerà inviare la propria offerta economica, comprensiva del deposito cauzionale, che dovrà pervenire in busta chiusa entro 45 giorni dalla ricezione della lettera di invito. Il deposito cauzionale è pari al 10% del valore di base dell’asta e dovrà essere versato con assegno circolare. Una commissione provvederà all’apertura delle buste e per i primi tre tentativi di vendita, risulterà aggiudicatario colui che avrà offerto il prezzo più elevato rispetto alla base d’asta. In caso di offerte uguali, i partecipanti saranno invitati a offrire, in busta chiusa, una nuova offerta segreta in aumento. AGEVOLAZIONI PER GIOVANI AGRICOLTORI. Il bando prevede una interessante agevolazioni per i giovani agricoltori che saranno aggiudicatari dei terreni della Banca delle Terre Agricole. In questo caso il pagamento del prezzo potrà avvenire in forma rateale, previa iscrizione dell’ipoteca pari al 100% del valore della base d’asta sul terreno che forma oggetto della vendita. In questo caso il prezzo del terreno posto a base d’asta potrà essere corrisposto in trent’anni attraverso il pagamento di rate semestrali o annuali. Il tasso applicato sarà pari al tasso base aumentato fino a 220 punti base. Per capire meglio il funzionamento, si riporta il seguente esempio:
  • prezzo base d’asta: euro 100,00;
  • cauzione: euro 10,00 (il 10% di euro 100,00);
  • prezzo offerto: euro 125,00.
Il pagamento avverrà in questo modo:
  • quanto a euro 10,00 corrisposto come cauzione al momento della presentazione dell’offerta;
  • quanto a euro 25,00, cioè il differenziale tra il valore a base d’asta e quello offerto, al momento della stipula dell’atto di trasferimento in una unica soluzione;
  • quanto a euro 90,00, cioè il differenziale fra il valore a base d’asta e la cauzione presentata, in 30 anni attraverso rate semestrali o annuali.
I requisiti per accedere a questa forma di agevolazione sono i seguenti e devono essere posseduti al momento della manifestazione di interesse:
  • Se ditta individuale:
    • Il titolare deve avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 non compiuti;
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio;
    • Deve avere una partita iva nell’ambito agricolo ed essere iscritta all’INPS come coltivatore diretto;
  • Se società:
    • Deve essere iscritta alla Camera di Commercio ed avere una partita iva nell’ambito agricolo;
    • Deve avere oggetto esclusivo l’esercizio di attività agricole ed avere, nella ragione sociale, la denominazione “società agricola”;
    • avere una maggioranza assoluta, numerica e di quote di partecipazione, di soci di età compresa tra i 18 anni compiuti e i 41 anni non compiuti;
    • gli amministratori devono avere una età compresa tra i 18 anni e i 41 anni compiuti.
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Fondamento teorico dell’intervento nei gruppi multifamiliari, dal vertice della concezione operativa di gruppo

Scuola di prevenzione José Bleger Rimini - Gio, 24/06/2021 - 08:47

di Loredana Boscolo

 Chioggia – Venezia – 23 aprile 2021

V INCONTRO INTERNAZIONALE DEI GRUPPI PLURIFAMILIARI (23, 24 APRILE)

RILEVANZA E AGGIORNAMENTI SUL DISPOSITIVO MULTIFAMILIARE: SFIDE ALLA CREATIVITÀ

 

Fondamento teorico dell’intervento nei gruppi multifamiliari, dal vertice della concezione operativa di gruppo

 

“La familia funciona cuando proporciona
al marco adecuado por la definición y
conservación de las diferencias humanas”.
Pichón Rivière      

Oggi parliamo d’attualità del dispositivo del gruppo multifamiliare in questo momento storico sociale di pandemia planetaria, di malessere generalizzato, sociale, istituzionale e globale. Viviamo in un mondo in qui sta crollando il sistema capitalistico e neoliberale. Aumentano le disuguaglianze, i disoccupati, i lavori precari, emergono nuove povertà.

La nostra vita quotidiana, le relazioni familiari, i vincoli personali, di amicizia e professionali sono contagiati da questo clima di pandemia. Si mettono a nudo i nostri limiti in relazione al conosciuto, alle nostre fragilità e vulnerabilità; viviamo con un sentimento di incertezza. Dobbiamo fluttuare tra paura e le possibilità, nel presente tra passato e futuro.

La domanda principale oggi sarebbe: che idea abbiamo e come ascoltiamo la famiglia? Che tipo di apparato psichico e sociale utilizziamo nella nostra operatività quotidiana?

Inesorabilmente i vincoli all’interno della famiglia sono cambiati: è aumentata la sofferenza nei vincoli familiari, la violenza domestiche, i femminicidi, gli abusi sessuali sui minori. L’aumento dei divorzi e le diverse ricomposizioni familiari, dove convivono nella stessa famiglia figli di più matrimoni con nuovi partner, diversi dai genitori biologici.

Bambini che hanno due padri o due madri che si prendono cura di loro.

Stiamo assistendo a un fenomeno globale di diminuzione delle natalità. Se da una parte, la liberazione della donna, la diffusione dell’uso di contraccettivi, e la introduzione nel mondo del lavoro ha favorito una nuova soggettività sociale di emancipazione.

Però dall’altra parte, e presente la mancanza di lavoro e la possibilità di acquistare o affittare una casa. Questi cambiamenti nella famiglia contemporanea modificano profondamente le condizioni di esistenza delle persone e dei loro vincoli, producendo conseguenze sia nell’organizzazione psichica e sia nell’organizzazione sociale.

Inserendo in questo quadro generale, il lavoro con il gruppo multifamiliare, diventa uno dei dispositivi più appropriati, urgenti da applicare e implementare nel campo clinico-terapeutico, educativo, e soprattutto a livello preventivo comunitario.

Questo congresso è un’occasione per interrogarci sui diversi modelli e metodologie di intervento con il gruppo multifamiliare.

Le differenze servono per creare dialogo e per aprire la mente.

Svilupperò due nozioni centrali del concetto operativo di gruppo: Compito e Emergente.

Due nozioni teoriche di base per organizzare un’idea minima intorno al gruppo, nozioni trasversali che ci permettono:
1) La comprensione del funzionamento del gruppo multifamiliare.
2) Il lavoro multifamiliare post-gruppo dell’incontro di sviluppo dell’équipe terapeutica.

 

1) La comprensione del funzionamento del gruppo multifamiliare

In relazione al primo punto, articolerò la relazione gruppo multifamiliare e compito. Voglio sottolineare che la nozione di compito non va presa in modo formale, diciamo pure da un punto di vista pedagogico; poiché è il compito che fonda e stabilisce il gruppo.

È l’elemento che dà significato alle dinamiche e alla struttura gruppale.

Possiamo intenderlo come una metafora. Dal punto di vista del nostro schema concettuale di riferimento operativo, partiamo da una triangolazione: gruppo-compito e coordinazione.

Schema minimo (Figura 1, Figura 2) tra cui collochiamo la nostra comprensione dei disturbi dell’apprendimento, della comunicazione, della comparsa dei sintomi e delle disfunzioni familiari. All’interno di questo inquadramento triangolare osserviamo il movimento latente della struttura che produce un certo tipo di emergente.

La concezione operativa di gruppo, si differenzia dalle altre teorie perché per noi tutto inizia dal compito che istituisce il gruppo.

Il passaggio tra aggruppamento e gruppo, è un costante gioco dialettico, sarà il compito che sosterrà e sopporterà il gruppo in questi passaggi. Il gruppo durante tutto il processo oscillerà tra pre-compito e compito. In altre parole, nel momento della pre-compito, nel momento del compito si presenteranno gli aspetti più difensivi, le riproduzioni ideologiche e gli aspetti istituzionali. Nell’entrata nel compito, prevarranno gli aspetti di trasformazione: creativi, immaginativi.

La funzione dello psicoterapeuta, del coordinatore o dei coordinatori, sarebbe quella di: segnalare, costruire la interpretazione, di ciò che accade nel vincolo gruppo-compito: gli ostacoli, le resistenze al cambiamento e facilitare le opportunità di sviluppo, e quando è necessario porre i limiti.

Il coordinatore non è il leader del gruppo. Il leader è il compito.

Questo è un aspetto fondamentale per creare meno dipendenza dal coordinatore o coordinatori.  L’azione terapeutica, sarebbe come restituire al gruppo multifamiliare il deposito che viene assegnato all’equipe dei coordinatori, affinché il gruppo possa elaborare gli aspetti più indiscriminate dei vincoli tra di loro. (Processo gruppale, la teoria delle tre D di Pichón Rivière).

Tra l’altro, si rompono le complicità. Per esempio: il rischio che il coordinatore o i coordinatori si trasformino in un membro della famiglia.

Nel passaggio di aggruppamento multifamiliare a gruppo multifamiliare emergono le difese più arcaiche, le resistenze e le relazioni sincretiche.

Analizzeremo le costruzioni e decostruzioni dei vincoli che gli individui sviluppano attraverso l’identificazione proiettiva-introiettiva, rappresentazioni e fantasmi che ciascuno ha di sé stesso in relazione agli altri membri del gruppo multifamiliare. Cioè, costruiranno una rete immaginaria gruppale.

Questi sono gli elementi che creano un’atmosfera emozionale. Sarebbe la tensione del movimento che si produce tra pre-compito e compito. Un esempio concreto è il momento in cui lavorando con il gruppo multifamiliare c’è sempre qualcuno che entra senza bussare alla porta per prendere qualche oggetto o cercare qualcuno, un altro esempio è quando un componente del gruppo risponde al telefono o manda dei messaggi. Attraverso questi comportamenti vediamo un certo tipo di aggressione e ci chiediamo perché un gruppo multifamiliare permette un certo tipo di aggressione? La nostra ipotesi è che sempre questo ha che vedere con la dinamica gruppale da esso prodotta. Nel momento del pre-compito, si presentano i ruoli formali istituiti dallo status quo: di mamma, papà e figli. Per questo ci piace ed è essenziale differenziare il ruolo dalla funzione. Perché in questa differenziazione transita dal nostro punto di vista, la nozione di vincolo. Una madre o un padre, non sono madre e padre per sempre, lo sono finché svolgeranno questa funzione, ma tale funzione soprattutto nella attualità può essere svolta anche da altri membri della famiglia o dagli amici.

Generalmente, le figure genitoriali o filiali corrispondono al ruolo concreto biologico specifico, al vincolo di sangue. Quando funzionano i ruoli fissi definiti istituzionalmente, prevalgono gli stereotipi del movimento della assunzione e dell’aggiudicazione dei ruoli. Queste sono le situazioni critiche o di criticità perché ci indicano il movimento di come sono stati costruiti i vincoli tra di loro. Siano essi sani o patologici, però soprattutto ci danno l’idea della struttura e delle dinamiche di gruppo.

Quando parliamo di vincoli e funzioni, non parliamo di persone fisiche, ma di ciò che sta nel “mezzo”.

Parliamo del “tra“, cioè quell’area di transito che c’è tra il tu e l’io e viceversa. Quell’area di transito che produce e costruisce il noi gruppale.

Con il gruppo multifamiliare è necessario favorire uno spostamento tra funzione e biologia. Molte volte non è facile pensare alla funzione separandola dalla biologia.

Il nostro ECRO, ci permette di pensare a partire dalle tre funzioni (Vedere figure 1 e 2), di dare un altro significato a questi vincoli, siano essi: inter, intra o trans. Lasciamo il livello biologico per pensare di più sul piano della rappresentazione, del simbolico e di un immaginario diverso. Gli effetti di questi vincoli producono diversi tipi di soggettività sana o patologica, come afferma Bauleo: “Lo sguardo all’interno dei gruppi è uno dei problemi maggiori (perché il terzo è sempre presente) è necessario fare uno sforzo per separare lo sguardo dal ascolto per osservare come sono i vincoli all’interno del gruppo”.

Oltre la nozione di compito, utilizzeremo la nozione di emergente, la quale ci offre la possibilità di allargare il campo di osservazione da una prospettiva individuale ad un vertice gruppale.

L’emergente è quell’elemento che ci può orientare, ci segnala come un meccanismo difensivo rigido patologico ostacola un processo di salute, prima di rimanere incagliati nelle acque stagnanti della malattia.

 

2) Il lavoro multifamiliare post-gruppo di elaborazione dell’équipe terapeutica

In relazione al secondo punto, molto valido è lo spazio di elaborazione del vincolo gruppo multifamiliare e elaborazione post-gruppo dell’équipe. L’interrogativo sarebbe: come si integrano i diversi schemi di riferimento, il pluralismo dei punti di vista di ognuno, come si aggiustano i canali di comunicazione e i conflitti, per affrontare la complessità o meglio detto l’ipercomplessità, senza riduzionismi o banalizzazioni, ossia come si costituisce l’orizzontalità dell’equipe senza che prevalgano gli individualismi o i narcisismi poco funzionali al compito terapeutico o preventivo?

Segnalerei dal mio punto di vista che il processo di integrazione mette sempre in gioco una tensione tra identità e differenti appartenenze personale e istituzionali. Come funzionerebbe la psicoanalisi integrativa? Dice E. Mandelbaum: “lo scopo sarebbe quello di integrare teoria e pratica con gli aspetti affettivi, mentali e cognitivi”.

Credo che per arrivare a questa fondamentale integrazione nel lavoro con il gruppo multifamiliare si debbano affrontare gli elementi collegati alla resistenza del cambiamento. Il processo di integrazione richiede necessariamente l’apprendimento di una metodologia di lavoro gruppale che risponda a due livelli:

A) All’ipercomplessità del campo di intervento.
B) Alla possibilità di riflettere sulla propria implicazione.

 

Lo scopo dell’elaborazione sarebbe quello di costruire un’idea comune, in relazione al vincolo gruppo multifamiliare e processo terapeutico, poiché ritengo molto prezioso e fertile il momento dello spazio di elaborazione. Per questo credo, affinché, funzioni la comunicazione si dovrebbe avere un codice comune tra i membri dell’equipe di comprensione del processo terapeutico.

Nella nostra esperienza di lavoro con il gruppo multifamiliare, noi ricercatori della scuola Bleger di Rimini, usiamo come chiave di lettura la nozione di emergente comprendere il processo gruppale. L’emergente sarebbe la punta dell’iceberg che emerge dal magma e che disvela le parti latenti delle situazioni gruppali familiari. Imponendosi come elemento nuovo e imprevisto, producendo una qualità diversa dalla situazione stessa. La successione e il ritmo degli emergenti ci indicano il camino, rendendo possibile l’osservazione delle vicissitudini, delle fantasie inconsce gruppale, delle identificazioni incrociate o delle coazioni a ripetere.

L’emergente deriva dal latino participio passato: “emergere, accade come un accidente impensabile e inaspettato”.

L’emergente palpa gli aspetti controtransferali e, più in generale l’implicazione di ciascuno dei professionisti: come mi implico e come sono implicato.

D’altra parte, l’emergente dipende anche dal controtransfert istituzionale dell’équipe, dalla propria storia personale articolata con la formazione e con le proprie esperienze vissute.

L’emergente sarebbe il segnale che indica una traccia, che qualcosa è successo, se ignoriamo questi segnali, gli aspetti fisici e psichici continueranno ad esprimere i loro emergenti. Producendo sintomi o altre ripetizioni gruppali.

 

Loredana Boscolo Buleghin
Psicologo Psicoterapeuta
Email: loredana.boscolo@alice.it

 

Bibliografia:

Armando Bauleo, Psicoanalisi e Gruppalità, 2000.

Armando Bauleo, Ideologia, Gruppo e famiglia, Feltrinelli, Milano 1978.

Armando Bauleo e De Brasi MS, Clinica Gruppale – Clinica Istituzionale, Il Poligrafo, Padova 1994.

Bion, W. Esperienze nei Gruppi, Armando Editore, Roma 1971.

José Bleger, Simbiosi e Ambiguità, 1992.

Eduardo Mandelbaum, Teoria e pratica dei gruppi multifamiliari, Edizione Nicop Saggi, 2017.

Pichón Rivière, Il processo gruppale, dalla psicoanalisi alla psicologia sociale, Edizione Lauretana Loretto, 1986.

Pichón Rivière, La teoria del Vincolo, Edizioni Nueva Vision, 1979.

Progetto di Lavoro interdisciplinare e interazione sulla salute della persona, del gruppo familiare della comunità, ricerca finalizzata di sanità pubblica. ULSS17 Monselice, Padova. ULSS14 Chioggia, Venezia, e Regione Veneto giunta Regionale. Edizione Cleup, 2009.

 

 

 

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