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Prima gli Italiani! Poi risolvono i bangladesi.

La casa di Kikko (il mio blog) - Sab, 20/07/2019 - 15:21

Il mio nuovo cell (cinese), preso dopo che lo schermo del vecchio si è crepato come lo specchio della matrigna di Biancaneve, ci ha la home che non mostra le app di sistema. Per cui, al fatto di parlare a una sottiletta di mezzo metro quadro, dovevo pure aggiungere le grida «Ok google, voglio fare una foto» ogni volta che mi serviva la fotocamera. Mi vedevo già, sulla pista del Marecchia, mentre il merlo di turno mi additava alla merla come un pirla che perdeva un’ora per prendere la foto del falco pescatore già passato.

Pistola che ti pistola, le app non comparivano. Vado dal tennico ma, Prima gli italiani!, in ossequio al motto imperante. Entro dal tennico che invece è una tennica alla quale chiedo una «consulenza sul software». «Che cos’è una consulenza?» mi fa. Una consulenza: come la chiama lei quando uno le chiede qualcosa sul funzionamento del cellulare? Vabbé, scusi, lasciamo perdere. Non trovo più le icone delle app del sistema. Se devo usare un’app, mi tocca chiedere all’assistente di google. Guardi: «Ok google: voglio fare una foto». E compare il programma apposito. «Funziona», mi dice. Sì, ma io vorrei che funzionasse senza dover gridare ogni volta «Ok Google». Dov’è l’icona per farla funzionare senza gridare?

La tennica prende il cell con dita affusolatissime e ben curate, pistoletta un po’, poi mi guarda e dice: «dove sono le impostazioni»? He, sono qui da lei per questo: non trovo le icone per accedervi dallo schermo. Per arrivare alle impostazioni deve passare da qui. E le apro IO le impostazioni. Alla tennica. Questa spippola un altro po’, ha delle dita bellissime, poi si stufa e mi dice: «guardi, dovrebbe lasciarmelo qui, lo faccio vedere, ma potrebbe costarle 70 euro. Oppure va all’altro nostro negozio di via [omissis]». Grazie, provo a chiedere ancora a Ok Google un altro po’.

E mi avvio a cercare un altro tennico. Finisco in via Gambalunga, in un negozio mai visitato. Dentro, in un tripudio di ammennicoli hi tech e cover c’è un signore bangladese seduto dietro al banco, spazzato dal vento di un ventilatore. Sperando di non aver problemi con la lingua gli spiego il mio problema: dove sono finite le icone delle app? L’ometto - sarà alto quanto me, ma la metà di diametro - spippola un po’ con le sue dita sicuramente più brutte della tennica, poi alza gli occhi e mi dice: «ha solo la home di Google. Basta scaricare un’altra app della home». Cosa mi costa? «Niente» Le lascio qualcosa per il caffé. Ma lui già non mi guarda più, è entrata la moglie con il bambino di pochi giorni, che lui tiene in mano ad altezza mento. «Faccia un’offerta per la moschea», mi dice. Ho fatto l’offerta per la moschea.

Argomenti: Blogging

Dieci anni di turismo sportivo silenzioso nell’area protetta di Riccione: il lago Arcobaleno tra carpe di 17 chili e cucina romagnola.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Sab, 20/07/2019 - 10:47

Ex cava di argilla, ora è un piccolo eden. Gli albergatori lo segnalano ai clienti appassionati, ma molti pescatori vengono da Emilia, Marche e Umbria. I segreti: pesca no kill, gare, un ecosistema curato e tanta pace.

Riccione – Da cava di argilla a meta del turismo di pesca sportivo alla carpa e area protetta. E’ la curiosa parabola del lago Arcobaleno, una volta cava per fare i mattoni e cuocerli nella vicina fornace, ai confini di Riccione, nella località Case Fornace, appunto. Ora invece festeggia i 10 di fortunata gestione della Cooperativa Sociale Cento Fiori in collaborazione con la ASD Lago Arcobaleno, che l’hanno trasformata in una meta apprezzata da pescatori vacanzieri e non, italiani e stranieri, grazie al calendario gare e alle prede davvero notevoli. Ma anche meta per famiglie e qualche volta luogo adatto ad eventi culturali.

I rappresentanti della Cooperativa Sociale Cento Fiori e dell’ASD Lago Arcobaleno, gestori della struttura di pesca sportiva di Riccione, durante la festa per il decennale.

Provate a immaginare un luogo polveroso trasformato in eden e, beh, ci siete andati vicini. Tanto che sono gli stessi albergatori a indirizzare i loro clienti appassionati di pesca verso la piccola struttura poco fuori San Lorenzo. «Vengono in vacanza a Riccione e decidono di passare qualche ora da noi, con il loro hobby preferito – dice Ilaria Bartolini, che con Marco Samuelli gestisce il centro sportivo e ricreativo da 10 anni – italiani per lo più, ma abbiamo avuto anche svizzeri e russi. Qualcuno ci conosce attraverso Internet, altri sono indirizzati dagli stessi albergatori. Qualcuno porta la moglie a prendere il sole sul prato che circonda il lago, mentre i bambini giocano nel parco giochi, altri lasciano le famiglie tra spiaggia e shopping in viale Ceccarini, mentre si divertono a pescare le carpe. Molti dei turisti non portano l’attrezzatura in vacanza e quindi ci siamo attrezzati per affittargliela».

«E’ accaduto anche il contrario, un gruppo di perugini che per partecipare alle nostre gare hanno poi deciso di fermarsi per fare una piccola vacanza. Poi ci sono quelli che vengono da Bologna, da Pesaro e dalle Marche. Insomma, in dieci anni le nostre carpe si sono fatte un bel nome. E questa oasi è cresciuta con loro». La pesca è rigorosamente “no kill”: si cattura la preda, il tempo di fare una bella foto ricordo e via, di nuovo nel lago. Parliamo di carpe che hanno raggiunto i 17 chilogrammi. «Siamo orgogliosi dell’ecosistema che si è creato – continua Ilaria – due anni fa addirittura sono nati dei piccoli, segno che il lago è in ottima salute. Merito dei biologi che ci aiutano a tenerlo sotto controllo e dei pescatori e degli ospiti che lo frequentano, che lo trattano con il dovuto rispetto».

E accanto ai pescatori, arrivano altri ospiti, attirati dalla pace che vi regna, di giorno e la sera. E dalla cucina. «Chi viene qui apprezza sopratutto i rumori della natura: niente motori, niente clacson, solo i canti degli uccellini o delle cicale quando è caldo. Ma con i tanti alberi che abbiamo qui di sicuro l’afa non la soffriamo». E la sera sono molti i riccionesi pescatori e non che vengono a godersi il fresco e la pace del lago, insieme a un buon piatto di pasta fresca, qualche piadina e per i più piccoli hamburger e hot dog. E anche qualche fuori programma: un concertino ogni tanto e, una volta, anche una presentazione di un libro. Insomma, 10 anni di vita pacifica ma certamente non monotona, se si amano i semplici ingredienti della natura. Tanti auguri, lago Arcobaleno.

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Conclusa la seconda edizione di Diabete Beach Tennis, al quale ha partecipato anche Cento Fiori. La lettera di Diabete Romagna.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 17/07/2019 - 12:14
Al Beach Arena di Riccione una giornata di sport per «regalare speranza ai bambini» colpiti dal diabete Tipo 1 «e alle loro famiglie», perché «la malattia non sia d’ostacolo alle passioni e ai sogni»

«Cento Fiori, grazie di cuore! E’ con l’immagine di un’esplosione di colori e divertimento ancora davanti agli occhi che vogliamo ringraziarvi per questa 2° edizione di Diabete Beach Tennis: un grande successo di partecipanti ed entusiasmo! Domenica pomeriggio il Riccione Beach Arena era un arcobaleno di colori: rosa, giallo e blu come le magliette indossate da ognuno, con il simbolico Mister One, che rappresenta il diabete Tipo 1, quello che colpisce i bambini. Tantissimi giocatori si sono sfidati fino a sera, giocando con il sorriso e con il cuore per regalare speranza ai bambini e alle loro famiglie che convivono ogni giorno con il diabete e per costruire insieme un mondo in cui il diabete non sia più d’ostacolo alle passioni ed ai sogni di nessuno.

E’ stato un pomeriggio davvero emozionante, di sport e divertimento ma anche di grande solidarietà. Tanti infatti sono stati i partecipanti accolti con il sorriso dai volontari di Diabete Romagna, che con la forza e la determinazione che li contraddistingue, hanno fatto sentire a casa tutti coloro che sono stati con noi in questo pomeriggio di festa.

Desideriamo ringraziarvi di cuore per essere al nostro fianco, anno dopo anno, e per essere stati con noi in questa seconda edizione di Diabete Beach Tennis, che è ormai diventato un appuntamento fisso con l’estate di Riccione. Grazie davvero perché con il sostegno di Cooperativa Cento Fiori i bambini come Andrea, che ha il diabete da quando era molto piccolo e che da grande sogna di fare il tennista, possono affrontare le sfide di ogni giorno con la loro famiglia, con il sorriso che avete regalato loro.

A questo link trovate la gallery con tutte le foto. Ci teniamo davvero a ringraziarvi attraverso i volti dei partecipanti e dei volontari, sorrisi e divertimento di una bellissima domenica trascorsa insieme:
https://flic.kr/s/aHsmF8WtfB»

Un caro saluto da tutta l’associazione

dott.ssa Judith Mongiello

Coordinamento e Organizzazione
Associazione Diabete Romagna Onlus

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Come gettare il cuore oltre il pedale. Elettrico.

La casa di Kikko (il mio blog) - Dom, 14/07/2019 - 14:48

E’ poco più di un mese che ho trasformato la mia bicicletta da città in una ebike. Ho comprato un kit di trasformazione Bafang, uno di quelli che sfili i pedali e la meccanica del mozzo e al loro posto metti un motore elettrico (mid drive). Il motore l’ho comprato su Alibaba, direttamente in Cina. Ho speso meno che su Amazon, 351 euro, tasse di importazione e spedizione inclusi. La batteria l’ho comprata in Italia, senza nemmeno cercare alternative, temendo che il trasporto di un materiale esplodente – quale è la batteria - mi costasse una follia. Me la sono cavata con 320 euro, compreso il guscio, per una 14,5 Ampere, ovvero un centinaio di chilometri di autonomia, se non si esagera con il livello di assistenza alla pedalata.

Ho scelto il kit non perché avessi una bicicletta di valore. Anzi, ho scoperto di avere un vero catorcio, in questo mese e mezzo. Semplicemente non potevo permettermi come spazio un’altra bicicletta. Come costi, infatti, per rendere efficiente la bicicletta che avevo (si consumano di più la catena, i pignoni, i copertoni, si è spaccato prima il mozzo.... avoglia te….) alla fine ho speso come una ebike da città a livello base, sempre mid drive (con il motore alla ruota i costi sono ancora più bassi). Ho scelto il kit mid drive perché mi intrigava, e continua a intrigarmi, l’idea di dare una nuova vita alla bicicletta “tradizionale”. Sfili il meccanismo dei pedali, inserisci il motore, fissi con due viti la batteria al posto del portaborraccia e accendi. Vuoi cambiare bicicletta? Sfili il motore e rimetti i pedali. In due ore ti cambia bici e vita.

In un mese e mezzo ho fatto quasi mille chilometri. Alla fine dell’anno, se continuo con questi ritmi, farò il doppio dei chilometri che facevo in auto. E, quando vado al lavoro, ho tagliato della metà il sudore. Lavoro in due uffici e in entrambi dovevo avere un cambio di intimo, di camicie e un asciugamano. Sembra una patacata, ma i chilometri di tragitto casa – lavoro mi sono costati in sudore diversi raffreddori e varie influenze negli inverni scorsi. Per non parlare del tempo. In auto ci perdevo mezz’ora a viaggio, in bici 15 minuti, in ebike arrivo a 10, con meno fatica e la stessa sicurezza. Questo per gli otto chilometri del lavoro. Poi ci sono gli altri 12, per arrivare alla media…

Fare meno fatica in bicicletta non ha coinciso con l’impigrirsi. Al contrario, è scattato un curioso meccanismo mentale che mi porta a non sopravvalutare le distanze. Lo percepisco: lo spazio si è ristretto, i luoghi sono più vicini. Ne raggiungi uno e già ti poni l’obbiettivo di aggiungere qualche altra manciata di chilometri, se non questa volta magari alla prossima. Arrivi a Ponte Verucchio giovedì, domenica vuoi raggiungere Saiano. Lo raggiungi, ti sporgi dalla genga che domina il Marecchia e pensi: la prossima volta arrivo lì, a Pietracuta. E invece arrivi più in là. E non aumento il livello di assistenza del motore. Anzi, quando posso lo diminuisco. Sferragliando, percorro la ciclabile con la mia bici da città. Alla quale ho dovuto regalare una ruota più robusta, dei freni migliori, un copertone nuovo. Ma sono lì, a godermi i merli o le upupe che scappano via dalla pista, a evitare le lucertoline spaventate, a rimirare il volo di un falco che forse ho disturbato forse cerca una preda.

Certo, i puristi storcono il naso: “con l’ebike...”. Vabbé, che dicano pure: son tutti fenomeni quando si parla delle fatiche degli altri. Intanto io, con due infarti, ora esco quasi tutti i giorni e non sono per niente spaventato, né dalle distanze né dal caldo né dalla solitudine. Ogni settimana faccio uscite da 40 a 60 km, intervallate da giri più piccoli. Con la bicicletta da trekking dopo ogni uscita da 40 o 60 dovevo stare fermo un giorno. Faccio più chilometri, meno fatica, dimagrisco forse meno ma faccio la stessa strada di tanti mountainbikers con il mio catorcino. E mi conquisto scorci che il mio cuoricino pensava di non poter guadagnare. Butta via...

Argomenti: Blogging

Viva la pappa col pomodoro! In Emilia inizia la stagione per le aziende conserviere, come la Menù. E Target Sinergie partecipa con la divisione Igiene industriale.

Non è originario dell’Italia, ma ne è diventato un’icona, tanto da essere celebrato, letteralmente, in tutte le salse: il pomodoro. Dal Gianburrasca – Rita Pavone che canticchia “Viva la pappapappa col pomopomopomodoro” al “tomato” di Peter Clemenza che ne Il padrino insegna al giovane Michael come si fa a fare il sugo per gli uomini “scesi ai materassi” (la guerra dei mafiosi), il pomodoro è parte del Made in Italy. E un terzo di questa icona viene dall’Emilia, dal cosiddetto distretto del pomodoro industriale. Mentre le rosse bacche completano la loro maturazione nei campi padani, l’industria della lavorazione alimentare comincia a prepararsi per il massiccio lavoro che la investirà fino a settembre. E che rivoluzionerà, almeno per poche settimane, l’organizzazione delle singole aziende.

Noi ci soffermiamo su Medolla, Modena, sede della Menù, una delle più interessanti realtà di produzione di semilavorati per la ristorazione. Target Sinergie da anni assiste Menù nell’ambito delle sanificazioni dei reparti produttivi e delle pulizie di alcuni degli ambienti di stoccaggio. Flessibilità è la parola d’ordine nell’ambiente produttivo agroalimentare. Durante l'anno l’attività ordinaria, se così si può definire, di Target Sinergie è asservita alle operazioni di sanificazione dei macchinari impegnati nelle diverse produzioni. Produzioni che variano e si alternano ad un ritmo sostenuto durante tutti i giorni della settimana. Il catalogo dei prodotti Menù infatti è molto ampio: l’azienda serve il mondo Horeca con specialità alimentari come condimenti, salse, creme, primi piatti, e prodotti alimentari semilavorati per la ristorazione professionale.

A luglio lo stabilimento di Medolla si trasforma per accogliere e trasformare il raccolto di pomodori proveniente dai territori limitrofi. In un’epoca di globalizzazione qui si può parlare di un prodotto praticamente a km 0. Di fatto il pomodoro è il prodotto di punta della Menù, che viene utilizzato sia per preparazioni a marchio, sia venduto come semilavorato. Durante la stagione del pomodoro il ciclo produttivo passa da diurno ad h24 e le attività di igienizzazione vanno asservite alle linee di produzione mentre le altre attività di pulizia si concentrano a stabilimento fermo al sabato, con una squadra di lavoro molto più consistente.

«Uno dei fattori decisivi per la conquista e il mantenimento della commessa – dice Davide Zamagni, presidente di Target Sinergie - è stata l'introduzione di una figura non operativa con funzioni di coordinamento e controllo sul lavoro. Nello stesso tempo si interfaccia con il cliente per organizzare la forte variabilità delle lavorazioni, garantendo una qualità del servizio adeguata all'ambiente alimentare. Abbiamo poi aggiunto un consulente esterno specializzato sui protocolli di sanificazione e controllo qualità in ambito alimentare, che ci aiuta nella redazione di nuove istruzioni operative, definizione di nuovi standard qualitativi e di conseguenza azioni migliorative mirate».

Durante l’anno la giornata ordinaria della commessa Target Sinergie di sanificazione industriale segue la parabola del sole. Di giorno assistenza alla produzione per seguire i cambi di lavorazione alle macchine, che devono essere pulite e sanificate per dare spazio a nuove lavorazioni. La sera, a stabilimento fermo si fa la pulizia totale per il settore produttivo e tutti gli altri settori collaterali. Tutto questo finché non maturano i pomodori: da luglio a settembre, come avete letto, cambia la musica.

pappa_col_pomodoro.jpg Notizie Igiene e pulizie
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Un Burlesque dal Cuore antirazzista: dal Freaky Candy Burlesque Expo 2019 quasi 2200 euro di donazione per iniziative culturali dei richiedenti asilo ospiti della Cento Fiori

Cooperativa sociale Cento Fiori - Ven, 07/06/2019 - 16:03
Lo spettacolo della Cuore e Burlesque ASD ispirato ai temi etici e civili dell’antirazzismo e contro le discriminazioni. Un anno di lavoro premiato con il sold out del Teatro degli Atti di Rimini.

Rimini – «Cara Silvia “Freaky Candy” Capannini, desidero ringraziarti per la generosa donazione che l’associazione da te presieduta [Cuore e Burlesque ASD ndr] ha fatto alla nostra cooperativa. La interpreto come un forte segnale di vicinanza all’opera di accoglienza che facciamo, ma sopratutto come un legame civile, etico e morale tra le nostre organizzazioni. Un legame che vede nell’antirazzismo, nell’accoglienza del diverso, nel dovere di aiuto verso chi fugge da situazioni drammatiche e nello scambio culturale i principi fondanti». Cristian Tamagnini, presidente della Cento Fiori, scrive così in una lettera dopo la cospicua donazione, 2192,34 euro, frutto dello spettacolo Freaky Candy Burlesque Expo 2019, svoltosi al Teatro degli Atti.

Uno spettacolo di grande successo, visto il “sold out” dei biglietti, e che a detta degli stessi spettatori è stato “uno show divertente, con numeri di grande classe e dall’evidente alto tenore professionale”. Difficile insomma considerarlo un “semplice” saggio delle allieve del Cuore e Brulesque ASD. Scrivevano infatti con orgoglio gli organizzatori che «dopo un intenso anno di lavoro tra glitter, tacchi e soffici piume di struzzo, Freaky Candy ha l’onore di presentare le starlettes di Cuore e Burlesque in uno show a dir poco spaziale». Sul palco «numeri personali e di gruppo, stili diversissimi tra di loro, costumi realizzati e decorati interamente a mano, frutto della fantasia e della passione delle allieve e della loro folle guida Freaky Candy».

Ma come è nata questa curiosa – e benefica – relazione tra un’associazione che si occupa di burlesque e una cooperativa sociale che accoglie migranti (oltre a gestire strutture terapeutiche contro le dipendenza da sostanze stupefacenti)? «Tutto è nato lo scorso anno durante la Giornata Mondiale contro l’omo-bi-transfobia, – dice Federica Soglia, educatrice del settore Migranti della Cento Fiori – alla quale ha partecipato il coro de I Mondani, il gruppo di richiedenti asilo ospiti delle strutture Cento Fiori che, grazie all’associazione Pinkabbestia, studiano i canti tradizionali popolari italiani come attività per conoscere meglio la lingua e il paese che li sta ospitando. L’incontro tra Cuore e Burlesque asd e I Mondani ha evidentemente lasciato il segno se l’edizione 2019 del saggio è stata finalizzata a sostenere le loro e le altre attività culturali organizzate nelle residenze gestire dalla Cento Fiori».

Nel ringraziare la presidente Silvia Capannini, le protagoniste dello show e chi lo ha reso possibile da dietro le quinte, Cristian Tamagnini si è congedato «con la promessa che vi manterremo aggiornati sull’uso che faremo del vostro generoso contributo e sui frutti che darà in iniziative culturali dedicate ai nostri ospiti richiedenti asilo».

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SGR dona 10 computer alla Cooperativa Sociale Cento Fiori: nasce l’aula studi di informatica della Comunità Terapeutica di Vallecchio

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mar, 04/06/2019 - 13:02

Rimini – Dieci personal computer donati dal gruppo Sgr che diventeranno, opportunamente messi in rete tra loro, la prima aula studi di informatica della Comunità Terapeutica e del Centro Osservazione e diagnosi di Vallecchio. Il cospicuo dono è stato consegnato nei giorni scorsi dall’ingegner Bruno Tani, amministratore delegato di Sgr, a Cristian Tamagnini, il presidente della Cooperativa Sociale Cento Fiori di Rimini.

«La nostra azienda è sempre attenta al sociale e quando può aiuta le organizzazioni e le associazioni che sono attive in maniera efficace – ha detto Bruno Tani, durante l’incontro tra le due realtà – Conosciamo la Cento Fiori dalla sua nascita, e il suo fondatore Werther Mussoni. Abbiamo sempre seguito le sue attività e abbiamo periodicamente usufruito dei servizi della Cento fiori che peraltro sono molto ben fatti. E che si avvia ormai verso i 40 anni”.

«Siamo grati per questo importante aiuto a Sgr, che si conferma come un’azienda dalla forte responsabilità sociale. La donazione di PC ci permette di continuare sulla strada dell’innovazione nella nostra attività in Comunità Terapeutica e nel Centro di Osservazione e diagnosi a Vallecchio – dice Cristian Tamagnini, presidente della Cento Fiori – Aggiungeremo infatti tasselli di formazione informatica ai nostri programmi terapeutici, che già si connotano con peculiarità quali le terapie per coppie, i moduli per le dipendenze da cocaina e i tempi ridotti di permanenza in struttura, da sempre uno dei nostri obbiettivi. L’aula studi di informatica ci permetterà di allargare gli orizzonti professionali dei nostri ospiti, una volta dimessi dalle nostre strutture».

I dieci pc, tutti revisionati dall’area IT del gruppo multiservizi riminese, sono ora nella comunità di Vallecchio, dove sarà installato in ciascuno il sistema operativo linux nella distribuzione Xubuntu, una delle versioni più leggere e adatte anche ai computer meno aggiornati tecnologicamente, ma non per questo meno accessoriati come software. «Abbiamo fatto una scelta di cultura informatica – dice Enrico Rotelli, responsabile Comunicazione della cooperativa Cento Fiori e ideatore del progetto – sposando il software libero e valorizzando chi mette le proprie competenze a disposizione della collettività, in un’ottica di collaborazione. Il gesto di Sgr va in questa direzione, noi proseguiremo chiedendo il coinvolgimento dell’associazionismo che gravita intorno al mondo linux. Intanto stiamo partendo con i corsi di informatica di base e poi… chissà».

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COMMERCIO AL DETTAGLIO: UN BANDO A FONDO PERDUTO DA PARTE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA.

La Regione Emilia Romagna eroga un contributo a fondo perduto per i commercianti al dettaglio e lo fa attraverso la delibera di Giunta regionale n. 586 del 15 aprile 2019 Obiettivo dichiarato è quello di agevolare un nuovo posizionamento delle attività di vendita al dettaglio, promuovendo un cambiamento strutturale finalizzato all’accrescimento della competitività delle imprese del settore. In particolare la volontà della Regione Emilia Romagna è quella di supportare le imprese commerciali, e in particolare i piccoli esercizi di vicinato, nei processi di cambiamento e innovazione, soprattutto nell’ambito digitale e tecnologico, che sono necessari per affrontare la trasformazione dei mercati nonché per intercettare le nuove tendenze nei comportamenti dei consumatori. 

BENEFICIARI

I beneficiari dell’iniziativa sono le micro, le piccole e le medie imprese che esercitano attività commerciale al dettaglio in sede fissa e che hanno i requisiti di esercizio di vicinato ai sensi della vigente normativa (art. 4, comma 1, lettera d del D. Lgs. 114/1998 e smi). Più in particolare tutte le attività che rientrano nella sezione G47 dei settori di attività economica Ateco 2007, con esclusione dei seguenti gruppi e sottogruppi: 
47.11.1 “Ipermercati”; 47.11.2 “Supermercati”; 47.3 “Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione”; 47.8 “Commercio al dettaglio ambulante”; 47.9 “Commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati”) 

MISURA DEL CONTRIBUTO

L’agevolazione consiste nell’erogazione di un contributo a fondo perduto nella misura del 40% della spesa ammessa che potrà essere aumentato con le seguenti premialità:

  • + 5% per progetti di investimento: 
    • con ricaduta positiva sull’occupazione 
    • e/o proposti da imprese femminili e/o giovanili;
    • e/o con rating di legalità;
    • e/o appartenenti ai settori della S3 
  • + 5% per progetti di investimento proposti da imprese che sono localizzate in aree montane o in aree 107.3. c. In questo caso il contributo massimo è di euro 50.000,00
TIPOLOGIA DI PROGETTI FINANZIABILI 

I progetti finanziabili con il bando devono essere realizzati all’interno di unità locali situate in Emilia Romagna e devono prevedere la realizzazione di interventi finalizzati all’innovazione gestionale, alla creazione di nuovi sistemi di vendita e di servizio che prevedano l’impiego delle moderne moderne tecnologie digitali. In particolare:

  1. Acquisto di soluzioni e sistemi digitali per l’organizzazione del back-end (soluzioni a supporto della fatturazione elettronica, self scanning, sistemi di business intelligence e business analytics, soluzioni per incrementare le Azioni 3.3.2 e 3.3.4 del POR FESR 2014/2020 Bando per l’innovazione nel settore del commercio al dettaglio performance di magazzino, come il voice picking, sistemi per il monitoraggio dei clienti in negozio (attraverso telecamere e sensori), Sistemi per demand and distribution planning, sistemi di tracciamento dei prodotti lungo la supply chain attraverso RFId, soluzioni di intelligent transportation system);
  2. sviluppo di servizi di front-end e customer experience nel punto vendita (sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi, sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty, chioschi, totem e touchpoint, sistemi di cassa evoluti e Mobile POS, Electronic Shelf Labeling, digital signage, vetrine intelligenti, specchi e camerini smart, realtà aumentata, sistemi di sales force automation, sistemi di in store mobility, sistemi CRM, proximity marketing, sistemi di self-scanning);
  3. omnicanalità con integrazione con la dimensione del retail on line (sviluppo di canali digitali per supportare le fasi di prevendita, post-vendita o per abilitare la vendita, sviluppo di app e mobile site per le fasi di pre-vendita, post-vendita o per abilitare la vendita; siti informativi/e commerce e app/mobile site); 
  4. promozione del punto vendita attraverso canali web.

I progetti dovranno prevedere un investimento non inferiore ad € 10.000 esclusa IVA 

SPESE AMMISSIBILI 

Le spese ammissibili sono le seguenti:

  • Spese per acquisto di dotazioni informatiche ed attrezzature tecnologicamente innovative; 
  • Spese per acquisto di servizi di cloud computing e di licenze; 
  • Spese per l’acquisto di arredi e l’allestimento dei locali, comprese le opere murarie, edili ed impiantistiche; 
  • Spese promozionali su canali web strettamente connesse al progetto; 
  • Spese per l’acquisizione di servizi di consulenza strettamente connessi alla realizzazione dei progetti e/o richiesti per la presentazione delle domande. 
PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA 

Le domande possono essere presentate dalle ore 10.00 del giorno 20/05/2019 alle ore 13.00 del giorno 11/07/2019. 
I progetti dovranno essere avviati dalla data della domanda e fino al giorno 31.12.2019.

Altre informazioni sul bando potranno essere richieste allo Studio.  

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Buon 2018 per Cento Fiori: crescono fatturato e dipendenti per la cooperativa sociale riminese che gestisce la Comunità terapeutica di Vallecchio

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 29/05/2019 - 17:11

Rimini – «E’ un bilancio positivo, il 2018, nel quale il lavoro di soci e dipendenti ci ha consegnato una crescita nell’occupazione e nel fatturato, se guardiamo con i soli occhi dell’azienda. Ma noi allarghiamo lo sguardo anche alla nostra coscienza sociale, e il 2018 ci ha dato una crescita per quanto riguarda la lotta alle dipendenze da sostanze e l’inclusione delle persone svantaggiate. E una crescita anche nella percezione all’esterno del modello Cento Fiori». Cristian Tamagnini, presidente della cooperativa sociale Cento Fiori, commenta il bilancio 2018 approvato nei giorni scorsi dall’assemblea dei soci.

Un bilancio con diverse voci nel segno del più. I dipendenti, per iniziare, passati da 59 a 77, ma anche nel fatturato, che ha sfiorato i 4 milioni di euro. «E tutto ciò in un clima aziendale positivo, come ci dice il questionario che abbiamo somministrato ai dipendenti, che ci ha restituito l’immagine di un forte senso di appartenenza e di ottimi rapporti tra colleghi. Non è poco per noi». Diversi gli aspetti qualitativi che contraddistinguono il 2018, «al di là dei semplici numeri contabili», dice Tamagnini. «Il modello Cento Fiori si sta affermando e e sta acquisendo maggiore visibilità all’esterno. Certo si stanno sentendo gli effetti dell’investimento in comunicazione. Ma notiamo anche una maggiore attenzione da parte di istituzioni come l’Università di Bologna, sia sui nostri progetti terapeutici contro le dipendenze, sia come interventi educativi nel disagio sociale. Così come si stanno ampliando i progetti di prevenzione contro la droga con le scuole superiori del riminese».

«Che sia una cooperativa solida non lo dico io ma lo dicono i numeri. – aggiunge Domenico Diotalevi, direttore amministrativo della Cento Fiori – Il patrimonio netto ha superato i 2 milioni di euro, sono aumentati i soci lavoratori diventati 36, 47 soci sovventori sono persone fisiche, 12 soci sovventori sono persona giuridiche, abbiamo 13 soci volontari. I numeri ci dicono che abbiamo rafforzato i settori principali, legati alla recupero dalle dipendenze e consolidato i progetti in ambito di emergenza e gestione migranti. Oltre a diversificare in progetti sociali a favore del territorio e a sostenere gli storici settori di inserimento lavorativo di persone svantaggiate quali La Serra e il Centro stampa».

L’approvazione del bilancio della cooperativa avviene come prassi ad anno inoltrato, e Tamagnini approfitta dell’occasione per parlare dei progetti in atto nel 2019 e quelli futuri. Tra questi ricorda «l’apertura di un gruppo appartamento, rivolto alle persone in uscita dal percorso di recupero, in modalità H6, ovvero con una maggiore presenza degli educatori. Prosegue il percorso di accreditamento presso la Regione ed entro la fine dell’anno intendiamo varare nuovi moduli terapeutici per i giovani in doppia diagnosi in accordo con l’Ausl Area Vasta Romagna e il Centro di Salute Mentale. Senza tralasciare il completamento e l’efficientamento delle strutture terapeutiche di Vallecchio».

«Stiamo consolidando il settore dei Migranti – prosegue Tamagnini – attraverso la differenziazione dell’offerta, sia partecipando ai bandi europei, sia ai nuovi progetti Sprar e al Bando nazionale per l’innovazione sociale. Infine stiamo dedicando molta attenzione alla formazione professionale, sia interna, sia come formatori all’esterno».

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Freaky Candy Burlesque Expo: lo show di Cuore e Burlesque Asd contro la discriminazione razzista. L’incasso devoluto al settore Migranti della Cento Fiori

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 22/05/2019 - 18:53

Rimini – Dopo un intenso anno di lavoro tra glitter, tacchi e soffici piume di struzzo, Freaky Candy ha l’onore di presentare le Starlettes di Cuore e Burlesque in uno show a dir poco spaziale: il Freaky Candy Burlesque Expo.

Si alterneranno sul palco del Teatro degli Atti sabato 25 maggio dalle ore 21 numeri personali e di gruppo, stili diversissimi tra di loro, costumi realizzati e decorati interamente a mano, frutto della fantasia e della passione delle allieve e della loro folle guida Freaky Candy.

I ricavi dello show verranno devoluti alla Cooperativa sociale Cento Fiori di Rimini a sostegno, nello specifico, dell’area Migranti.

«Tutto è nato lo scorso anno durante la Giornata Mondiale contro l’omo-bi-transfobia, – dicono dalla cooperativa sociale – alla quale ha partecipato il coro dei Mondani, il gruppo di richiedenti asilo ospiti delle strutture Cento Fiori che, grazie all’associazione Pinkabbestia, studiano i canti tradizionali popolari italiani come attività per conoscere meglio la lingua e il paese che li sta ospitando. L’incontro tra Cuore e Burlesque asd e I Mondani ha evidentemente lasciato il segno se l’edizione 2019 del saggio, sabato prossimo, è finalizzata a sostenere le loro e le altre attività culturali organizzate nelle residenze gestire dalla Cento Fiori».

Non solo una donazione, ma una vera e propria presa di posizione ANTIRAZZISTA della comunità burlesque della riviera romagnola, Cuore e Burlesque, a sostegno di tutte e tutti coloro che ancora al giorno d’oggi vengono discriminate/i in base al colore della pelle o delle proprie origini.

In un periodo così buio dell’Italia, in cui atti di intolleranza e razzismo sono purtroppo sempre più frequenti, noi tutte ci stringiamo a sostegno dei migranti e della comunità POC locale.

Vi aspetta uno show frizzante ed irriverente, condotto da una scatenata Margherita Tercon ed una dispettosa ed imprevedibile Freaky Candy. Biglietti: 13,00 euro Per info e prevendite: cuoreeburlesque@gmail.com, cell 338 7467883. Il botteghino del teatro aprirà dalle ore 18:30.

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“Adolescenti e Migranti: Narrazione e Identità”: il video conclusivo del progetto Spi che ha coinvolto scuole e realtà sociali di Rimini

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mar, 21/05/2019 - 16:46

Il video che conclude il progetto “Adolescenti e Migranti: Narrazione e Identità”, che ha come obiettivo la prevenzione contro tutte le forme di violenza nei confronti dell’altro, il diverso, attraverso un intervento che renda consapevoli gli stereotipi e i pregiudizi personali, ai fini di creare un pensiero critico sui temi della migrazione, dell’interculturalità e dei diritti umani.

Il progetto, della durata annuale, è stato realizzato da Cinzia Carnevali, Mirella Montemurro, Laura Ravaioli e Gabriella Vandi della Società Psicoanalitica Italiana (Spi), in collaborazione con le colleghe di SIPsA (Società Italiana di Psicodramma Analitico)-COIRAG: Rita Arianna Belpassi, Silvia Cicchetti, Stefania Fabbri, Lidia Mulazzani, Sonia Saponi, Roberta Savioli e Roberta Secchiaroli; hanno condiviso il lavoro anche l’Associazione Margaret e Istituto Scienze dell’Uomo- progetto Interazioni nonchè l’Associazione Arcobaleno.

Le colleghe hanno ideato, coordinato e supervisionato il progetto, che ha previsto un lavoro condiviso tra gli studenti dei licei classico e scienze umane G.Cesare-Manara Valgimigli di Rimini e scientifico ed artistico Volta Fellini di Riccione e i giovani migranti, studenti della scuola di italiano dell’Associazione Arcobaleno e ospiti delle cooperative Cad e Cento Fiori.

Il Progetto “Adolescenti e Migranti: Narrazione e Identità” ha come obiettivo la prevenzione contro tutte le forme di violenza nei confronti dell’altro, il diverso, attraverso un intervento che renda consapevoli gli stereotipi e i pregiudizi personali, ai fini di creare un pensiero critico sui temi della migrazione, dell’interculturalità e dei diritti umani.

Scriveva Freud: “Nella vita psichica del singolo, l’Altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, pertanto la psicologia individuale è al tempo stesso sin dall’inizio psicologia sociale”.

Le classi delle diverse scuole, grazie all’intermediazione dei loro insegnanti, sono state invitate a lavorare su alcuni testi narrativi: narrazione di Sé, del viaggio e dell’identità attraverso brevi racconti, poesie, testi musicali, video. Nel corso dei mesi scolastici, i giovani, studenti e migranti, si sono incontrati e hanno lavorato insieme con la voce e  le parole, con il corpo e il movimento.

Il percorso ha mirato a creare uno spazio espressivo attraverso vari linguaggi, che realizzassero un’esperienza di incontro e ascolto, rivolta alla conoscenza dell’Altro, mediante la produzione di opere individuali e/o di gruppo, a partire dalla lingua materna originaria usata nel racconto di sé e dell’esperienza del viaggio.

Una parte del progetto si inserisce all’interno della Rassegna “ Da qualche parte tra musica e Psicoanalisi. Narrazioni e Identità”, che ha previsto, in alcune delle serate allo Spazio Tondelli di Riccione, gli interventi di colleghe psicoanaliste e psicoterapeute e le rappresentazioni sceniche dei testi dei giovani alunni e migranti.

(Parziale rielaborazione dall’articolo di Manuela Martelli tratto dal sito del Centro Psicoanalitico Bolognese https://www.cepsibo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=702-delme-report-frammenti-voci-di-stra-ordinaria-umanita-rimini-5-maggio-2019-manuela-martelli&catid=139&Itemid=645 )

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Stessa strada per crescere insieme Consulenza psicologica per sostegno alla genitorialita’ UICI Sezione Rimini

Scuola di prevenzione José Bleger Rimini - Sab, 04/05/2019 - 20:05
di Laura Buongiorno

Relazione colloqui individuali, di coppia e familiari Ore impegnate nei colloqui: 60 Le ore sono state distribuite da giugno 2018 a febbraio 2019 con andamento diverso in quanto era difficile per i genitori partecipare al lavoro di gruppo e nella stessa settimana riuscire a venire ai colloqui. Si è data priorità di partecipazione al gruppo aspettando che le lezioni fossero terminate per passare ad una cadenza settimanale negli ultimi tre mesi. Psicoterapia: terapeuta individuale, di coppia e familiare Modello di lavoro: l’individuo è gruppo (J. Bleger) . Psicologia degli ambiti ( individuale, gruppale, istituzionale, comunitario).

Metodologia Il primo incontro ha visto la partecipazione di 15 genitori convocati da Mauro Favarolo (coordinatore regionale) al quale ho partecipato su invito del presidente Domenico Mini UICI di Rimini in qualità di psicologa dell’UICI e poi di coordinatrice locale . Sono stati distribuiti dei quesiti, sottoposti da un gruppo di genitori di figli con disabilità visiva agli psicologi ,perché anche i genitori presenti si esprimessero rispetto alle tematiche da trattare.

Quando è partito il progetto le famiglie che si sono dichiarate interessate a partecipare sono state riconvocate per cercare di chiarire la differenza tra le informazioni e le discussioni in gruppo e i colloqui individuali e per ognuno si è proceduto a sottoscrivere il “Consenso Informato” ai sensi dell’articolo 24 del “Codice Deontologico degli Psicologi Italiani” e l’Informativa ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs. 196/2003 e dell’articolo 13 del Regolamento UE n.2016/679.

Prima di ottenere prestazioni professionali da parte della dott.ssa Laura Buongiorno, Psicologa/ Psicoterapeuta, iscritta all’ordine dell’Emilia Romagna, l’interessato dichiara di essere stato informato sui seguenti punti: - la prestazione rientra nel “ progetto stessa strada” proposto dall’IRIFOR in collaborazione con il CNOP - l’intervento prevede da due a quattro incontri di supporto al singolo genitore o coppia genitoriale, della durata di un’ora ciascuno, poi modificato fino a otto incontri ciascuno - a tal fine, anche ai sensi di quanto previsto dall’art. 1 della L.n 56/1989, potranno essere usati strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, l’ attività di abilitazione- riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico, in ogni caso lo strumento principale sarà il colloquio clinico; - le prestazioni verranno rese presso UICI sito in via Covignano N 238 Rimini (RN) - In qualsiasi momento il genitore potrà interrompere la prestazione; - la psicoterapeuta è tenuta al rispetto del Codice Deontologico che, tra l’altro, impone l’obbligo del segreto professionale, derogabile solo previo valido e dimostrabile consenso del paziente o nei casi eccezionali previsti dalla legge; - Nessun compenso verrà chiesto in quanto corrisposto dallIRIFOR (come da progetto).

Dopo aver compreso i termini dell’informativa e aver dichiarato di accettare l’intervento concordato, in materia di protezione dei dati personali, informo che i dati personali che emergeranno nel corso dell’intervento psicologico saranno trattati esclusivamente per l’esecuzione di prestazioni professionali strettamente inerenti alla mia attività di psicologa. Ho precisato che rifiutando tale consenso non sarei stata in grado di svolgere il mio lavoro e che pertanto avrei dovuto rinunciare all’incarico conferitomi. Preso atto dell’informativa ognuno esprime il consenso al trattamento dei propri dati “sensibili”per gli scopi di cui all’incarico professionale conferitomi. ​

Partecipanti Negli incontri collettivi iniziali si è sottolineato che la proposta prevedeva incontri individuali per singolo genitore o coppia genitoriale, preziosa occasione per esprimere i propri bisogni, desideri e necessità e avvalersi di un supporto e una consulenza specifica per approfondimenti o particolari necessità. Si è anche deciso che le lezioni e le discussioni in gruppo si tenessero separate dai colloqui individuali in modo che i genitori percepissero che gli incontri e il loro privato sarebbe stato assolutamente tutelato. Per questo motivo io non ho mai partecipato agli incontri di gruppo ne’ ho mai fatto incontri con le docenti alla presenza dei genitori e ho detto no agli incontri prima di gruppo poi di psicoterapia nello stesso pomeriggio come in un caso mi era stato richiesto. Ci si chiede alla fine di questo progetto perché su 80 ore complessivamente impiegate per i colloqui individuali, rispetto alle 240 previste, 60 siano state a Rimini e perché ci sia stato un così scarso utilizzo nelle altre sedi.

È vero che l’incontro individuale comporta un mettersi in discussione molto più diretto e coinvolgente di una partecipazione al gruppo dove ci si confronta sugli aspetti più o meno comuni. Così come dobbiamo riconoscere che ancora oggi esistono pregiudizi e resistenze nei confronti della cura psicologica con tendenza a preferire quella farmacologica, anche se le statistiche dicono che sempre di più le persone si rivolgono alla psicoterapia come modalità di risoluzione dei problemi. Quali problemi avrebbero dovuto avere i nostri partecipanti al progetto? Gli stessi per cui è nato il progetto. La collaborazione tra IRIFOR e CNOP ha impiegato gli psicologi a discutere con le famiglie i problemi dei figli.

Sappiamo che uno della famiglia che non sta bene può diventare il capro espiatorio del gruppo e spesso viene relegato con la colpa inconscia di essere lui il responsabile del disagio familiare: a maggior ragione e ancora di più se si tratta di figli non vedenti, ipovedenti e a volte anche pluridisabili. Nella discussione in gruppo si sa che si è lì perché c’è a casa un figlio naturale o adottato che non vede, è disabile e tutto ruota attorno a lui per farlo stare meglio. Si pensi a quanti genitori (madri) hanno rinunciato anche al lavoro per accudire il figlio, quante preoccupazioni per il futuro e sensi di colpa da ambo le parti. Se tutto questo si traduce in ansie, angosce, emarginazioni, situazioni depressive, come si può pensare che una semplice discussione in gruppo possa risolvere questi problemi? Ecco perché da noi psicologi si pretende di capire quali strategie mettere in atto per rompere gli stereotipi e arrivare a cambiamenti possibili a partire da noi.

Si ha a che fare con il retaggio dei pregiudizi sulla psicologia che si è cercato in questo caso di rompere affermando che un genitore, una coppia che si analizza e affronta i propri problemi personali individuali, attiva una comunicazione più consapevole, rafforza la capacità di una forma di autostima convincente, può migliorare il clima familiare e alleggerire il peso di essersi caricato sulle spalle l’onere di fare crescere il proprio figlio disabile e convincersi così di non essere malati ma di poterlo diventare se non si facesse prevenzione potendo scegliere una psicoterapia. Quindi tutte queste premesse sono servite per superare il lavoro spesso che si fa generalizzando sulle condivisioni, decidendo invece caso per caso sul quotidiano della persona.


Sui colloqui clinici

Senza scendere in particolari che riguardano la privacy di ognuno, si è rilevato che una costante comune a tutti è stata quella concentrata in una domanda “ Che cosa fa per se’ stesso? Ha un hobby, una situazione gratificante, un aspetto piacevole della vita, un desiderio ricorrente?”. Tutti hanno risposto allo stesso modo senza essersi parlati :” Niente”. Il lavoro è stato molto nell’ascoltare e nell’interpretare gli aspetti latenti rispetto al manifesto. È inutile chiedersi se gli incontri fossero positivi in quanto la conferma la troviamo nel semplice fatto che le persone continuavano a venire agli appuntamenti e hanno manifestato dispiacere quando le ore erano finite. Lo dimostrano le note scritte alla fine dei questionari anonimi che la segretaria dell’UICI ha loro sottoposto e che io ho avuto occasione di leggere prima che fossero inviati.

Scrivendo questa relazione ho riflettuto sul perché si sia prodotta la differenza di ore tra le varie sedi e non conoscendo i validi motivi delle colleghe che hanno lavorato sui colloqui individuali, esprimo con estrema umiltà la convinzione, per quanto mi riguarda, che le fasi iniziali sono molto importanti così come in psicoterapia si parla dell’importanza dei primi colloqui dove se non dici tutto quello che serve finisce che la relazione terapeuta-paziente non funziona o non viene attivata. Mi rendo conto che non è facile trasmettere i vari passaggi che si sono succeduti ma sicuramente sono serviti per inviare messaggi di fiducia che è la prima condizione per poter parlare e raccontare quello che a volte non si ha il coraggio di ammettere neanche a se’ stessi. Infine segnalo un emergente di questa parte di progetto: partendo dalla psicologia degli ambiti ( individuale, gruppale, istituzionale, comunitario, globale) e ritrovando nella famiglia pezzi di questi ambiti, ho ritenuto che chiunque avesse voluto venire al colloquio tra i componenti familiari che avevano aderito al progetto, poteva farlo.

Così la partecipazione ha visto genitori (coppia) insieme, oppure madre o padre singolarmente, anche una famiglia con un minore adottato non vedente e pluridisabile che mi ha meravigliato come riuscisse a rimanere un’ora a parlare seduto davanti a me (spiegazione possibile è l’attenzione che gli veniva data come in nessun’altra situazione tanto che raccontava cosa faceva a scuola e i genitori dicevano che a casa non lo faceva) ; una ragazza maggiorenne non vedente e affetta da una sindrome è stata portata dalla madre, molto preoccupata per la figlia che era ipocondriaca, depressa, emarginata : ho accettato di vederla nonostante si trattasse di figlia e poi ho visto anche la madre separatamente e una volta anche il padre. La ragazza continua a venire ancora oggi privatamente :ha ripreso a suonare il pianoforte, migliorato il rapporto con il padre, più autonoma anche grazie alla madre che superando certe paure e riattivando abitudini dimenticate del tempo libero, ha fatto ricadere sulla figlia comportamenti più positivi della vita. Queste sono solo alcune delle relazioni intraprese: certe purtroppo interrotte e non ancora definite, che in forma anonima, se ci sarà l’occasione si potranno anche raccontare perché si possa capire che le due fasi del progetto “stessa strada …” individuate in lezioni e discussione e in colloqui individuali possono integrarsi e rendere un servizio indiscutibilmente valido per promuovere la salute e il benessere a livello individuale gruppale istituzionale e quindi nella comunità.

(Progetto IRIFOR 2018)

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«Io non dipendo»: le domande “senza rete” di liceali a ospiti e psicologa della Comunità Terapeutica di Vallecchio. Un progetto di prevenzione del Giulio Cesare – Manara Valgimigli di Rimini.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Ven, 03/05/2019 - 16:52

Rimini – «A che età avete cominciato a fare uso di sostanze»? «Come hanno reagito e come hanno scoperto che usavi sostanze»? «La cocaina che effetto provoca? E’ simile a quello della “canna”»? Sono alcune delle domande di adolescenti, gli alunni delle prime classi del liceo Scienze Umane dell’istituto Giulio Cesare Manara Valgimigli di Rimini, rivolte agli ospiti della comunità terapeutica di Vallecchio. Gli incontri erano parte integrante del progetto “Io non dipendo”, di prevenzione e di informazione che da una parte ha coinvolto il personale e gli ospiti della Cooperativa Sociale Cento Fiori, dall’altra i giovani liceali di cinque classi, accompagnati dai loro insegnanti.

«L’approccio è stato di coniugare l’informazione professionale, scientifica ed educativa e quella del vissuto» ha detto Gabriella Maggioli, vicepresidente della Cento Fiori. E infatti, lei ha partecipato agli incontri con i ragazzi in qualità di psicologa e di psicoterapeuta. Accanto, alcuni degli utenti della Comunità Terapeutica di Vallecchio, che si sono prestati a raccontare ai ragazzi le loro esperienze.

«Sono stati incontri “senza rete” – ha raccontato Gabriella Maggioli – infatti per mettere a loro agio gli adolescenti, parliamo di ragazzi di 14 anni, abbiamo fatto scrivere loro le domande per poi metterle in un sacchetto ed estrarle». Gli studenti non si sono sottratti, dando fondo alle tante domande – da «Che tipo di sostanze avete usato la prima volta» a «che età avevate» – su un tema certamente complesso e non facile. Troppo spesso sconosciuto anche per chi è adulto e si suppone abbia gli strumenti per conoscerlo.

C’è stato chi ha chiesto «Oltre alle classiche (sic) compagnie sbagliate, quali sono le altre cause»? I percorsi di uscita dalla dipendenza sono stati oggetto di curiosità: «Vi ha aiutato qualcuno a decidere di uscire da queste dipendenze, oppure è stata una vostra scelta personale»? Uno (o una) studente ha chiesto se «Oltre agli educatori, avete trovato forza e determinazione nei vostri compagni all’interno del centro»? I ragazzi, aiutati dai bigliettini, sono andati anche sul personale chiedendo se «Avete figli»? O addirittura «se i tuoi figli cominciassero a fare uso…». Toccando con innocenza corde sensibili, commoventi per chi ha ricevuto la domanda: «Cosa hai perso nella vita da quando hai cominciato a drogarti»?

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Cad vince il primo campionato intercooperativo di calciotto, ma è festa per tutti alla Serra Cento Fiori

Cooperativa sociale Cento Fiori - Ven, 19/04/2019 - 14:29

I richiedenti asilo ospiti della cooperativa sociale Cad hanno vinto il primo campionato intercooperativo di calciotto di Rimini, mettendo in fila le cinque altre squadre contendenti. Ma se è stata una squadra la netta vincitrice – sei punti il distacco dalle inseguitrici – per tutti i giocatori e gli educatori la premiazione è stata una festa. Si è conclusa così tra musica, cibo cucinato nelle case dei richiedenti asilo e bibite, nel parco de La Serra Cento Fiori il primo campionato che vedeva scendere in campo le compagini delle cooperative sociali Cad (con due squadre), Ardea, Terre solidali, i padroni di casa Cento Fiori e la Croce Rossa.

«Una bella esperienza di collaborazione tra le cooperative sociali impegnate nell’accoglienza dei richiedenti asilo – ha commentato Monica Ciavatta responsabile dell’area Migranti della cooperativa sociale Cento Fiori – Ma sopratutto tante occasioni di divertimento per i richiedenti asilo. E poi diciamo che premiare i primi classificati del campionato è stato anche un premio per gli sforzi di tutte le educatrici e gli educatori impegnati, ciascuno nella propria realtà, nell’accoglienza e nell’aiuto ai migranti nella provincia di Rimini. Un lavoro non facile in questo clima sociale e che svolgono dimostrando sensibilità e cura verso il prossimo».

La squadra Cad 2 ha alzato la coppa del vincitore con 15 punti e un differenziale reti fatte / subite a +28, staccando le inseguitrici Ardea e Terre solidali. Quarti a pari merito Cad 1 e Cento Fiori, quinti Croce Rossa. Poi, tutti al banchetto, allietati da un attrezzatissimo dj set nel parco. Sport, musica e convivialità, i linguaggi che usano una grammatica senza confini.

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Progetto Ulisse Cento Fiori tra le esperienze educative outdoor al prossimo convegno Facciamole Fuori dell’Università di Bologna

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mar, 16/04/2019 - 11:55

Il progetto Ulisse delle crociere terapeutiche della Cooperativa Sociale Cento Fiori approda all’Università di Bologna il 10 maggio 2019, durante il convegno “Facciamole Fuori. L’outdoor education nella lotta alle dipendenze”. L’esperienza ultraventennale della cooperativa sociale che coinvolge gli utenti della Comunità terapeutica di Vallecchio e dei Centri di Osservazione e diagnosi sarà presentata tra i diversi progetti educativi outdoor per la prevenzione e la lotta alle dipendenze, grazie all’iniziativa organizzata dal Centro di ricerca sull’Educazione e la Formazione Esperienziale e Outdoor (Cefeo), nell’ambito del dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna. A illustrare l’esperienza il fondatore del progetto (e della Cooperativa) Werther Mussoni e l’attuale skypper delle crociere (ed educatore) Andrea Ambrosani, che ha “ereditato” il ruolo da Mussoni.

Il convegno è finalizzato a dare visibilità alle metodologie educative realizzate in outdoor che mirano alla prevenzione e al contrasto delle dipendenze patologiche da sostanze, gioco e tecnologia. Queste pratiche d’intervento socio educativo prevedono la fruizione dell’ambiente naturale “selvaggio” (wild) per dare luogo ad esperienze di crescita, sviluppo e apprendimento individuale di gruppo e di comunità perché possono incidere sulla condizione esistenziale dei soggetti provocando cambiamenti significativi in senso psicofisico, cognitivo, relazionale e sociale.

L’obiettivo del convegno è quello di operare una riflessione su queste esperienze, ormai da tempo consolidate, per evidenziare i fondamenti psicopedagogici, gli aspetti metodologici, la definizione deI setting, l ‘efficacia degli interventi e le pratiche di valutazione, lo stato dell’arte delle pratiche in Italia. Il convegno si rivolge in particolare a educatori, operatori del settore socio educativo, insegnanti e studenti di Scienze dell’Educazione.

Il convegno si terrà presso l’aula 4 Via Zamboni 32, accesso consentito fino ad esaurimento posti, previa iscrizione gratuita obbligatoria al link: http://bit.ly/facciamole-fuori

Segreteria organizzativa: Isadora Merli – 051 2091413 i.merli@fondazionealmamater.it

www.facebook.com/centroCEFEO

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Open day di Equitazione etologica: sport ed esperienza di crescita per bambini dai 5 ai 10 anni

Cooperativa sociale Cento Fiori - Ven, 12/04/2019 - 11:37
Prova gratuita al coperto (anche in caso di pioggia) con i pony domenica 14 aprile 2019 dalle 15 alle 18 alla Scuderia Cento Fiori, via Vallecchio 10 a Vallecchio di Montescudo.

Rimini – Prova gratuitamente il programma del Pony club: dove i ragazzi costruiranno il loro patrimonio di qualità fondamentali per la vita divertendosi insieme ai cavalli. Domenica 14 aprile, dalle ore 15 alle 18 alla Scuderia Cento Fiori (via Vallecchio 10, Vallecchio di Montescudo), i bambini dai 5 ai 10 anni avranno l’opportunità di conoscere l’equitazione etologica, qualcosa di più di uno sport: è per il bambino un percorso di crescita personale grazie all’ascolto di sé e dell’animale e non attraverso l’agonismo. Nessun problema in caso di pioggia: l’evento si tiene nel maneggio coperto della Scuderia Cento Fiori. L’evento sarà anche l’occasione per la preiscrizione ai Centri estivi di Equitazione.

Con il programma del Pony club il bambino impara a stare con i suoi amici, ogni cosa a lui insegnata e da lui acquisita sarà pronta a essere condivisa con gli altri. Scegliere di diventare “grandi” non più mettendosi confronto con l’altro ma “insieme” all’altro. Decidere di non essere più bravi degli altri ma migliori di come eravamo prima.

La struttura della lezione servirà ad insegnare e a incoraggiare il bambino ad essere utile agli altri, aiutando i propri compagni nelle diverse fasi delle lezioni di gruppo che gli daranno la possibilità di avere pazienza, di rispettare il suo turno e di essere sempre importante nel caso qualcuno avesse bisogno di aiuto.

Il rapporto con i bambini e con i pony permetterà al bambino di sviluppare qualità importanti nella vita e una di queste è la resilienza, ovvero la capacità di reagire alle difficoltà a alle sfide della vita, trasformandole in opportunità e andando avanti nonostante le delusioni e le frustrazioni.

Per informazioni Stephanie Chiaruzzi 333 49 69 261.

La Scuderia Cento Fiori rientra tra le attività della Comunità Terapeutica di Vallecchio fin dalla sua fondazione ed è pienamente inserita nei suoi programmi terapeutici, oltre che nei percorsi di reinserimento lavorativo.

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Laboratorio Prima Pagina: due incontri di presentazione di un’esperienza educativa

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 10/04/2019 - 17:17

Il Centro stampa Caratteri Mobili e Co. (C.E.I.S. Rimini) e ET (Educatori e territorio) organizzano due incontri per presentare l’esperienza del Laboratorio di scrittura Prima Pagina della U.O. Dipendenze Patologiche di Rimini attiva da più di un decennio e coordinata da Primo Pellegrini. Nelle due giornate sarà presentata l’esperienza e verranno distribuiti i quaderni di documentazione – narrazione curati da Gilberto Mussoni, Primo Pellegrini e Sergio Fabbri.

“Cos’è leggere e scrivere fuori dall’esperienza scolastica? Cos’è, che significato ha pubblicare? Si tratta forse di mettere nero su bianco, si tratta che verba volant, mentre scripta manent, si tratta di dare forma a normali conversazioni, al nostro “commerciare” con altri?

Il nostro tempo vuole che ci esprimiamo, il nostro tempo ci chiede di darci alla civile conversazione, il nostro tempo pretende da noi che non solo abbiamo delle idee, ma che pure le esprimiamo … almeno così ci pare. Non solo le esprimiamo a parole, ma nero su bianco. Ma nei blog, nelle pagine internet non è il verbo, la parola detta, ad essere volatile, ma la scrittura stessa. Altrove, invece la scrittura sembra assumere il peso del contratto. Ognuno è chiamato a pensare con la propria testa, non basta più obbedire, obbedire a quelli che comandano, né mantenere un rispettoso silenzio. Un tempo ci veniva insegnato a stare zitti, a stare al nostro posto, a non esporci, in particolare l’uomo non doveva perdersi in chiacchiere, anzi chi era del popolo sospettare di chi si riempiva la bocca di parole, e parolone, questo anche secondo una massima che abbiamo trovata appesa nella bottega di un artigiano:” è meglio tacere e dare l’impressione di essere scemo piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio!”

Primo incontro

giovedì 18 aprile 2019 ore 17.00

Presentazione dell’esperienza e del primo quaderno che raccoglie una antologia di testi prodotti dai partecipanti al laboratorio e pubblicati nel giornale annuale Il Dinosauro Colto.

Secondo incontro

giovedì 9 maggio 2019 ore 17.00

Presentazione di due quaderni in cui, tramite una scambio di mail e un diario e una riflessione Gilberto Mussoni, Primo Pellegrini, Sergio Fabbri ripensano e discutono l’esperienza vissuta.

Gli incontri sono aperti a tutti. Si terranno nella sede dell’Istituto di Scienze dell’Uomo di Rimini in via Nigra 26 , vicino al parco dell’Arco d’Augusto sulla strada nei pressi del distributore dell’acqua.

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Le crociere terapeutiche della Cento Fiori approdano all’università di Rimini: Mussoni, D’Alessio e Ambrosani hanno tenuto un seminario al corso di Educatore Sociale e Culturale

Cooperativa sociale Cento Fiori - Mer, 03/04/2019 - 19:12

Un seminario dedicato al progetto Ulisse, le crociere terapeutiche che la Cooperativa Sociale Cento Fiori organizza annualmente “esportando” in mare i programmi della Comunità Terapeutica e del Centro Osservazione e Diagnosi di Vallecchio. Ospiti il fondatore della Cooperativa Sociale Cento Fiori – e delle crociere terapeutiche – Werther Mussoni, e gli “eredi” in seno alla cooperativa di questo progetto, lo psicologo Michele Maurizio D’Alessio e l’educatore – skipper Andrea Ambrosani.

Teatro dell’incontro l’aula magna dell’Università di Rimini, grazie al Centro di Ricerca sull’educazione e la formazione esperienziale e outdoor e al docente di Psicologia Sociale Giannino Melotti, che ha curato l’incontro con gli studenti del corso di Educatore Sociale e Culturale.

«Si è trattato di un seminario durante il quale hanno presentato ai ragazzi l’ormai più che ventennale progetto Ulisse – ha spiegato Giannino Melotti – Un intervento di prevenzione per dipendenza da sostanze svolto in barca a vela. Bellissima esperienza che viene condotta in barca portando in giro gruppi di persone che hanno un uso problematico con le sostanze».

L’evento è stato promosso da Cefeo , un centro attivato presso il dipartimento di Scienze dell’educazione, che si occupa di analizzare e valutare progetti di educazione e formazione che vengono svolti in ambito outdoor, e fa parte del calendario di numerosi eventi e seminari organizzati da Giannino Melotti insieme alla collega Alessandra Gigli.

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CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO PER I LIBERI PROFESSIONISTI: DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA UN AIUTO A CHI INVESTE IN INNOVAZIONE.

Con la delibera di Giunta regionale n. 368 dell'11 marzo 2019 la Regione Emilia-Romagna ha deciso di aiutare i liberi professionisti che intendono promuovere l’uso dell’innovazione per l’ampliamento e il potenziamento dei servizi offerti dalla propria struttura.  Beneficiari e Destinatari I destinatari del contributo a fondo perduto previsto dalla Regione Emilia Romagna per i liberi professionisti sono:
  • Liberi professionisti ordinistici, che sono titolari di partita Iva e che esercitano attività professionali riservate per legge (Commercialisti, Avvocati, Geometri, Ingegneri eccetera) e che sono iscritti ai relativi Albi o Collegi professionali così come previsti dall’art. 2229 del Codice Civile. Oltre all’iscrizione ai rispettivi ordini professionali, i richiedenti il contributo devono essere iscritti alle rispettive Casse di Previdenza e possono operare in forma singola, associata o societaria;
  • Liberi professionisti non ordinistici, cioè non esercitanti attività professionali protette, che siano titolari di partita Iva, autonomi, e che operano in forma singola, o associata attraverso “studi formalmente costituiti“, con esclusione della forma di impresa. I liberi professionisti non ordinistici, che richiedono il contributo, devo essere iscritti alla gestione separata Inps come previsto dall'art. 2, comma 26 della Legge 335/95, e possono essere anche appartenenti ad Associazioni professionali riconosciute di cui alla Legge n.4/2013.
Interventi ammissibili Gli interventi ammissibili ai fini dell’ammissione al contributo a fondo perduto previsto dalla Regione Emilia Romagna sono:
  • Interventi legati alla innovazione tecnologica e finalizzati:
    • allo sviluppo innovativo dei sistemi informatici - informativi e dei processi di digitalizzazione del lavoro; 
    • alla informatizzazione e alle innovazioni di processo;
    • ad automatizzare e informatizzare l’attività anche con acquisto di strumenti e attrezzature professionali tecnico strumentali e tecnologiche. 
  • Interventi volti alla ristrutturazione, l’organizzazione e il riposizionamento strategico delle attività libero professionali finalizzati: 
    • a migliorare l’efficienza dei processi di erogazione dei servizi, innovare i servizi con particolare riferimento alla sperimentazione di metodologie e applicazioni innovative nel campo della progettazione, dei processi e del monitoraggio; 
    • a sviluppare sistemi che favoriscano l’integrazione di altri processi strategici all’attività professionale/imprenditoriale; 
    • al riposizionamento strategico dell’attività professionale. 
  • Interventi finalizzati alla diffusione della cultura dell’organizzazione e alla gestione/valutazione economica dell’attività professionale finalizzata a progettare e implementare un piano di riposizionamento e sviluppo dell’attività professionale o dell’impresa che preveda di sfruttare le opportunità date dalla digitalizzazione dei servizi. 
Nel caso di forme aggregate le iniziative proposte dovranno favorire lo sviluppo dell’aggregazione, la diversificazione dei servizi, le azioni di comunicazione e marketing, i servizi promozionali, i servizi di supporto alle decisioni, i processi di internazionalizzazione, quale strumento di rafforzamento della competitività sistemica del territorio e dei professionisti del territorio. Tipologia e misura del contributo La tipologia e la misura del contributo a fondo perduto erogato dalla Regione Emilia Romagna per i giovani professionisti prevede:
L’agevolazione, a fondo perduto, é concessa nell'ambito del regime de minimis, nella misura del 40% dell’investimento ritenuto ammissibile.
La percentuale di contributo è elevata al 45% qualora ricorra una delle seguenti ipotesi:
  • nel caso in cui il beneficiario realizzi un incremento occupazionale;
  • nel caso in cui il beneficiario caratterizzati dalla rilevanza della componente femminile/giovanile;
  • nel caso in cui il beneficiario sia in possesso del rating di legalità;
  • nel caso in cui la sede operativa o unità locale oggetto dell’intervento sia localizzata in area montana oppure nelle aree 107.3.C. definite dalla commissione europea.
I progetti dovranno avere una dimensione minima di investimento ammesso pari a € 15.000, mentre l’importo massimo del contributo concedibile per ciascun progetto non potrà eccedere la somma complessiva di € 25.000. Spese ammissibili Le spese ammissibili ai fini della concessione del contributo a fondo perduto sono:
  • acquisto di attrezzature, infrastrutture telematiche, tecnologiche, digitali finalizzate alla realizzazione di piattaforme, siti web, al miglioramento della connettività di rete, alla digitalizzazione e la dematerializzazione dell’attività, compresa la strumentazione accessoria al loro funzionamento; 
  • spese per l’acquisizione di brevetti, licenze software; solo per le forme aggregate sono ammissibili spese per strumenti di comunicazione (brochure e/o materiale editoriale); 
  • spese accessorie di carattere edilizio strettamente connesse alla installazione e posa in opera dei beni strumentali, nel limite massimo di 5.000 euro; 
  • spese per l’acquisizione di consulenze specializzate, comprese, per i singoli professionisti le anasi di fattibilità per creare forme aggregate di professionisti.
Per le forme aggregate già costituite, sono ammissibili le consulenze supporto e potenziamento dell’aggregazione stessa compresi i costi relativi al manager di rete. Tali spese sono riconosciute nella misura massima del 30% della somma totale delle altre voci di spesa. 
Ad ogni modo tutte le spese dovranno essere sostenute dopo la presentazione della domanda ed entro l’anno 2019 Modalità di presentazione della domanda  Le domande di contributo a fondo perduto per le attività dei liberi professionisti dovranno essere compilate ed inviate esclusivamente telematicamente attraverso l’applicazione, realizzata dalla Regione Emilia Romagna, e denominata SFINGE 2020. 
Alla domanda di contributo a fondo perduto dovranno essere allegati i seguenti documenti: 
  • dichiarazione di inizio attività; 
  • attestazione di regolarità contributiva rilasciata dalla cassa previdenziale di competenza; 
  • dichiarazioni necessarie all’ottenimento, da parte della Regione delle comunicazioni antimafia; 
  • dichiarazione di presa visione e adesione Alla Carta dei principi di responsabilità sociale. 
Termini per la presentazione della domanda e per la conclusione del progetto  La trasmissione delle domande di contributo dovrà essere effettuata: 
Dalle ore 10,00 del giorno 9 aprile 2019 alle ore 17,00 del giorno 30 maggio 2019.  Essendo una “domanda a sportello”, e cioè il contributo a fondo perduto sarà concesso in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande di contributo ai sensi dell’articolo 5, comma 3 del D.Lgs. 123/1998
I termini di chiusura saranno anticipati qualora si raggiunga il numero di 100 domande ammesse al finanziamento.  Notizie ImpreseOggi
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Tutte le famiglie hanno pari dignità. Non esiste un modello unico di famiglia. Presa di posizione del Cnca in merito al “Congresso mondiale delle famiglie”.

Cooperativa sociale Cento Fiori - Ven, 22/03/2019 - 18:26

Roma – In riferimento alle opinioni espresse dai promotori del “Congresso mondiale delle famiglie”, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) – al quale aderisce la Cooperativa Sociale Cento Fiori – ribadisce con forza un principio etico e giuridico fondamentale e irrinunciabile: tutte le diverse forme di famiglie che esistono oggi nel nostro paese vanno rispettate in quanto luoghi affettivi e sociali per il pieno sviluppo della persona e la crescita dell’esperienza di cittadinanza.

“Non si tratta di  attaccare la ‘famiglia tradizionale’,” chiarisce Liviana Marelli, responsabile Infanzia, adolescenza e famiglie del CNCA, “bensì di continuare a garantire cittadinanza a tutte le forme di famiglie, nonché il pieno esercizio dei diritti civili e sociali per tutte e per tutti. Siamo per un’Italia inclusiva, plurale, aperta, accogliente e garante dei diritti.”

“Per questa ragione”, continua la referente del CNCA, “chiediamo a tutte le istituzioni pubbliche di non concedere il patrocinio a un evento che – esplicitamente – si propone di mettere in discussione i principi di uguaglianza e di non discriminazione, distinguendo le persone in base a  criteri culturali, di orientamento sessuale, di credo religioso. Un’impostazione che confligge in modo stridente con il principio di laicità che è cardine della nostra Costituzione. Lo stato deve essere garante del confronto e della pacifica convivenza tra visioni ideali differenti, non il custode di un’unica visione valoriale per di più intollerante nei confronti delle altre impostazioni etiche.”

“Pertanto il CNCA“, conclude Marelli, “aderisce con convinzione alla manifestazione che si terrà il 30 marzo a Verona per esprimere, insieme a tanti altri cittadini e organizzazioni, una visione delle famiglie aperta, inclusiva, plurale, solidale e per garantire cittadinanza ai diritti civili e sociali acquisiti.”

L'articolo Tutte le famiglie hanno pari dignità. Non esiste un modello unico di famiglia. Presa di posizione del Cnca in merito al “Congresso mondiale delle famiglie”. proviene da Cento Fiori, Rimini.

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