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Marinerie in fermento: dal Governo preoccupante silenzio sul fermo pesca e difficoltà per gli equipaggi.

Le cooperative Pesca della provincia riminese continuano la loro mobilitazione per attirare l’attenzione del Governo e delle istituzioni sui problemi del settore. Stallo nelle procedure per il fermo biologico 2002, paralisi dell’attività del ministero in un momento decisivo per il settore, messo a rischio dalle previste nuove norme contenute dal libro verde U.E. in procinto di essere approvate a Bruxelles, difficoltà nella formazione degli equipaggi a causa delle limitazioni esistenti per l’assunzione di lavoratori stranieri: questi i principali problemi. Nel quadro della mobilitazione i dirigenti delle cooperative aderenti alla Lega Pesca hanno incontrato il parlamentare Sergio Gambini, il quale ha preannunciato un ordine del giorno in Aula e una risoluzione per conoscere le intenzioni del Governo sul prossimo fermo pesca, come prime iniziative per sostenere le richieste dei marittimi.

La delegazione Lega Pesca, guidata dal coordinatore regionale Giovanni Fucci e composta dal presidente del Consorzio mitilicoltori Emilia - Romagna Franco Mazzocchi e dal direttore della cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini Walther Moretti, ha ricordato a Gambini i principali temi. Il fermo biologico di pesca, ad esempio, che da 15 anni attraverso i contributi ad armatori ed equipaggi ferma nei porti le flotte durante il periodo riproduttivo delle principali specie ittiche. Ad oggi, però, dal ministero non filtrano notizie di conferma per il 2002 del fermo biologico, un silenzio che per le marinerie non rappresenta una buon segnale. “Attraverso una risoluzione parlamentare – ha detto Gambini ai dirigenti Legapesca – costringeremo il Governo a chiarire, in tempi rapidi, cosa intende fare per il settore pesca”.

Anche sul fronte della formazione degli equipaggi le marinerie, soprattutto quella riminese, incontrano grandi difficoltà. Sono sempre meno gli italiani disposti ad affrontare un lavoro impegnativo come quello del marinaio sui pescherecci, mentre le norme limitano l’arruolamento di personale straniero a metà equipaggio. Limite che rende difficile formare gli equipaggi e quindi salpare, soprattutto per il naviglio di dimensioni maggiori. “Questo problema, già in passato parzialmente affrontato, si ripresenta mentre la Camera è chiamata a discutere le norme sull’immigrazione – ha detto Gambini – E’ l’occasione per presentare un ordine del giorno, il primo passo per ottenere una nuova modifica del Codice della Navigazione e consentire alla pesca riminese di mantenere quella vivacità che la caratterizza in tutto l’Adriatico”.

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