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Mensa dei poveri, il Governo difende il blitz ma ne conferma l’inutilità. Il sottosegretario Mantovano: "nessuna espulsione".

“Nessun disturbatore individuato, nessun espulso nel blitz dei carabinieri a Rimini: di fronte a questa inefficacia rimango stupito che da parte del Governo non ci sia stata nemmeno mezza parola di scusa o di rammarico per quanto è accaduto, coprendo in tutto e per tutto un’operazione spettacolare e propagandistica, priva di ogni risultato e, alla fine, dannosa per l’immagine delle forze preposte alla tutela dell’ordine pubblico il cui indiscusso impegno rischia così di essere svilito”. Questo il commento di Sergio Gambini dopo la risposta del Governo all’interpellanza rivolta sui fatti di Rimini del 17 ottobre alla mensa dei poveri. Il sottosegretario al ministero degli Interni, Alfredo Mantovano, nella risposta a nome dell’Esecutivo, ha difeso l’intervento dei carabinieri, ma nello stesso tempo ne ha confermato l’inutilità: delle “67 persone controllate, 37 non sono state in grado di dimostrare la regolarità della presenza” in Italia, ha riferito in Aula rispondendo a Gambini, “sono state invitate a regolarizzare la loro posizione” ma “nessuno straniero è stato accompagnato in questura per le procedure d’espulsione”.

“Sono stupito per il tono sbrigativo e burocratico utilizzato in questa circostanza. – ha detto il deputato riminese al rappresentante del governo - Sulle vicende relative all'inchiesta della magistratura sul cardinale Giordano a Napoli, allora, si fece grande clamore, proprio invocando l'articolo 5 dell'aggiornamento del Concordato. In quell'occasione, il Polo avanzò pesanti critiche al comportamento della magistratura. Io non sono credente, ma non occorre esserlo per sentire in questo caso qualcosa che non funziona, un doppio peso, una doppia misura, quasi esistesse una chiesa delle istituzioni, che si identifica con la sacralità e che perciò è, in qualche modo, inviolabile ed una chiesa dei poveri, delle opere di carità, per la quale quella sacralità non vale più e che può essere ferita senza tanti problemi. Mi sarei aspettato, io che conosco la conformazione del convento e la sistemazione della mensa, una maggiore sensibilità verso la delicatezza di ciò che è avvenuto che - lo ribadisco -, nella nostra città, ha destato grande sconcerto nell'opinione pubblica”.

“L'esigenza di controllare il territorio e di garantire la sicurezza dei cittadini è fortemente avvertita dalla comunità riminese. – ha continuato Gambini - C’è una elevata collaborazione fra forze dell’ordine nella nostra provincia. Tuttavia, ciò che è successo giovedì 17, è qualcosa che va ben al di là di un'esigenza di controllo del territorio e di contrasto di fenomeni di disturbo. Ha determinato grande sconcerto perché ha visto una mobilitazione ed una modalità d'esecuzione, con «l'allertamento» degli organi di informazione, che hanno tutt'altro significato e funzione. Sono stati avvisati preventivamente per dare vita ad una spettacolarizzazione dell'intervento ed è stato fatto - a quanto si constata - senza ottenere alcun risultato concreto. Se ci sono dei disturbatori, questi disturbatori vanno individuati e colpiti. Ciò si può fare in molti modi, certamente non si fa con le telecamere delle televisioni locali o con i fotografi convocati per l'irruzione nella mensa dei poveri”.

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