Considero un blog alla stessa stregua di un giornale. Ha un'identità che si esprime attraverso i contenuti – nome, titoli, testi, immagini – ha degli argomenti prevalenti, degli orientamenti, una diffusione tra i lettori. Insomma, una volta avviato vive di vita propria. E in base a quella vita ha poi più o meno successo. Se per successo intendiamo fare il proprio sporco lavoro con dignità, gusto e un minimo di riscontro tra i lettori secondo i propri parametri. Non ha i limiti della carta, un blog, ma non ha nemmeno le potenzialità che la carta stampata offre. Insomma, credo che nel proprio piccolo – o grande – chi si appresta a creare un blog debba porsi non poche domande preliminari. Non tantissime, ma nemmeno poche.
Una certamente è fondamentale: di cosa voglio scrivere? La risposta che ci diamo è di quelle fondamentali, è il solco che delimita il nostro (futuro) fare quotidiano. O settimanale, mensile: dipende da quanto si è prolifici. E' il perimetro che ci contraddistinguerà di fronte alla Ragnatela Globale. Ma è anche la palizzata dietro la quale proteggerci per raccogliere la sicurezza necessaria per affrontare l'oggetto della nostra ricerca. O che tiene fuori gli argomenti che giammai affronteremo. Tanto più è delineato il tema generale del nostro blog, tanto più avremo argomenti da sviluppare per incontrare un pubblico più o meno di riferimento, da fidelizzare e da incontrare attraverso i commenti (quando ci sono, beninteso). E tanto più ci aiuterà a trovare idee per superare gli inevitabili blocchi di creatività che col procedere del tempo sconteremo sulla nostra strada digitale.
Abbiamo subito un infarto, la nostra vita è cambiata e vogliamo condividere l'esperienza aprendo un blog? Buona idea: si può puntare su un vasto pubblico maschile (dai 40 anni in su) e femminile (over 50), poiché è la prima causa di decessi in Europa e la quinta malattia per diffusione. Dal day after il ricovero alla dieta, dal trauma psicologico allo sport consigliato, ecco che la vostra linea editoriale è tracciata. Siamo dei consiglieri comunali e vogliamo parlare della politica del natio borgo selvaggio? Va bene, perfetto, parliamo di politica. E allora giù con i resoconti di vibrati consigli comunale, via con l'epica di un provvedimento amministrativo, colpiamo con l'arguzia una posizione avversaria, mostriamo le rabbiose ragioni di un'interrogazione fondamentale. Il terreno di gioco è chiaro, il lettore sa cosa troverà, per convenire o per rifiutare le tesi che legge – è un suo diritto – ma sa di cosa si parla e per questo ha digitato l'Url o cliccato il link.
E' chiaro che poi non possiamo pubblicare un post sul panettone che abbiamo fatto per natale con il lievito madre. A meno che il panettone non sia un tonico per il miocardio (vedi sopra), il lettore non capirebbe la proposta. Mica perché sono argomenti inconciliabili – Robert Maynard Pirsig ha scritto un libro dal titolo “Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”, il che, diciamolo, concilia l'inconciliabile - ma perché si aspetta qualcosa da voi su un dato argomento. Quando torna sul vostro blog o entra dal motore di ricerca cerca qualcosa di interessante e originale. Se siete abili potete anche divagare, ma senza spezzare il filo narrativo che lega il vostro blog, il tema che lo permea e il vostro lettore. Spiazzarlo con qualcosa che non c'entra nulla, è più che rischioso. Per me, da lettore, è una caduta di stile.