Fasce e importo
Parametri
Numero soci
Totale attivo (migliaia di euro)
a)
€ 1.980,00
fino a 980
fino a 124.000
b)
€ 3.745,00
da 981 a 1680
da 124.001 a 290.000
c)
€ 6.660.00
oltre 1680
oltre 290.000
Contributo di revisione per le Società di Mutuo Soccorso. Il contributo dovuto, invece, per le Società di Mutuo Soccorso è così determinato Fasce e Importo (in euro) Numero soci Contributi mutualistici (in euro) a € 280,00 fino a 1.000 fino a 100.000 b € 560,00 da 1.001 a 10.000 da 100.001 a 500.000 c € 840,00 oltre 10.000 oltre 500.000 Modalità di calcolo del contributo La collocazione in una delle fasce previste nelle precedenti tabelle richiede il possesso di tutti i parametri previsti. In caso contrario, la fascia di competenza sarà quella nella quale è presente il parametro più alto. Nel caso, ad esempio, di una cooperativa che ha 10 soci ma un fatturato di 150.000,00 la fascia di competenza non sarà quella che prevede il versamento del contributo pari ad euro 280,00, ma bensì quella che prevede il versamento di euro 680,00. I parametri da utilizzare alla base del calcolo sono quelli del bilancio al 31.12.2020 o, nel caso di esercizio non coincidente con l’anno solare, con il bilancio approvato nel corso del 2020. Esoneri e limitazioni nel pagamento. Le cooperative che determinano lo scioglimento prima della scadenza del termine di pagamento del contributo, sono tenute al pagamento del contributo minimo di euro 280,00 al quale vanno comunque applicate le maggiorazioni previste per la tipologia di cooperativa di riferimento. Il termine di pagamento per le cooperative di nuova costituzione è di 90 giorni dalla data di iscrizione nel Registro delle Imprese. La fascia di riferimento per il calcolo di contributo è quella rilevabile unicamente dai parametri presenti al momento dell’iscrizione nel registro delle imprese. Non è dovuto alcun contributo nel caso di iscrizione dopo il 31 dicembre 2021. Modalità di versamento. Il contributo deve essere versato attraversato il modello F24 utilizzando i seguenti codici tributo: Codice Descrizione 3010 contributo biennaleLe Befane Shopping Centre hanno fatto scattare la solidarietà “felina” con un semplice click su Facebook, che ha prodotto una pioggia di cibo per i gatti ospiti dei canili di Rimini Stefano Cerni e di Vallecchio, entrambi gestiti dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori. «I nostri ospiti avranno davvero di che leccarsi i baffi. – dice Paola Calcagnini, veterinaria coordinatrice delle due strutture – L’appello lanciato su Facebook da Le Befane in occasione della Festa dei gatti l’8 agosto, “per ogni foto del proprio felino postata sui social del centro, doneremo una scatoletta di cibo” ha prodotto oltre 200 chilogrammi di alimenti. Una generosità resa possibile da Le Befane e da oltre 1200 amanti dei gatti. Voglio ringraziarli tutti, insieme ai vertici del centro commerciale che hanno concretizzato tanta generosità. Grazie da tutta la Cooperativa sociale Cento Fiori, degli operatori e dei numerosi volontari delle associazioni che ci aiutano nella cura dei gatti a noi affidati».
«Con questo progetto – sottolinea Massimo Bobbo, direttore Le Befane Shopping Centre – abbiamo potuto toccare con mano non solo quanto siano presenti e importanti gli animali di compagnia nella vita di molte persone. Ma di come sia possibile, attraverso iniziative legate ai social media, come quella promossa da Le Befane Shopping Centre, attivare catene di solidarietà che si trasformano in gesti concreti, a favore, questa volta, delle strutture gestite dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori. La risposta del pubblico de Le Befane è stata rapida e numericamente importante: desidero pertanto ringraziare ciascuna delle 1211 persone che, condividendo la foto dei loro amici a quattro zampe sui social de Le Befane, ha consentito di aiutare i gatti ospiti dei canili di Rimini e di Vallecchio».
L'articolo Le Befane Shopping Centre fa “piovere” con un post su Facebook 200 chili di cibo per gatti ai canili di Rimini e di Vallecchio, gestiti della Cento Fiori. proviene da Cento Fiori, Rimini.
Passato il Ferragosto è già ora di pensare a settembre e all’inizio delle scuole. Dopo il successo dell’anno scorso la Cooperativa Sociale Cento Fiori che gestisce i canili di Rimini e Vallecchio, ha realizzato in collaborazione con Fare Ambiente Rimini la seconda edizione dei diari per le scuole Baffi e code. In più la novità di quest’anno sono i simpaticissimi quadernoni a righe e quadretti, adatti alle scuole elementari e medie.
L’intero ricavato sarà devoluto alle attività dei canili ed in particolare l’emergenza sanitaria del cane Mario, che deve subire una delicata e grossa operazione a causa di un brutto incidente. Affrettatevi a prenotare diari e quaderni al numero whatsapp +39 3292255722.
Lo scorso anno in pochi giorni abbiamo registrato il sold out e non siamo riusciti ad accogliere tutte le richieste pervenute. Quest’anno abbiamo previsto più copie e speriamo di bissare il risultato.
Sono sempre tantissime le persone che ci sostengono e partecipano attivamente alle nostre iniziative, e anche in questo periodo dove incontrarsi e vedersi è diventato difficile ci sembra un gesto per essere accanto ai nostri cani e ai nostri gatti.
Oltre alle foto dei nostri ospiti all’interno del diario troverete i racconti di alcune delle adozioni a noi più care, le “adozioni del cuore”, consigli e suggerimenti dedicati sempre ai nostri amici a quattro zampe . Per i quaderni invece i nostri ospiti hanno fatto da testimonial e hanno “posato” per la copertina , realizzate con le loro foto più belle.
Il costo parte da un’offerta libera minima di 20 euro per i diari, per i quaderni partire da 2,50 euro l’uno, per il pacchetto con 5 quaderni l’offerta libera parte da 10 euro.
L'articolo «Baffi e code»: tornano i diari per la scuola e la novità dei quadernoni con i simpatici ospiti dei canili di Rimini e Vallecchio. Il ricavato aiuterà l’emergenza sanitaria del cane Mario. proviene da Cento Fiori, Rimini.
«Nata dalla città, quarant’anni dopo la Cento Fiori l’11 e il 12 settembre vuole festeggiare con i concittadini, i cooperatori e quanti l’hanno sostenuta ciò che è stato costruito e, nello stesso tempo, riflettere sull’oggi per guardare, ancora e sempre insieme, al futuro», annunciano Cristian Tamagnini e Gabriella Maggioli, presidente e vicepresidente della cooperativa Sociale Cento Fiori.
Nel maggio del 1981 nasceva la cooperativa, figlia di un movimento di piazza che si opponeva alla diffusione dell’eroina a Rimini e che cercava risposte attraverso la collaborazione dei servizi pubblici e del privato sociale. Da quella esperienza sono nati, nel giro di pochi anni, un Centro diurno prima e la Comunità terapeutica di Vallecchio poi. Erano i primi passi del lungo cammino della Cooperativa Sociale Cento Fiori che ha portato alla creazione di altre strutture sociosanitarie e di opportunità per chi, da tutta Italia, chiede di essere accolto per emergere dalle proprie dipendenze.
«Quel che state leggendo è un invito a festeggiare insieme a noi. A causa delle incertezze generate dall’andamento della pandemia abbiamo organizzato un calendario di eventi pochi mesi dopo l’esatta data di nascita. Eventi che verranno creati nel cuore della città: nello spazio verde che gestiamo di fianco al Parco XXV aprile, dove trova posto la nostra Serra Cento Fiori e il parco Rimini Avventura, in via Galliano 19, a 300 metri dal Ponte di Tiberio».
Sabato 11 settembre l’avvio delle celebrazioni è con una tavola rotonda coordinata dai colleghi Laura Grossi e Cristian Tamagni, focalizzata su Giovani e dipendenze: gli orizzonti della prevenzione oltre la pandemia. Claudia Luppi dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, presenterà i dati relativi alla ricerca ESPAD sui “Comportamenti a rischio tra la popolazione studentesca” in Emilia Romagna, a seguire interverranno Edoardo Polidori, responsabile del Ser.DP di Rimini e Forlì, Michele Sanza, responsabile del Ser.DP di Cesena, Leopoldo Grosso, presidente onorario del Gruppo Abele, con Riccardo De Facci, Presidente Nazionale del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) che trarrà le conclusioni. Oltre ai partecipanti suddetti, siamo in attesa di ulteriori conferme.
Massimo Marches e Massimo Modula in concerto dalle 21: i due autori riminesi suonano nel primo dei due concerti offerti dalal Cento Fiori gratuitamente alla città e ai suoi ospiti. Oltre a Massimo Modula (voce, chitarra, armonica) e Massimo Marches (voce, chitarra), si esibiscono sul palco Giacomo Depaoli (percussioni) e Stefano Zambardino (piano), insieme per un repertorio di brani originali e cover che omaggiano la canzone d’autore italiana degli ultimi 50 anni. Due mondi che si incontrano da tempo, quelli di Marches e Modula, che contano ognuno diversi album pubblicati dai primi anni del 2000 ad oggi. Questa formazione è chiamata anche Meltin’Pop per via delle infinite suggestioni poetiche e sonore che influenzano e caratterizzano l’impronta artistica di questo “insieme”.
Il programma di domenica 12 settembre inizia con la La libera scuola di orto sinergico, dalle ore 10 alle 13 e dalle 14:00 alle 17 formazione “sul campo” in tema di orto sinergico, laboratorio per massimo 12 partecipanti. Nel pomeriggio appuntamento con i più piccoli: Tra gli orti con piccola scimmia, a cura di Manuela Mapelli. Una lettura e passeggiata disegnata nell’orto sinergico dietro La Serra Cento Fiori dalle 16 alle 17,30, durante le quali ogni bambino (dai 5 ai 10 anni) realizzerà un piccolo taccuino da viaggiatore in cui appuntare le piccole grandi scoperte della natura. Prenotazione necessaria.
Dalle ore 17,30 Nuove consapevolezze: ambiente, economia e società, un dibattito sulle Ecomafie (in collaborazione con l’Associazione “La Bottega Culturale”), con la partecipazione di Antonio Pergolizzi, analista ambientale, Francesco Pasquale, Cooperativa Sociale Terra Felix e Donato Berardi, economista, direttore del laboratorio REF.
Dal pomeriggio ci sarà il Mercatino solidale con cooperative sociali, associazioni e produttori del territorio. E, a partire dalle 19,30, la Grande Grigliata dell’Adriatico, a cura dell’Associazione “Rimini per tutti”. Concluderà i festeggianti del quarantennale Cento Fiori Filippo Malatesta in concerto dalle ore 21, il cantante e autore verucchiese che dal 1992 ha all’attivo sei album, il più recente nel 2019, Sopra la polvere.
L'articolo Buon compleanno Cento Fiori: 40 anni di lotta alle dipendenze da festeggiare insieme a Rimini con tavole rotonde, concerti e rustida l’11 e il 12 settembre. proviene da Cento Fiori, Rimini.
Favorire e consolidare lo sviluppo di imprese nelle aree montane della Regione Emilia Romagna per permettere la tenuta del tessuto produttivo e, più in generale, per la tenuta del sistema montagna, che negli anni è andato incontro all’emigrazione e al conseguente calo e progressivo invecchiamento della popolazione: questi i principi di fondo contenuti nella delibera n. 1116 del 12 luglio 2021 approvata dalla Giunta Regionale e che prevede un aiuto alle imprese del territorio sottoforma di contributo a fondo perduto sugli investimenti realizzati.
BENEFICIARI DEL BANDO A FONDO PERDUTOLa misura di sostegno, che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 70% dell’investimento realizzato, è rivolta alle imprese aventi qualsiasi forma giuridica, esercenti qualsiasi attività con esclusione di quella della pesca e dell’acquacoltura così come normata dal regolamento del Consiglio Europeo n. 104/2000 e quella della produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea.
Gli ulteriori requisiti, che il bando a fondo perduto pone, sono:
Gli interventi finanziabili dal Bando a fondo perduto sono:
Nell’ambito degli interventi sopra indicati sono ammissibili le seguenti spese:
La spesa minima ammissibile è pari ad euro 25.000,00, mentre il finanziamento a fondo perduto massimo è pari ad euro 150.000,00
PREMIALITA’ DEL BANDO MONTAGNA 2021.Il bando a fondo perduto prevede, poi, un regime di premialità per gli interventi che posseggono le seguenti caratteristiche:
La scadenza per la presentazione del bando è fissata per il giorno 16 settembre 2021 alle ore 13:00.
CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER PARTECIPARE AL BANDO FONDO PERDUTO MONTAGNA 2021Notizie ImpreseOggi
Favorire e consolidare lo sviluppo di imprese nelle aree montane della Regione Emilia Romagna per permettere la tenuta del tessuto produttivo e, più in generale, per la tenuta del sistema montagna, che negli anni è andato incontro all’emigrazione e al conseguente calo e progressivo invecchiamento della popolazione: questi i principi di fondo contenuti nella delibera n. 1116 del 12 luglio 2021 approvata dalla Giunta Regionale e che prevede un aiuto alle imprese del territorio sottoforma di contributo a fondo perduto sugli investimenti realizzati.
BENEFICIARI DEL BANDO A FONDO PERDUTOLa misura di sostegno, che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 70% dell’investimento realizzato, è rivolta alle imprese aventi qualsiasi forma giuridica, esercenti qualsiasi attività con esclusione di quella della pesca e dell’acquacoltura così come normata dal regolamento del Consiglio Europeo n. 104/2000 e quella della produzione primaria dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea.
Gli ulteriori requisiti, che il bando a fondo perduto pone, sono:
Gli interventi finanziabili dal Bando a fondo perduto sono:
Nell’ambito degli interventi sopra indicati sono ammissibili le seguenti spese:
La spesa minima ammissibile è pari ad euro 25.000,00, mentre il finanziamento a fondo perduto massimo è pari ad euro 150.000,00
PREMIALITA’ DEL BANDO MONTAGNA 2021.Il bando a fondo perduto prevede, poi, un regime di premialità per gli interventi che posseggono le seguenti caratteristiche:
La scadenza per la presentazione del bando è fissata per il giorno 16 settembre 2021 alle ore 13:00.
CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER PARTECIPARE AL BANDO FONDO PERDUTO MONTAGNA 2021Notizie ImpreseOggi
CONTATTA LO STUDIO AL NUMERO 0541.708252 PER AVERE ASSISTENZA E AIUTO PER COSTITUIRE UNA COOPERATIVA E ACCEDERE AL BENEFICIO DELL'ANTICIPAZIONE DELLA NASPI
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di Loredana Boscolo
Chioggia – Venezia – 23 aprile 2021
V INCONTRO INTERNAZIONALE DEI GRUPPI PLURIFAMILIARI (23, 24 APRILE)
RILEVANZA E AGGIORNAMENTI SUL DISPOSITIVO MULTIFAMILIARE: SFIDE ALLA CREATIVITÀ
Fondamento teorico dell’intervento nei gruppi multifamiliari, dal vertice della concezione operativa di gruppo
“La familia funciona cuando proporciona
Oggi parliamo d’attualità del dispositivo del gruppo multifamiliare in questo momento storico sociale di pandemia planetaria, di malessere generalizzato, sociale, istituzionale e globale. Viviamo in un mondo in qui sta crollando il sistema capitalistico e neoliberale. Aumentano le disuguaglianze, i disoccupati, i lavori precari, emergono nuove povertà.
La nostra vita quotidiana, le relazioni familiari, i vincoli personali, di amicizia e professionali sono contagiati da questo clima di pandemia. Si mettono a nudo i nostri limiti in relazione al conosciuto, alle nostre fragilità e vulnerabilità; viviamo con un sentimento di incertezza. Dobbiamo fluttuare tra paura e le possibilità, nel presente tra passato e futuro.
La domanda principale oggi sarebbe: che idea abbiamo e come ascoltiamo la famiglia? Che tipo di apparato psichico e sociale utilizziamo nella nostra operatività quotidiana?
Inesorabilmente i vincoli all’interno della famiglia sono cambiati: è aumentata la sofferenza nei vincoli familiari, la violenza domestiche, i femminicidi, gli abusi sessuali sui minori. L’aumento dei divorzi e le diverse ricomposizioni familiari, dove convivono nella stessa famiglia figli di più matrimoni con nuovi partner, diversi dai genitori biologici.
Bambini che hanno due padri o due madri che si prendono cura di loro.
Stiamo assistendo a un fenomeno globale di diminuzione delle natalità. Se da una parte, la liberazione della donna, la diffusione dell’uso di contraccettivi, e la introduzione nel mondo del lavoro ha favorito una nuova soggettività sociale di emancipazione.
Però dall’altra parte, e presente la mancanza di lavoro e la possibilità di acquistare o affittare una casa. Questi cambiamenti nella famiglia contemporanea modificano profondamente le condizioni di esistenza delle persone e dei loro vincoli, producendo conseguenze sia nell’organizzazione psichica e sia nell’organizzazione sociale.
Inserendo in questo quadro generale, il lavoro con il gruppo multifamiliare, diventa uno dei dispositivi più appropriati, urgenti da applicare e implementare nel campo clinico-terapeutico, educativo, e soprattutto a livello preventivo comunitario.
Questo congresso è un’occasione per interrogarci sui diversi modelli e metodologie di intervento con il gruppo multifamiliare.
Le differenze servono per creare dialogo e per aprire la mente.
Svilupperò due nozioni centrali del concetto operativo di gruppo: Compito e Emergente.
Due nozioni teoriche di base per organizzare un’idea minima intorno al gruppo, nozioni trasversali che ci permettono:
1) La comprensione del funzionamento del gruppo multifamiliare.
2) Il lavoro multifamiliare post-gruppo dell’incontro di sviluppo dell’équipe terapeutica.
1) La comprensione del funzionamento del gruppo multifamiliare
In relazione al primo punto, articolerò la relazione gruppo multifamiliare e compito. Voglio sottolineare che la nozione di compito non va presa in modo formale, diciamo pure da un punto di vista pedagogico; poiché è il compito che fonda e stabilisce il gruppo.
È l’elemento che dà significato alle dinamiche e alla struttura gruppale.
Possiamo intenderlo come una metafora. Dal punto di vista del nostro schema concettuale di riferimento operativo, partiamo da una triangolazione: gruppo-compito e coordinazione.
Schema minimo (Figura 1, Figura 2) tra cui collochiamo la nostra comprensione dei disturbi dell’apprendimento, della comunicazione, della comparsa dei sintomi e delle disfunzioni familiari. All’interno di questo inquadramento triangolare osserviamo il movimento latente della struttura che produce un certo tipo di emergente.
La concezione operativa di gruppo, si differenzia dalle altre teorie perché per noi tutto inizia dal compito che istituisce il gruppo.
Il passaggio tra aggruppamento e gruppo, è un costante gioco dialettico, sarà il compito che sosterrà e sopporterà il gruppo in questi passaggi. Il gruppo durante tutto il processo oscillerà tra pre-compito e compito. In altre parole, nel momento della pre-compito, nel momento del compito si presenteranno gli aspetti più difensivi, le riproduzioni ideologiche e gli aspetti istituzionali. Nell’entrata nel compito, prevarranno gli aspetti di trasformazione: creativi, immaginativi.
La funzione dello psicoterapeuta, del coordinatore o dei coordinatori, sarebbe quella di: segnalare, costruire la interpretazione, di ciò che accade nel vincolo gruppo-compito: gli ostacoli, le resistenze al cambiamento e facilitare le opportunità di sviluppo, e quando è necessario porre i limiti.
Il coordinatore non è il leader del gruppo. Il leader è il compito.
Questo è un aspetto fondamentale per creare meno dipendenza dal coordinatore o coordinatori. L’azione terapeutica, sarebbe come restituire al gruppo multifamiliare il deposito che viene assegnato all’equipe dei coordinatori, affinché il gruppo possa elaborare gli aspetti più indiscriminate dei vincoli tra di loro. (Processo gruppale, la teoria delle tre D di Pichón Rivière).
Tra l’altro, si rompono le complicità. Per esempio: il rischio che il coordinatore o i coordinatori si trasformino in un membro della famiglia.
Nel passaggio di aggruppamento multifamiliare a gruppo multifamiliare emergono le difese più arcaiche, le resistenze e le relazioni sincretiche.
Analizzeremo le costruzioni e decostruzioni dei vincoli che gli individui sviluppano attraverso l’identificazione proiettiva-introiettiva, rappresentazioni e fantasmi che ciascuno ha di sé stesso in relazione agli altri membri del gruppo multifamiliare. Cioè, costruiranno una rete immaginaria gruppale.
Questi sono gli elementi che creano un’atmosfera emozionale. Sarebbe la tensione del movimento che si produce tra pre-compito e compito. Un esempio concreto è il momento in cui lavorando con il gruppo multifamiliare c’è sempre qualcuno che entra senza bussare alla porta per prendere qualche oggetto o cercare qualcuno, un altro esempio è quando un componente del gruppo risponde al telefono o manda dei messaggi. Attraverso questi comportamenti vediamo un certo tipo di aggressione e ci chiediamo perché un gruppo multifamiliare permette un certo tipo di aggressione? La nostra ipotesi è che sempre questo ha che vedere con la dinamica gruppale da esso prodotta. Nel momento del pre-compito, si presentano i ruoli formali istituiti dallo status quo: di mamma, papà e figli. Per questo ci piace ed è essenziale differenziare il ruolo dalla funzione. Perché in questa differenziazione transita dal nostro punto di vista, la nozione di vincolo. Una madre o un padre, non sono madre e padre per sempre, lo sono finché svolgeranno questa funzione, ma tale funzione soprattutto nella attualità può essere svolta anche da altri membri della famiglia o dagli amici.
Generalmente, le figure genitoriali o filiali corrispondono al ruolo concreto biologico specifico, al vincolo di sangue. Quando funzionano i ruoli fissi definiti istituzionalmente, prevalgono gli stereotipi del movimento della assunzione e dell’aggiudicazione dei ruoli. Queste sono le situazioni critiche o di criticità perché ci indicano il movimento di come sono stati costruiti i vincoli tra di loro. Siano essi sani o patologici, però soprattutto ci danno l’idea della struttura e delle dinamiche di gruppo.
Quando parliamo di vincoli e funzioni, non parliamo di persone fisiche, ma di ciò che sta nel “mezzo”.
Parliamo del “tra“, cioè quell’area di transito che c’è tra il tu e l’io e viceversa. Quell’area di transito che produce e costruisce il noi gruppale.
Con il gruppo multifamiliare è necessario favorire uno spostamento tra funzione e biologia. Molte volte non è facile pensare alla funzione separandola dalla biologia.
Il nostro ECRO, ci permette di pensare a partire dalle tre funzioni (Vedere figure 1 e 2), di dare un altro significato a questi vincoli, siano essi: inter, intra o trans. Lasciamo il livello biologico per pensare di più sul piano della rappresentazione, del simbolico e di un immaginario diverso. Gli effetti di questi vincoli producono diversi tipi di soggettività sana o patologica, come afferma Bauleo: “Lo sguardo all’interno dei gruppi è uno dei problemi maggiori (perché il terzo è sempre presente) è necessario fare uno sforzo per separare lo sguardo dal ascolto per osservare come sono i vincoli all’interno del gruppo”.
Oltre la nozione di compito, utilizzeremo la nozione di emergente, la quale ci offre la possibilità di allargare il campo di osservazione da una prospettiva individuale ad un vertice gruppale.
L’emergente è quell’elemento che ci può orientare, ci segnala come un meccanismo difensivo rigido patologico ostacola un processo di salute, prima di rimanere incagliati nelle acque stagnanti della malattia.
2) Il lavoro multifamiliare post-gruppo di elaborazione dell’équipe terapeutica
In relazione al secondo punto, molto valido è lo spazio di elaborazione del vincolo gruppo multifamiliare e elaborazione post-gruppo dell’équipe. L’interrogativo sarebbe: come si integrano i diversi schemi di riferimento, il pluralismo dei punti di vista di ognuno, come si aggiustano i canali di comunicazione e i conflitti, per affrontare la complessità o meglio detto l’ipercomplessità, senza riduzionismi o banalizzazioni, ossia come si costituisce l’orizzontalità dell’equipe senza che prevalgano gli individualismi o i narcisismi poco funzionali al compito terapeutico o preventivo?
Segnalerei dal mio punto di vista che il processo di integrazione mette sempre in gioco una tensione tra identità e differenti appartenenze personale e istituzionali. Come funzionerebbe la psicoanalisi integrativa? Dice E. Mandelbaum: “lo scopo sarebbe quello di integrare teoria e pratica con gli aspetti affettivi, mentali e cognitivi”.
Credo che per arrivare a questa fondamentale integrazione nel lavoro con il gruppo multifamiliare si debbano affrontare gli elementi collegati alla resistenza del cambiamento. Il processo di integrazione richiede necessariamente l’apprendimento di una metodologia di lavoro gruppale che risponda a due livelli:
A) All’ipercomplessità del campo di intervento.
B) Alla possibilità di riflettere sulla propria implicazione.
Lo scopo dell’elaborazione sarebbe quello di costruire un’idea comune, in relazione al vincolo gruppo multifamiliare e processo terapeutico, poiché ritengo molto prezioso e fertile il momento dello spazio di elaborazione. Per questo credo, affinché, funzioni la comunicazione si dovrebbe avere un codice comune tra i membri dell’equipe di comprensione del processo terapeutico.
Nella nostra esperienza di lavoro con il gruppo multifamiliare, noi ricercatori della scuola Bleger di Rimini, usiamo come chiave di lettura la nozione di emergente comprendere il processo gruppale. L’emergente sarebbe la punta dell’iceberg che emerge dal magma e che disvela le parti latenti delle situazioni gruppali familiari. Imponendosi come elemento nuovo e imprevisto, producendo una qualità diversa dalla situazione stessa. La successione e il ritmo degli emergenti ci indicano il camino, rendendo possibile l’osservazione delle vicissitudini, delle fantasie inconsce gruppale, delle identificazioni incrociate o delle coazioni a ripetere.
L’emergente deriva dal latino participio passato: “emergere, accade come un accidente impensabile e inaspettato”.
L’emergente palpa gli aspetti controtransferali e, più in generale l’implicazione di ciascuno dei professionisti: come mi implico e come sono implicato.
D’altra parte, l’emergente dipende anche dal controtransfert istituzionale dell’équipe, dalla propria storia personale articolata con la formazione e con le proprie esperienze vissute.
L’emergente sarebbe il segnale che indica una traccia, che qualcosa è successo, se ignoriamo questi segnali, gli aspetti fisici e psichici continueranno ad esprimere i loro emergenti. Producendo sintomi o altre ripetizioni gruppali.
Loredana Boscolo Buleghin
Psicologo Psicoterapeuta
Email: loredana.boscolo@alice.it
Bibliografia:
Armando Bauleo, Psicoanalisi e Gruppalità, 2000.
Armando Bauleo, Ideologia, Gruppo e famiglia, Feltrinelli, Milano 1978.
Armando Bauleo e De Brasi MS, Clinica Gruppale – Clinica Istituzionale, Il Poligrafo, Padova 1994.
Bion, W. Esperienze nei Gruppi, Armando Editore, Roma 1971.
José Bleger, Simbiosi e Ambiguità, 1992.
Eduardo Mandelbaum, Teoria e pratica dei gruppi multifamiliari, Edizione Nicop Saggi, 2017.
Pichón Rivière, Il processo gruppale, dalla psicoanalisi alla psicologia sociale, Edizione Lauretana Loretto, 1986.
Pichón Rivière, La teoria del Vincolo, Edizioni Nueva Vision, 1979.
Progetto di Lavoro interdisciplinare e interazione sulla salute della persona, del gruppo familiare della comunità, ricerca finalizzata di sanità pubblica. ULSS17 Monselice, Padova. ULSS14 Chioggia, Venezia, e Regione Veneto giunta Regionale. Edizione Cleup, 2009.
Rimini – Una torma di bambini ha letteralmente preso d’assalto i nuovi percorsi sugli alberi di Rimini Avventura, inaugurando così la struttura ai bordi del parco XXV aprile, di fianco alla Serra Cento Fiori. Disciplinati, attenti ad utilizzare correttamente le loro protezioni, si sono avventurati con sicurezza divorando altezze e ostacoli su quote che sembravano del tutto naturali per loro, destando l’ammirazione degli adulti, tutti a testa in su.
Sotto di loro, la breve cerimonia inaugurale del terzo adventure park del territorio (dopo Riccione e San Marino) costruito in partnership tra la Cooperativa Sociale Cento Fiori (già concessionaria dell’area) e la Top Adventure Park, con il taglio del nastro da parte del sindaco Andrea Gnassi e i saluti dell’amministrazione portati dall’assessora Roberta Frisoni. La quale ha detto che «ci si trova in un gioiello che da gioia e divertimento ai bambini – e da genitori sappiamo quanto sia bello quando c’è gioia nei bambini – e che da inclusione sociale e lavoro« Poi, smessi i panni dell’amministratrice, ha voluto provare anche lei l’ebbrezza dell’altezza, percorrendo uno degli 11 percorsi che compongono Rimini Avventura.
L’attesa per l’inaugurazione è stata ingannata dalle giovani danzatrici della Compagnia Nonchalance di Riccione. Poi i saluti di Alfredo Manzaroli, della Top Adventure Park,: «l’obiettivo è di far divertire, socializzare ed offrire un presidio dell’avventura a Km zero per residenti e turisti. E di recuperare un’area ora pienamente rivalorizzata e curata nell’ottica dello sviluppo sostenibile e turismo green, come da oltre 15 anni l’azienda italo-sammarinese fa in Italia e nel mondo con oltre 100 realizzazioni». Cristian Tamagnini, presidente della Cooperativa Sociale Cento Fiori ha ricordato che da cinque anni si attendeva l’inaugurazione del parco, ora finalmente raggiunta. Un parco che nasce «nel segno della cooperazione – una delle parole chiave di questa pandemia, assieme a Bene comune e Reciproca responsabilità – perché non sarà solo luogo di divertimento sano e all’aria aperta ma anche occasione di lavoro per persone svantaggiate e di attività didattiche».
Il Parco Ecologico “Rimini Avventura” è ai bordi del Parco XXV Aprile, con ingresso da via Galliano 19 e da via Padre Tosi. E’ il nuovo fiore all’occhiello della Cooperativa Sociale Cento Fiori e della catena Top Adventure Park, azienda che già ha costruito e gestisce i parchi Avventura di San Marino e Riccione. L’obiettivo è creare un triangolo del divertimento avventuroso con tre strutture che lavorano in sinergia costituendo assieme il più grande Carosello dell’avventura al Mondo: 57 percorsi avventura oltre 2 km di teleferiche, Tarzan Tree Village e attrazioni ecosostenibili per tutte le età e i livelli di allenamento.
L'articolo Rimini Avventura invaso dai bambini! Aperto il carosello sugli alberi nel cuore della città, nel parco XXV aprile. proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – Mercoledì 16 giugno alle 18, alla presenza del sindaco Andrea Gnassi, inaugurerà a Rimini, di fianco al Parco XXV Aprile, il nuovissimo Parco Ecologico “Rimini Avventura”, con ingresso da via Galliano 19 e da via Padre Tosi. Rimini Avventura è il nuovo fiore all’occhiello della catena Top Adventure Park, azienda che già ha costruito e gestisce i parchi Avventura di San Marino e Riccione. L’obiettivo è creare un triangolo del divertimento avventuroso con tre strutture che lavorano in sinergia costituendo assieme il più grande Carosello dell’avventura al Mondo: 57 percorsi avventura oltre 2 km di teleferiche, Tarzan Tree Village e attrazioni ecosostenibili per tutte le età e i livelli di allenamento.
Costruito in partnership tra la Cooperativa Sociale Cento Fiori (già concessionaria dell’area) e la Top Adventure World, Rimini Avventura aprirà i battenti con 11 fantastici percorsi avventura, oltre mezzo km di carrucole immersi nel verde con l’obiettivo di far divertire, socializzare ed offrire un presidio dell’avventura a Km zero per residenti e turisti. Il tutto a soli 300 metri dal ponte di Tiberio. Un’area prima degradata e ora pienamente rivalorizzata e curata nell’ottica dello sviluppo sostenibile e turismo green che da oltre 15 anni l’azienda italo-sammarinese esporta in Italia e nel mondo con oltre 100 realizzazioni.
Tante le possibilità per il divertimento outdoor e anche convenienti abbonamenti che consentono più ingressi o ingressi illimitati, sia a Rimini che in tutto il circuito dell’avventura.
L'articolo Inaugura Rimini Avventura, il nuovissimo Top Adventure Park nel parco XXV aprile, a 300 m dal Ponte di Tiberio. proviene da Cento Fiori, Rimini.
Rimini – Dopo la pausa di un anno dovuto all’emergenza CoVid, riprende il progetto Ulisse, le crociere terapeutiche organizzate da oltre 20 anni dalla Cooperativa Sociale Cento Fiori. Quest’anno la peculiare esperienza riminese di outdoor education accade nel 40simo anniversario della fondazione dell’azienda sociale. Inoltre, la crociera entra in una fase accademica: all’equipaggio si è aggiunta Chiara Borelli, dottoranda di ricerca del Dipartimento di scienze dell’educazione dell’Università di Bologna che sta compiendo uno studio per Cefeo, il Centro di ricerca sull’Educazione e la Formazione Esperienziale e Outdoor dell’ateneo bolognese.
A salpare verso i lidi croati sette ospiti della Comunità Terapeutica di Vallecchio, guidati da capitan Andrea Ambrosani, lo skipper che ha ereditato il comando dal fondatore del progetto, Werther Mussoni, e assistiti dallo psicologo Michele D’Alessio e dall’educatrice Chiara Gentili, entrambi ormai dei veterani di questa esperienza, unica invece per quasi tutti i pazienti a bordo. Anche se gli ingredienti sono quelli di una vacanza – sole, mare, barca a vela – per operatori della Cento Fiori e ospiti non sarà proprio una villeggiatura: «per gli educatori lo scopo principale della crociera è l’osservazione degli utenti – dice Michele Maurizio D’Alessio – ma per i pazienti è un’esperienza formativa perché è la realtà stessa (il vento, il mare, la convivenza in uno spazio particolare come una barca) a regolarizzare i rapporti: la realtà ci detta delle priorità. Il gruppo dei pazienti trova quindi un suo equilibrio nel corso della crociera».
A salutare il viaggio della prima crociera 2021 il fondatore del progetto, Werther Mussoni, che anche se ha smesso la cerata del capitano, non fa mai mancare il suo supporto agli equipaggi, quando non prende addirittura parte alle crociere. Ai nuovi marinai Mussoni ha ricordato che questa esperienza serve “a far riscoprire il gusto della vita che c’è nelle cose, anche in quelle inaspettate o non piacevoli, e nelle persone che ci circondano”. A sottolineare che questo viaggio è un’ulteriore tappa nel percorso di realizzazione di sé, avviato con l’adesione alla terapia.
Il progetto Ulisse sono ormai 20 anni che solca i mari. Quest’anno la prima delle tre crociere che si svolgono normalmente servirà a mettere a punto degli strumenti di osservazione e valutazione da parte del Cefeo, grazie appunto alla presenza della ricercatrice Chiara Borelli. Ora si utilizza una barca a vela dotata di tutti i comfort, ma all’inizio non era così. La prima crociere era con una goletta in legno, il Catholica, un ex peschereccio cattolichino restaurato dagli ospiti della Comunità Terapeutica di Vallecchio, poi diventata la Goletta Verde di Legambiente. All’epoca le crociere duravano settimane e toccavano il mar Ionio e poi le coste della Sicilia. Ora l’esperienza si gioca tra le due traversate e la costa croata. Forse crociere meno lunghe, ma non meno intense per i pazienti.
La goletta Catholica, prima barca del progetto Ulisse della Cooperativa Sociale Cento FioriL'articolo Riprendono dopo l’emergenza CoVid le crociere di Ulisse: dalla Comunità Terapeutica di Vallecchio alla Croazia. Con in più una ricerca dell’Università di Bologna. proviene da Cento Fiori, Rimini.